Aggressioni personale sanitario, a Messina un uomo distrugge Pronto Soccorso

Aggressioni personale sanitario, a Messina un uomo distrugge Pronto Soccorso

MESSINA – Non si arrestano le aggressioni nei confronti del personale sanitario. L’ultimo episodio in ordine temporale si è verificato nella notte, intorno alle 2 nell’area emergenze dellazienda ospedaliera universitaria Gaetano Martino di Messina, dove un uomo ha distrutto la sala in cui vengono gestiti i soggetti che entrano in codice rosso. L’individuo è arrivato in struttura trasportato dall’ambulanza del 118 che lo aveva soccorso in strada privo di coscienza e con trauma cranico; quando si è svegliato è andato su tutte le furie e ha aggredito verbalmente il personale medico e distrutto gli oggetti che trovava attorno.

Per calmare la situazione è stato necessario l’intervento della Polizia che è stata allertata dalla vigilanza dell’ospedale. Durante la crisi di rabbia il soggetto ha distrutto apparecchiature mediche, informatiche, ha preso a calci e pugni gli armadietti del Pronto Soccorso che custodivano medicinali e altri presidi medici. Attualmente il responsabile di tale situazione si trova in una sala nel Pronto Soccorso del Policlinico di Messina sorvegliato dalla Polizia, in attesa di ulteriori accertamenti e di un possibile ricovero.

Violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari

Secondo i dati del Ministero della Salute in Italia i casi di violenza accertata nei confronti dei medici e degli operatori sanitari – solo nel 2022 -, sono ottantacinque. Tali manifestazioni nella maggior parte delle volte vengono messe in atto dai pazienti e familiari dei soggetti che attendono le cure.

Nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari che è stata celebrata lo scorso 12 marzo, il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania Ignazio La Mantia ha evidenziato che il problema è aggravato dalla mancanza di segnalazioni: “I colleghi non denunciano per paura di minacce e ritorsioni, o perché a volte ritengono di lasciar correre. Non si può più sottostimare il problema: il diritto alla sicurezza degli operatori è legato inscindibilmente al diritto alla tutela della salute dei cittadini

La legge113/2020 (Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell’esercizio delle loro funzioni) è entrata in vigore nell’agosto del 2020 ma i suoi effetti tardano ad arrivare – ha aggiunto il prof. La Mantia – non sono infatti diminuiti gli episodi di violenza, nonostante l’inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio. Il fulcro centrale della norma è rappresentato da alcune modifiche al Codice penale e dall’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza di medici e infermieri, che monitorerà gli episodi di violenza per garantire livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Crediamo che la violenza si debba iniziare a combattere già nelle scuole primarie per questo riteniamo sia fondamentale incontrare gli studenti e tenere delle vere e proprie tra lezioni di educazione civica i banchi. Formando i più giovani, avremo domani uomini e donne più rispettosi“, conclude La Mantia.

Foto di repertorio