Brucia rifiuti “pericolosi” in un’area rurale, 70enne beccato e denunciato

Brucia rifiuti “pericolosi” in un’area rurale, 70enne beccato e denunciato

MESSINA – Un 70enne di Roccalumera, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato denunciato dai carabinier, per combustione illecita di rifiuti pericolosi.

Durante un servizio di pattuglia, i militari dell’Arma hanno notato una colonna di fumo nero in un’area rurale nel Comune di Nizza di Sicilia, in provincia di Messina.

Giunti sul posto, i carabinieri hanno sorpreso un uomo mentre stava dando fuoco a un cumulo di rifiuti.

Dalla verifica effettuata nell’immediatezza, i militari hanno rilevato che, in particolare, il materiale dato alle fiamme comprendeva rifiuti speciali, tra cui scarto edile, vetroresina, tubi di plastica, pneumatici ed altro.

Il 70enne è stato quindi bloccato e i militari hanno spento le fiamme, scongiurando così più gravi conseguenze per l’ambiente e il territorio circostante.

Il reato di combustione illecita di rifiuti pericolosi

Il reato di combustione illecita di rifiuti pericolosi è previsto dalla legislazione italiana ed è punito ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006, che disciplina la materia dei rifiuti. Questa normativa prevede sanzioni penali per coloro che compiono attività di gestione illecita di rifiuti pericolosi, tra cui la combustione.

La combustione illecita di rifiuti pericolosi consiste nell’incendio o nella bruciatura di rifiuti che, a causa delle loro proprietà chimiche o fisiche, sono pericolosi per la salute umana o per l’ambiente. Questi rifiuti possono includere materiali come batterie, vernici, residui di lavorazioni industriali, farmaci scaduti, etc.

La legge punisce questo reato con sanzioni penali che vanno da una multa a pene detentive fino a 10 anni. La gravità della sanzione dipende dalle circostanze del reato, dall’entità del danno ambientale causato e dalla quantità di rifiuti pericolosi coinvolti.

Inoltre, il D.Lgs. n. 152/2006 prevede anche la possibilità di confisca del veicolo o dell’impianto utilizzato per la combustione illecita di rifiuti pericolosi, nonché la responsabilità solidale per le imprese o le persone coinvolte nella gestione dei rifiuti.

La prevenzione

Per prevenire il reato di combustione illecita di rifiuti pericolosi, è importante seguire le norme e le procedure stabilite dalla legislazione italiana in materia di gestione dei rifiuti.

In particolare, è necessario seguire le modalità previste per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, che comportano la raccolta separata e la successiva consegna a impianti autorizzati per il trattamento e lo smaltimento.

Inoltre, è fondamentale sensibilizzare la popolazione e le imprese sull’importanza di una corretta gestione dei rifiuti, per evitare conseguenze negative per la salute umana e per l’ambiente.

Il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi

Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi è un processo molto importante per prevenire danni all’ambiente e alla salute umana. Questi rifiuti, che comprendono materiali tossici, infiammabili e radioattivi, richiedono un trattamento speciale per garantire la sicurezza durante il trasporto e lo smaltimento.

Il primo passo nello smaltimento dei rifiuti pericolosi è la raccolta separata, che deve essere effettuata utilizzando contenitori appositi e correttamente etichettati per identificare il tipo di rifiuto e la sua pericolosità. Successivamente, i rifiuti pericolosi vengono trasportati da una ditta specializzata in conformità alle norme per la sicurezza e l’ambiente.

Una volta che i rifiuti pericolosi sono giunti in un impianto di smaltimento autorizzato, vengono sottoposti a una serie di trattamenti, come l’incenerimento, la neutralizzazione chimica e la stabilizzazione, in base alla loro tipologia e pericolosità.

L’incenerimento, per esempio, viene utilizzato per bruciare rifiuti tossici, come i rifiuti medici, in un processo che riduce la quantità di materiale da smaltire e genera energia termica.

La neutralizzazione chimica consiste nel trattare i rifiuti pericolosi con sostanze chimiche per renderli innocui. La stabilizzazione consiste nel rendere stabile la composizione chimica dei rifiuti pericolosi, per esempio mediante l’aggiunta di materiali inerte, per renderli più sicuri da gestire e smaltire.

In alcuni casi, i rifiuti pericolosi possono essere smaltiti in un’area di stockaggio sotterranea, in cui vengono sigillati in contenitori resistenti e protetti da barriere impermeabili per impedire la fuoriuscita di sostanze pericolose.

In ogni caso, lo smaltimento dei rifiuti pericolosi deve essere effettuato in conformità alle leggi e alle norme ambientali, per garantire la sicurezza dell’ambiente e della salute umana.