MONDO – La musica è uno dei mezzi più potenti con la quale diffondere messaggi forti e importanti, dal grande valore sociale. Può dividere nei generi e nei gusti, ma unisce tutti nel suo scopo primario, ovvero far sognare chi con un paio di cuffiette e dei suoni proiettati nel padiglione auricolare esplora mondi mai visti prima e trova la forza di superare ogni difficoltà.
Attraverso l’accompagnamento musicale, inoltre, è stato possibile comporre delle canzoni ed è proprio con l’avvento dei componimenti lirici e della radio, che attorno alla musica e alle canzoni si è creata una vera e propria industria, fatta di numeri, vendite e personaggi di spicco. Sono nate anche delle professioni attorno al mondo dei testi musicali, che scovano i significati anche più nascosti che un artista vuole comunicare.
Proprio i valori simbolici e significativi dei testi hanno fatto sì che alcune canzoni potessero diventare delle vere e proprie icone sociali. Basti pensare a “We are the World“, considerata canzone simbolo per la pace nel mondo. Un caso curioso è in tal senso il testo della canzone “Bella Ciao“, erroneamente considerata il simbolo della Resistenza italiana contro la dittatura fascista, è diventata lo “slogan” della ricorrenza del 25 aprile in Italia, ma anche nolente la “canzone della sinistra“, di chi è contro ogni ideologia che proponga l’odio, il razzismo.
Negli ultimi anni, però, “Bella Ciao” è diventata più di un canto con cui fare o parlare di politica, più di un simbolo per la libertà. Si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di massa. Tutti la conoscono e tutti la cantano, in Italia e all’estero, grandi e piccini, giovani e meno giovani. Anche chi non si è mai interrogato sul significato del testo, conosce a memoria il ritmo e almeno le prime due-tre strofe della canzone. Eppure c’è un evento che ha reso popolare a tutti – ma proprio tutti! – “Bella Ciao” e ha contribuito a farle fare il salto definitivo da semplice canto popolare a testo tra i più conosciuti, tradotti e cantati a livello mondiale.
Chiunque avrà sentito parlare della nota serie Netflix “La Casa di Carta“, che racconta di un uomo che mette insieme un gruppo di persone per effettuare la più grande rapina della storia alla Zecca Reale di Spagna. Si tratta di una delle serie più amate e popolari della piattaforma streaming e del mondo. Ebbene, nel corso della tredicesima puntata della prima stagione, proprio uno dei protagonisti – il Professore – assieme a un altro personaggio chiave nella serie intona l’ormai celeberrimo canto popolare. Anche se si guarda in lingua originale, il testo viene riprodotto in italiano. Si tratta della scena più famosa del programma, che ha portato “Bella Ciao” in un altro livello di fama.
Non è raro ormai vedere in giro per il mondo gruppi di giovani non italiani che intonano il famosissimo canto popolare. Inoltre, se a molti di loro si chiede l’origine di ciò che stanno intonando, la risposta potrebbe essere (e lo è stata in certi casi): “L’ho sentita su ‘La Casa di Carta’” o “È la canzone cantata dal Professore nella serie“. Risposte che hanno portato alcuni a vedere anche una banalizzazione dei temi e del significato generale del testo da parte della serie Netflix, ma che denotano allo stesso tempo come “Bella Ciao” non possa più essere considerato un semplice canto popolare che abbraccia le idee della Resistenza, ma un vero e proprio fenomeno culturale e massificato, da cantare e ballare tra amici come si faceva ascoltando Michael Jackson o, adesso, sentendo le note di una canzone Reggaeton.
Dal canto del Professore di Netflix sono nate idee per dei remix techno o house della canzone, rafforzando ancora più l’idea per tanti (soprattutto i più giovani) che essa sia proprio un’invenzione della serie. Sono anche state vendute delle magliette con sopra disegnata la maschera usata nella rapina de “La Casa de Papel” e con sotto scritto “Bella Ciao”; un altro segno dell’enorme risalto mediatico che il programma ha dato alla canzone.
Ma il fenomeno “Casa di Carta” non è il solo ad avere proposto una sorta di cover del canto. Nel tempo Modena City Ramblers e Banda Bassotti, ma anche Ska-P e perfino Tom Waits hanno contribuito nel renderla una canzone universale. Forse, sfruttando la viralità del pezzo, sarebbe giusto educare chiunque lo ascolti a riconoscere il valore profondo insito nel testo di “Bella Ciao“, senza però disdegnare la libertà artistica di interpretarlo e ascoltarlo a proprio gusto e piacimento. La canzone ha superato i confini popolari e nazionali, ora sta a noi custodi della sua memoria insegnare anche ai più “lontani” la vera essenza del suo messaggio, magari ballando nel frattempo una cover house della scena della serie tv.
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