Ponte sullo Stretto: insularità e 10 ragioni per il no a 3 campate

MESSINA – Sicilia e Calabria la ritengono un’infrastruttura necessaria non prorogabile. Il governo in carica annuncia uno studio di fattibilità per non chiudere le porte alla sua realizzazione. Non farlo sarebbe una “stupidaggine atomica”, come dichiarato da Alessandro Morelli, Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. E ancora c’è chi, come pontesullostretto.org, vuole bruciare i tempi per la sua realizzazione e con la Maratona dello Stretto di Messina invita a correre più veloce di ogni ritardo amministrativo e vede il ponte già realizzato, “al di là di qualsivoglia ideologia politica, dei pareri favorevoli e contrari, degli interminabili interrogativi e delle proposte tecniche alternative“.

Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana

Quel collegamento non è un capriccio, ma c’è l’esigenza di completare un Corridoio transeuropeo”.

Roberto Occhiuto, neo presidente della Regione Calabria

Il Ponte sullo Stretto si deve fare perché sarebbe anche un acceleratore per tutte le altre infrastrutture che sono necessarie sia alla Calabria che alla Sicilia”.

Gaetano Armao, assessore all’Economia della Regione Siciliana,e tra i promotori di uno studio sulla “Stima dei Costi dell’insularità della Sicilia

I costi annuali sono gli stessi che servirebbero a costruire il ponte sullo Stretto e il ponte abbatterebbe notevolmente i costi di insularità”.

Alessandro Morelli, Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile

Non sono né di Messina né di Reggio Calabria, sono lombardo, milanese e da milanese dico che non fare il ponte sullo stretto di Messina sarebbe una stupidaggine atomica“.

Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile

Si dovrebbe procedere con la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica al fine di confrontare le due soluzioni di collegamento individuate dal Gruppo di lavoro come più promettenti, ovvero quella del ponte a una e a più campate“.

Ma del progetto di fattibilità annunciato ad agosto dal Ministro Giovannini in audizione davanti alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera si sono perse le tracce. Nessuno ne parla. La proposta dello stesso Giovannini era di affidarlo a Italferr, società delle FS, ma nessuna notizia ufficiale è giunta sull’effettivo incarico e sull’avvio dei lavori che, assicurava il Ministro, avrebbero potuto “chiudersi entro giugno 2022”.

E se fossimo ancora ai blocchi di partenza? Se all’annuncio del progetto di fattibilità non fosse seguita nessuna assegnazione ufficiale, quanto tempo ancora dovremo attendere?

Se quelle di agosto non fossero parole del Ministro Giovannini, penseremmo subito ad una delle tante fake news da leggere in rete e buone solo a rinviare una decisione operativa. Anche se l’assenza di informazione chiare in merito suggerisce comunque la stessa tesi. Ne abbiamo parlato con il Professore Ingegnere Enzo Siviero, Architetto già docente di Ponti alla Scuola di Architettura di Venezia IUAV, e attuale Rettore all’Ateneo telematico eCAMPUS e con pontesullostretto.org. La loro sensazione è che, anche se il progetto di fattibilità desse esito positivo ad un ponte a più campate, resterebbero un’incognita i tempi per la realizzazione di un nuovo progetto definitivo, l’ottenimento di tutti i pareri favorevoli (e con le fondazioni a mare vorremmo sentire il Ministero dell’Ambiente!) e l’assegnazione quindi dell’appalto.

Ed proprio un decalogo dell’Ing. Siviero che aiuta a far chiarezza sul perché un ponte a 3 campate
non avrebbe futuro.

PONTESULLOSTRETTO.ORG

10 ragioni del perché il Ponte a 3 campate sullo Stretto di Messina non avrebbe futuro secondo il Prof. Enzo Siviero

  1. È stato bocciato già nel 1990 ed ancora oggi non vi sono elementi significativi dal punto di vista della sicurezza in ambito Geologico Geotecnico Sismico Strutturale e realizzativa per riproporlo nello Stretto di Messina;
  2. Crea problemi ambientali di portata devastante per la realizzazione delle fondazioni su quei fondali;
  3. Genera un impatto territoriale per la necessità di demolire decine di edifici e innestarsi in un tessuto urbano densamente abitato;
  4. Interferisce pesantemente con la navigazione lungo lo stretto che prevede due distinti corridoi longitudinali entro i quali si innesterebbero i piloni;
  5. Necessita di studi e ricerche molto approfonditi con un impegno economico rilevantissimo e dall’esito molto incerto;
  6. Quand’anche si potesse accertarne la validità (e i dubbi in tal senso sono molto diffusi tra gli esperti del settore) i relativi costi di costruzione salirebbero alle stelle;
  7. La fattibilità è compromessa dalle correnti di 3-5 nodi e dalle profondità da raggiungere per realizzare le basi fondali, a più o meno 100 m;
  8. Il progetto non esiste e di tratta di realizzarlo ex novo con tempi misurabili in anni;
  9. Le interferenze con un sistema molto urbanizzato pongono limitazioni economiche temporali e di impatto molto rilevanti;
  10. Il costo dell’insularità è stimato dalla Regione Siciliana in circa 6 mld. Ciò significa che per ogni anno perso si potrebbe realizzare il Ponte.

Quanto tempo dovranno ancora attendere i runners della Maratona dello Stretto di Messina per poter attraversare il ponte? Ad una o più campate acceleriamo i tempi di realizzazione.

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Mettiamoci in moto per velocizzare al massimo i tempi di realizzazione del ponte. pontesullostretto.org ci proietta su un ponte, quello sullo stretto di Messina, che virtualmente esiste già e che non può più attendere per la sua realizzazione.