La manovra economica italiana è al centro di un intenso dibattito politico, soprattutto per quanto riguarda le pensioni. A proporre cambiamenti sensibili sono i rappresentanti di Forza Italia, che chiedono di incrementare la rivalutazione delle pensioni minime prevista per il 2025, portandola dal 2,2% al 2,7%. Un aumento che, come si può immaginare, sarebbe minimo e farebbe alzare le pensioni di neanche 10 euro: si passerebbe infatti dai 617 euro attualmente previsti a 623.
Le strade alternative: i piani pensione
Numeri che spaventano, numeri che fanno capire bene quanto sia difficile e complessa la situazione previdenziale italiana. Una situazione in cui, anche per alzare di pochi euro l’importo mensile, è necessaria una vasta manovra e soprattutto sono necessari molti fondi. Per questo motivo sempre più lavoratori stanno pensando al Piano Pensione personale, un modo per mettere in sicurezza il futuro e per provare ad arginare una crisi economica, sociale e politica che sul tema pensioni è ormai senza precedenti.
Come si legge su Moneyfarm, il piano pensione rappresenta uno strumento di risparmio a lungo termine pensato proprio per integrare o sostituire quella pubblica, garantendo una maggiore sicurezza economica in età avanzata. Il suo funzionamento è semplice: si procede con contributi regolari versati dal lavoratore, spesso con il supporto del datore di lavoro, in un fondo dedicato gestito da enti specializzati che si occuperanno poi di investire le somme raccolte per generare rendimenti nel tempo. Una volta arrivati all’età della pensione, il capitale accumulato può essere erogato sotto forma di rendita periodica o in un’unica soluzione. Il piano pensione diventa così un’alternativa importante in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo. E che rischiano, in futuro, di esserlo ancora di più.
Le altre proposte: giovani e TFR
La pensione personale e integrativa viene proposta come soluzione anche da Fratelli d’Italia e Lega, che spingono per soluzioni ad hoc soprattutto i per i lavoratori giovani, under 35. Si chiede poi l’introduzione di un nuovo semestre di “silenzio-assenso” per consentire il trasferimento automatico del Tfr ai fondi pensione in caso di mancata scelta esplicita da parte del lavoratore. Trascorsi i sei mesi senza indicazioni dal lavoratore, il datore di lavoro sarebbe obbligato a trasferire il Tfr ai fondi pensione.
Intanto l’emendamento di Forza Italia sulle pensioni minime è stato sostenuto dalla firma dei deputati Pella, Cannizzaro, Barelli e Nevi, e avrebbe un costo stimato di circa 100 milioni di euro, da coprire utilizzando risorse dal Fondo per le esigenze indifferibili. L’obiettivo, si legge, “è offrire un piccolo ma significativo sollievo economico ai pensionati che percepiscono gli importi minimi”. Un significativo sollievo che però è di appena 10 euro al mese. Per migliorare la questione previdenziale in Italia serve ben altro. Il percorso per l’approvazione delle modifiche sarà definito a partire dal 20 novembre, data in cui verranno selezionati gli emendamenti da portare al voto. Dopodiché la manovra diventerà effettiva.