Instagram e adesivi sul Ramadan, la celebrazione trasformata in “moda” per influencer: è polemica

Instagram e adesivi sul Ramadan, la celebrazione trasformata in “moda” per influencer: è polemica

Il Ramadan (Ramaḍān in caratteri arabi traslitterati) è una delle ricorrenze più importanti del mondo musulmano. Quest’anno anche i social partecipano alle celebrazioni dei fedeli dell’Islam: in particolare, da qualche giorno circolano degli adesivi legati all’occasione da aggiungere alle proprie storie su Instagram.

Questi capolavori artistici, omaggio a una ricorrenza celebrata da milioni di persone nel mondo, sono il frutto della partnership dell’illustratrice Hala Al-Abbasi con Instagram. Un modo creativo per augurare “Ramadan Mubarak” alla comunità musulmana anche sui social.

Gli adesivi avrebbero un target ben preciso: musulmani che decidono di utilizzare i social durante il mese del Ramadan o esperti/appassionati di cultura arabo-musulmana che scelgono di diffondere insegnamenti sulla celebrazione e sul Corano.

Nonostante ciò, in poco tempo essi si sono trasformati in una sorta di “gioco” per influencer allo scopo far risaltare selfie e foto di gente alla ricerca di like e follower. Su Instagram mettere un adesivo legato al Ramadan è “moda“, un modo come un altro per diffondere le proprie storie a un pubblico più ampio. Purtroppo era prevedibile, ma il caso non è passato inosservato.

Cos’è il Ramadan e cosa significano gli adesivi?

Il Ramaḍān è il nono mese del calendario islamico, in cui si celebra tradizionalmente la prima rivelazione del Corano: “È nel mese di Ramadàn che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione”, si legge nella Sura 2 del testo sacro dell’Islam.

Per i musulmani è un mese dedicato alla meditazione e alla preghiera. Conosciuta è la pratica del digiuno dall’alba al tramonto per tutti gli adulti sani (si escludono, quindi, bambini, malati, donne in gravidanza o allattamento, persone anziane a rischio e, temporaneamente, anche persone in viaggio e donne con mestruazioni), che si aggiunge a tutta una serie di divieti, dal fumo alle attività sessuali, e di attività di preghiera.

Quest’anno, il Ramadan è iniziato il 13 aprile e si concluderà il 12 maggio. Sull’utilizzo dei social durante il mese di preghiera e digiuno sono stati avviati molti dibattiti all’interno della comunità musulmana, ma l’artista Hala Al-Abbasi ha comunque voluto fare un regalo a tutti i fedeli con delle illustrazioni.

Sono 3 in tutto: il primo rappresenta la mezzaluna con la stella, simbolo della fede musulmana; il secondo un piatto di datteri, che vengono tradizionalmente consumati durante l’ifṭār, il pasto serale che interrompe il digiuno; il terzo riproduce una moschea con una mezzaluna in alto.

“Volevo portare gioia e felicità attraverso questi sticker, così che possiate sentire le ‘vibrazioni’ ed essere felici”, ha scritto l’artista sul proprio profilo Instagram.

 

L’illustratrice ha messo l’arte al servizio della religione, producendo qualcosa di innovativo ma al contempo rispettoso della tradizione. Soprattutto per i più giovani, si è trattato di un omaggio gradevole e, in tanti casi, usato anche per diffondere immagini e video divulgativi sulla celebrazione musulmana. Purtroppo, però, non è stato sempre così.

Il Ramadan, gli adesivi e la nuova “moda” degli influencer

Non tutte le storie che riportano gli adesivi legati al Ramadan riguardano la ricorrenza in sé. In tanti casi, influencer (e aspiranti tali) utilizzano questo strumento semplicemente per far circolare il più possibile i propri contenuti. Il tutto spesso senza neanche conoscere effettivamente il significato o lo scopo di tali adesivi.

È giusto? È la domanda al centro di una polemica che si è accesa negli scorsi giorni di fronte all’ennesimo fenomeno social. Come già avvenuto per altri casi (dal Natale al Capodanno cinese), si parla di contenuti che hanno una forte componente religiosa e culturale ed è questo a fare la differenza. Per rispetto, si chiederebbe un utilizzo più appropriato di questi contenuti a discapito della “moda” e della “fame” di followers. A dirlo sono state anche alcune “star” dei social, che hanno criticato i “colleghi” impegnati a utilizzare gli sticker sul Ramadan senza cognizione di causa.

L’invito a evitare questo comportamento è arrivato principalmente da persone che con la religione musulmana hanno poco a che vedere, ma che tengono comunque al rispetto di un evento culturale-religioso, che non vorrebbero vedere “dato in pasto” alle mode social. Proprio questo lascia spazio a una riflessione: i contenuti social devono arrivare a un pubblico ampio, ma quante volte ciò che viene pubblicato è attinente e quante volte rischia di essere eticamente/culturalmente discutibile? Il caso del Ramadan è uno di tanti che possono aiutare a dare una risposta e a stimolare il dibattito.

Foto di proprietà dell’artista Hala Al-Abbasi