ITALIA – Se c’è un simbolo, nel nostro Paese, in grado di riunire più individui accomunati da un unico sentimento, quello è certamente il Tricolore. Siamo abituati da sempre a vederlo esposto sui balconi, in occasione dei grandi eventi calcistici come i Mondiali o gli Europei.
Lo sappiamo bene. Presente inizialmente come una “mosca bianca”, la bandiera si moltiplica esponenzialmente con i progressi maturati sul campo dalla formazione azzurra.
Dal buio alla rinascita
Da Paolo Rossi a Roberto Baggio, passando per gli eroi del 2006 e, in tempi attuali, i talentuosi Federico Chiesa e Jorginho, i protagonisti in maglia azzurra hanno vestito da sempre i panni del “portabandiera”, accendendo la passione per una Nazione con grandi giocate e gol indimenticabili.
Tuttavia, soltanto un anno e mezzo fa, in pieno lockdown emergenza pandemica, l’Italia trincerava nelle proprie case, minacciata dal “mostro” invisibile del virus che diffondeva paura e dolore. Le facciate dei palazzi, lungo lo Stivale, si bardavano di verde, bianco e rosso non per celebrare delle gesta sportive su un campo di gioco, bensì per cementare il senso di unità nazionale in uno dei periodi più bui vissuti dal Paese dal dopoguerra.
A distanza di 16 mesi, la bandiera italiana ha riacquistato il suo “significato” antecedente. Non più “scudo” per resistere, ma vessillo da sventolare per manifestare entusiasmo. E proprio “entusiasmo” è la parola chiave di questo periodo, con un’Italia in zona bianca interamente da due settimane che prova finalmente a mettersi alle spalle le tenebre del Coronavirus e si “accende” per una Nazionale che fa divertire e sognare come non accadeva da anni.
Il “miracolo” sociale
La formazione di Roberto Mancini, protagonista di un percorso esaltante a Euro 2020, ha compiuto un piccolo “miracolo” sociale, riuscendo ad abbattere distanze e timori che per troppo tempo hanno alimentato i discorsi di tutti noi.
Dopo le immancabili polemiche iniziali per le scelte dei convocati (si sa, ogni italiano è un commissario tecnico “mancato”), la scintilla definitiva è scattata in occasione della vittoria per 2-1 sul Belgio capolista del Ranking Fifa. Una prova rivelatrice che ha certificato la forza e la coesione di un gruppo sul quale Mancini lavora da tempo.
Tutti pazzi per l’Italia
Ma questa Italia è in grado di entusiasmare anche chi tifoso azzurro non è, meritandosi gli endorsement al di fuori dei confini nazionali. L’ex centrocampista della Germania, Bastian Schweinsteiger, non ha potuto far altro che indicare Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini come “i migliori difensori centrali al mondo” attualmente in circolazione.
Al rigore calciato da Jorginho nella semifinale con la Spagna che ha spinto l’Italia verso l’ultimo atto di Wembley contro l’Inghilterra, invece, il telecronista in lingua araba Khalil Al Balushi dell’emittente Bein Sport ha intonato “Bella Ciao“, canto popolare italiano tra i più conosciuti sul pianeta.
Infine, in occasione del Midday Briefing di ieri, il portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer, ha confessato che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, farà il tifo per “la squadra Azzurra” durante la finale contro i bianchi d’Albione. C’entrerà la Brexit, in questo caso?