ITALIA – Manifestazione in piazza Santi Apostoli a Roma oggi da parte delle sigle sindacali del mondo dell’istruzione.
A parlare dell’evento e della piacevole affluenza è stato Rino Di Megliov, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, in una dichiarazione rilasciata ad Adnkronos: “Oggi la maggior parte delle scuole italiane sono rimaste chiuse. L’adesione allo sciopero dai primi dati che arrivano risulta davvero molto grande, anche in modo inatteso, perché la pandemia limita ancora le attività nelle scuole quindi potevamo avere qualche preoccupazione”
“La piazza Santi Apostoli qui a Roma è stracolma di gente in un modo che neppure ci aspettavamo, – ha aggiunto Di Meglio – ci sono migliaia e migliaia di insegnanti che hanno raggiunto Roma per manifestare il loro disagio sia per il contratto che è scaduto e che prevede delle retribuzioni veramente indecorose e sia per il decreto legge del primo maggio che interviene in modo molto pasticciato e negativo sulla formazione e sul reclutamento”.
Le sigle sindacali degli insegnanti si sono trovati in piazza in sciopero contro le politiche sulla scuola del ministro Bianchi e del Governo Draghi. In piazza i coordinatori delle sigle hanno spiegato le motivazioni dello sciopero: “Si continuano a ripetere gli stessi errori. Oggi siamo qui tutti insieme perché la scuola non ci sta ad essere tagliata per l’ennesima volta”, accusa la segreteria generale CISL Scuola Ivana Barbacci.
“Ci sono 250mila docenti precari che stanno svolgendo servizio da oltre 36 mesi e per queste persone non serve una sanatoria ma un percorso adeguato. E c’è poi il tema del rinnovo del contratto di 1 milione e 200mila lavoratori che sono i meno pagati della pubblica amministrazione. Anche stavolta dopo le promesse non ci sono risposte adeguate”, conclude Barbacci.
Le fa eco Francesco Sinopoli di Flc Cgil: “Non si sta investendo sulla scuola, non si sta garantendo il diritto allo studio“.
“Questo decreto legge è assurdo e istituisce un sistema di formazione selettivo che viene finanziato tagliando gli organici. Non si riconosce ai precari il loro valore. Bisogna uscire da una logica che è sempre la stessa quella di colpire i presunti fannulloni. Vogliamo che il governo cambi strada. I quiz sono stati una barbarie. Ci si sta approfittando della denatalità con un calcolo che permetta di risparmiare sulla scuola“, conclude.
La manifestazione ha avuto un forte impatto sociale per via della numerosissima affluenza, ma non quello sperato sotto il punto di vista mediatico. Molti dei docenti in piazza hanno infatti lamentato il poco spazio che i principali media nazionali hanno dedicato alla manifestazione. Qualcuno di loro definisce “inquietante” il fatto che non si sia dato il giusto peso e spazio alla protesta.
Proteste infine anche da Snals con la segreteria generale Elvira Serafini: “Siamo stati dimenticati. Un decreto legge non può svilire la contrattazione. Il personale della scuola sta perdendo dignità con questo decreto legge. Vogliamo che il governo ci ascolti”.
“Se tutto il fronte sindacale si ritrova a scioperare e a manifestare contro l’operato del Governo – commenta infine Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – da parte delle istituzioni e di chi gestisce le sorti della scuola almeno qualche dubbio dovrà sorgere. Pensare che la riforma di un settore chiave del Paese, quale è la scuola e chi vi lavora, debba piegarsi totalmente al volere dell’Europa, per via dei fondi vincolati del Pnrr, non può essere una giustificazione valida per approvare il DL 36, almeno nella parte che riguarda l’istruzione”.
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