MESSINA – L’emergenza idrica verificatasi di recente nel messinese ha portato alla luce una certa mole di dubbi e quesiti rimasti ancora senza risposta, ultimo dei quali quello relativo al dialogo tra Giuseppe Intelisano e l’Amam: sulla questione è intervenuto, ancora una volta, il Codacons.
La società dei consumatori in particolare vorrebbe indagare sull’esistenza o meno di un piano di sicurezza e sull’eventualità che il territorio di Messina sia da riconoscere come soggetto a criticità geologiche.
Proprio ieri Giuseppe Intelisano, sindaco di Calatabiano, ed i vertici dell’Amam, società che al momento si occupa dell’erogazione dei servizi idrici su territorio messinese, si sono incontrati per discutere nuovamente della delicata questione. In sede di riunione si sarebbero verificati degli inconvenienti che avrebbero spinto il primo cittadino a rilasciare alla stampa la seguente dichiarazione: “I lavori non sono mai stati interrotti neanche per un minuto. C’è stato solo un momento in cui la Forestale, in sopralluogo, ha chiesto alla ditta di Reggio Emilia e agli operai dell’Amam il piano di sicurezza ed è stato risposto che non c’era (…) Non ho emesso alcuna ordinanza di interruzione lavori (…) Qualcuno vuol far credere che io emetta atti per creare problemi alla città di Messina, queste sono dichiarazioni lesive“. Dopo aver pronunciato queste parole, Giuseppe Intelisano ha lasciato intendere di poter tenere in considerazione l’idea di querelare il presidente dell’Amam.
A fornire ulteriori spunti di riflessione sulla delicata faccenda è anche la denuncia che il sindaco di Calatabiano aveva già diffuso circa le criticità rilevate dai geologi comunali. Calogero Foti, commissario delegato della protezione civile, ha ribattuto facendo notare che i lavori per la riparazione delle condutture idriche e per la realizzazione dei vari bypass procedono regolarmente e senza alcun ritardo sulla tabella di marcia: insomma le eventuali criticità sono state regolarmente affrontate e superate.
Sulla questione ha quindi espresso il suo parere Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons: “Quanto accaduto ieri a diciannove giorni dall’inizio dell’emergenza idrica di Messina merita ulteriori approfondimenti, perché non sono più ammissibili errori ed ulteriori ritardi. Appare innegabile, del resto, che non vi è mai stata una gran sintonia tra l’AMAM ed il Comune di Calatabiano e che vada chiarito se, in effetti, i lavoratori impiegati sui luoghi per avviare la posa degli ormai famosi “tre tubi” fossero sforniti del Piano di Sicurezza dei Lavori “.
Alle parole di Francesco Tanasi fanno infine eco quelle di Antonio Cardile, presidente provinciale del Codacons: “Un documento previsto dal Testo Unico Sicurezza sul Lavoro da redigere a cura del datore di lavoro dell’impresa esecutrice e deve essere sempre presente in cantiere. Su di esso devono essere riportate le informazioni relative a quello specifico cantiere e valutati i rischi a cui sono sottoposti gli addetti dell’impresa. Non si tratta di un mero adempimento amministrativo, ma soprattutto un documento indispensabile al fine di prevenire o quantomeno ridurre al minimo i rischi per i lavoratori, in grado di fornire una serie di elementi indicativi di comportamento e indirizzo sulla sicurezza, che ovviamente deve essere garantita prima di ogni altra cosa. I messinesi sono sconcertati e scandalizzati dai continui problemi che continuano a verificarsi a Calatabiano e per questa ragione il Codacons chiede con forza che venga chiarito se ieri mattina, all’inizio dei lavori, fossero o meno presenti sui luoghi i rappresentanti dell’Amam e della Protezione Civile. È un interesse di tutta la collettività comprendere come si sono mossi e come stiano operando tutti i soggetti che devono porre fine ad una vicenda che è ormai grottesca e che ha fatto sprofondare Messina in un incubo che continua a riservare incredibili colpi di scena. Dopo aver finalmente assicurato quello che è il bene primario per ogni essere umano anche a tutti i messinesi verrà poi anche il momento di accertare le responsabilità e risarcire i danni?“.
Intanto i giorni passano e a Messina, nonostante gli appelli in TV e l’interessamento dei media, la situazione resta comunque critica.
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