Natale? No, grazie! Ecco quali sono i Paesi del Mondo dove non si festeggia e perché

Natale? No, grazie! Ecco quali sono i Paesi del Mondo dove non si festeggia e perché

Già dal primo dicembre inizia il countdown per uno dei momenti più attesi dell’anno: il Natale, con la sua atmosfera di gioia e spensieratezza. Sono più di 160 i paesi del Mondo che condividono la magia.

In alcuni posti, però, non si festeggia affatto o è addirittura vietato. Per coloro che “fuggono” dal Natale e sposano più l’idea del Grinch che contrasta ogni tipo di “allegria” di questo periodo, ecco le soluzioni ideali. Niente addobbi, no a Babbo Natale, no ai canti e tutto il resto.

La scelta perfetta: l’Asia

Un viaggio sicuramente azzeccato dove troverete un altro tipo di clima che vi farà dimenticare le festività, è verso l’Asia: un esempio? La Thailandia oppure la Malesia. Spiagge da sogno e mare cristallino, in ricordo della bella stagione.

Negli Emirati Arabi e in Iran, invece, i simboli natalizi perdono la loro “carica religiosa” per abbracciare l’idea generica di festa. A Dubai, infatti, alberi e decorazioni degne di nota, ma nessun collegamento con la fede.

Del tutto abolita ogni “contaminazione” prevista da festeggiamenti altrui in Arabia Saudita dove la natività di Gesù è contrastata dall’ideologia wahhabita. Si può celebrare il Natale solo in modo privato, non si prevedono luoghi di culto per i cristiani cattolici. Nel 2015, nel Brunei, addirittura, il sultano Hassanal Bolkiah ha vietato ogni tipo di festeggiamento in pubblico, compresi gli auguri e, per i trasgressori, fino a 5 anni di carcere.

Nella Corea del Nord non è ammesso alcun culto di origine cristiana, no al Natale quindi che è assolutamente vietato. Le minoranze sono state pure perseguitate. Tuttavia, è concesso celebrare altre “nascite”: quella del sovrano Kim Jong, sua nonna e sua madre.

Fonte immagine: ticinonews.it

Marocco, Turchia e Tunisia

Spostandoci un po’ poi abbiamo il Marocco, la Turchia e la Tunisia, dove il giorno di Natale non è festivo e, quindi, si va regolarmente a lavoro e scuola.

Questo perché la religione più diffusa è l’Islam e, secondo il Corano, la nascita di Gesù non sarebbe da celebrare, dato che è considerato un profeta ma non il figlio di Dio. C’è da dire, però, che le minoranze cattoliche – se vogliono – possono prendersi dei giorni di ferie per celebrare al meglio il Natale. Neanche il Buddhismo prevede alcun tipo di festeggiamento: il 25 dicembre è un giorno come un altro.

Natale posticipato?

Anche in Europa le alternative non mancano: il Natale ortodosso si festeggia il 7 gennaio quindi per il 25 dicembre siete “salvi”. Questo perché, in questi paesi, si usa il calendario giuliano – non quello gregoriano come i cattolici – e quindi le festività slittano di qualche giorno.

La Russia potrebbe essere una soluzione degna di nota, anche se una meta molto fredda. Anche a Belgrado (in Serbia) è il 7 gennaio la data prescelta. Alcuni stati a maggioranza ortodossa, per omologarsi in un certo senso, hanno spostato i festeggiamenti al 25 dicembre, mentre altri (Bielorussia, Eritrea, Libano, Moldavia e Ucraina) hanno scelto entrambe le soluzioni.

Ad ognuno, quindi, il suo. Se amate il Natale tutte queste proposte sono assolutamente da scartare ma se l’atmosfera che si respira non è nelle vostre corde… avete solo l’imbarazzo della scelta.