Corruzione in atti giudiziari, Cassazione annulla con rinvio la condanna dell’imprenditore Bigotti

Corruzione in atti giudiziari, Cassazione annulla con rinvio la condanna dell’imprenditore Bigotti

MESSINA – La sesta Corte della Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a sei anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari dell’imprenditore piemontese Ezio Bigotti e a due anni, la pena era stata sospesa, per falso ideologico per Cesare Pisello nell’ambito di uno dei procedimenti avviati sulle dichiarazioni degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore sull’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo.

La sentenza era stata emessa il 5 ottobre del 2021 dalla Corte d’Appello di Messina.

I giudici della Corte di Cassazione hanno anche annullato “senza rinvio per non avere commesso il fatto” le condanne per corruzione giudiziaria a quattro anni e due mesi a Vincenzo Ripoli, difeso dagli avvocati Enzo Mellia e Piero Continella, e a sei anni a Francesco Perricone, assistito dai penalisti Antonino Favazzo e Valerio Spigarello.

Bigotti nell’ambito di questa inchiesta era stato posto, il 22 febbraio del 2019, agli arresti domiciliari eseguiti dalla Guardia di Finanza di Messina.

Secondo l’accusa, basata sulle dichiarazioni di Amara e Calafiore, l’imprenditore piemontese, nel 2016, con la complicità dell’ex pm Longo, avrebbe ottenuto l’archiviazione di un’indagine per reati tributari aperta a suo carico dietro il pagamento di 20mila euro.

Bigotti sarebbe stato “aiutato” anche in sede tributaria all’esito della richiesta di voluntary disclosure avanzata da una società del suo gruppo in relazione ad accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

Ripoli e Perricone erano stati coinvolti nell’inchiesta per il loro ruolo di consulenti contabili nominati dal pubblico ministero.