SAN FRATELLO – Un esposto anonimo giunto alla polizia locale di San Fratello nel 2015 ha portato alla condanna mediatica di un professore di 57 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e abbandono d’incapace nei confronti della madre anziana e ammalata. Il pm aveva chiesto per lui la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Esposto anonimo accusava professore di tenere la madre morta in freezer per fregarsi la pensione: assolto dopo 8 anni
Il contenuto dell’esposto
L’esposto affermava che l’anziana signora (morta a 82 anni il 4 aprile dello stesso anno) non si vedeva in giro da anni, nessuno le portava del cibo e non si vedevano panni stesi fuori dall’abitazione.
Il compaesano anonimo ipotizzava che il figlio tenesse la madre morta nel freezer per ottenere la sua pensione. Ipotizzava, quindi, l’ennesima truffa ai danni dell’Inps.
“Non vorrei che la signora fosse deceduta e, come si vede in televisione, la tiene nel freezer per fottersi la pensione”, si legge.
Assolto dopo 8 anni
La vicenda si è conclusa otto anni dopo con l’assoluzione del professore con formula piena dal giudice monocratico del Tribunale di Patti.
La verità, emersa nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è che il figlio non aveva mai smesso di occuparsi della madre affetta da una grave artrite deformante, come confermato dalle testimonianze del responsabile della casa di cura, personale sanitario, la vicina di casa e l’ex badante.
La madre era sempre stata curata dignitosamente dal figlio, che la faceva visitare a domicilio dal medico, le somministrava i farmaci, le faceva le medicazioni, provvedeva alla spesa e la aiutava a nutrirsi, atteso che la donna era sostanzialmente allettata a causa delle sue infermità fisiche.
L’intervento dei vigili
Nonostante le testimonianze che smentivano le accuse, i vigili urbani erano intervenuti imponendo al professore di ricoverare la madre in una casa di riposo di San Fratello.
L’anziana era arrivata nella struttura accompagnata dai vigili urbani in condizioni igieniche e fisiche degradate, con gli arti irrigiditi, piaghe e impossibilitata a deambulare autonomamente.
La sentenza del giudice
La sentenza del giudice ha confermato che l’anziana era affetta da una grave forma di artrosi deformante che l’aveva resa del tutto invalida.
Il figlio viveva insieme con lei e se ne prendeva cura, come confermato dalle testimonianze, che hanno confermato che “l’imputato è sempre stato un figlio premuroso”, a partire dal medico di famiglia che ha riferito di aver “trovato la donna sempre in condizioni dignitose”.
La sentenza d’assoluzione con formula “perché il fatto non sussiste” è stata depositata dal giudice monocratico Marialuisa Gullino del Tribunale di Patti, ma il procedimento ha subìto una serie di rinvii dovuti a dichiarazioni d’incompetenza del primo giudice, inutilizzabilità di verbali, udienze slittate per il Covid e tre cambi di giudicante.
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