L'incendio avvenuto all'interno della raffineria di Milazzo
MILAZZO – A seguito dei fatti occorsi nel settembre scorso, quando di notte, presso la Raffineria mediterranea di Milazzo (ME) si sviluppava un pauroso incendio ad uno dei serbatoi dell’impianto di Eni-Q8, il Codacons, tramite l’avv. Carmelo Sardella dell’ufficio legale regionale, ha presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto.
Da quest’ennesimo incidente per la raffineria, secondo il Codacons, traspaiono gravi inadempienze e conseguenti responsabilità nella violazione della normativa vigente in tema di attività di prevenzione.
Non bisogna dimenticare che la Raffineria di Milazzo, come tutte le raffinerie, è sottoposta alla direttiva Seveso III (attuata con Decreto Legislativo 17 agosto 199 n. 334) che prevede delle specifiche attività di controllo e prevenzione.
“La situazione è piuttosto grave, afferma il Codacons, se si considera che siamo in un’ area in cui gli impianti a rischio di incidenti rilevanti sono molti e vicini, da cui può derivare un effetto ”domino“ in caso di incidente”.
In parole povere una esplosione o uno scoppio da un impianto si estenderebbe a quelli vicini con conseguenze catastrofiche per tutta l’area limitrofa fortemente antropizzata.
Le gravi violazioni, di cui parla il CODACONS, riguardano la normativa specifica detta “direttiva Seveso” , nome riferito ad un triste evento che coinvolse le popolazioni della cittadina di Seveso che vivevano nei pressi dello stabilimento ICMESA, da cui prese origine una nube tossica contenente diossina che investì i territori vicini allo stabilimento, con danni per l’ambiente e gli esseri viventi. I danni furono dovuti al mancato e tempestivo intervento delle autorità, alla mancanza di pianificazione delle emergenze, alla mancata informazione ai cittadini.
“A Milazzo, – sostiene il CODACONS – come nel resto delle raffinerie in Sicilia, invece, nonostante il preciso obbligo previsto dalla legge (in attuazione della Direttiva Seveso), non vengono svolte molte attività imposte dalla legge e non viene assicurata alcuna informazione alle popolazioni, informazione che dovrebbe essere capillare”.
Ed aggiunge:“Non vengono ad esempio attuati i piani di emergenza esterni, piani che devono prevedere ogni singola azione atta alla prevenzione del danno da incidente industriale. In Sicilia, invece, sembra non esistano piani di emergenza esterni o non siano stati aggiornati come prevede la legge”.
La nota del CODACONS conclude:“I responsabili della mancata attuazione dei piani di emergenza esterna sono la Regione per le attività di indirizzo e coordinamento; i prefetti che curano l’approvazione e l’aggiornamento ed i sindaci che devono dare l’informazione alle popolazioni”.
Il Codacons chiede alla Procura, quindi, di verificare il rispetto delle normative di sicurezza vigenti, sia per la Raffinerie di Milazzo ma anche per tutte le altre raffinerie presenti sul territorio siciliano, accertando responsabilità ed applicando pene esemplari”.
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