Come proteggere i tatuaggi in estate: i consigli della dermatologa Laura Alessi

SICILIA – I tatuaggi sono una forma di espressione artistica e personale che ha guadagnato sempre più popolarità negli ultimi decenni. Con l’arrivo dell’estate, tuttavia, prendersi cura di un tatuaggio fresco richiede particolare attenzione per evitare danni e complicazioni.

In tale contesto, la dermatologa Laura Alessi ci ha fornito preziosi consigli su come proteggere i tatuaggi durante la stagione estiva.

Le precauzioni da prendere con un tatuaggio “fresco” durante l’estate

La dottoressa Alessi ha spiegato che il sole e le sue radiazioni (raggi UVA e UVB) sono responsabili di danni a breve, medio e lungo termine a livello cutaneo. Ne deriva che un tatuaggio presente a livello dell’epidermide, soprattutto se di recente creazione, possa subire notevoli effetti negativi quali ad esempio perdita di definizione e nitidezza dei contorni e sbiadimento del pigmento con perdita di luminosità.

“I raggi UV infatti penetrano inevitabilmente fino ai pigmenti di diversa natura di cui il tatuaggio è composto e sebbene esista una diversa resistenza da parte dei pigmenti alla luce solare (il rosso e i colori generalmente più brillanti sono i primi a subire variazioni peggiorative), tutte le tonalità sono comunque sottoposte all’inevitabile danno ossidativo causato dalle radiazioni solari”.

“Capiamo pertanto l’estrema importanza di una costante giornaliera e ripetuta fotoprotezione del tatuaggio, a maggior ragione se localizzato in zone anatomiche fotoesposte (viso, mani, braccia, collo, decollette) con fotoprotezione massima ogni giorno dell’anno, stagione estiva in primis, ma invernale compresa poiché le radiazioni ci colpiscono ogni giorno della nostra vita, provocando danni cumulativi negli anni”.

Per quanto tempo evitare il sole

“Prima dell’esposizione solare si deve comunque attendere che la cute torni alla sua fisiologia e alla totale restitutio ad integrum con assenza di crosticine di pigmento (almeno due/tre settimane a seconda del tipo di tatuaggio, pigmento utilizzato, zona anatomica) eseguendo al meglio consigli del tatuatore e terapia del dermatologo”.

“Qualora l’esposizione al sole sia inevitabile prima della completa guarigione è consigliabile coprire il tatuaggio con garza sterile. È altresì consigliabile evitare bagni a mare e/o piscine nei primi tempi per evitare l’azione cronica di tipo corrosiva sul pigmento di sale e cloro mixata a quella delle radiazioni solari”.

I prodotti solari da usare su un tatuaggio per proteggerlo dai raggi UV

La dottoressa Alessi ha chiarito che non esiste una classifica del miglior prodotto solare da utilizzare su tatuaggio.

Ciò che è importante è rivolgersi al proprio dermatologo di fiducia che, a seguito di visita specialistica valuterà quale sia la migliore formulazione adatta al fototipo del paziente analizzando specifiche e personalissime caratteristiche riguardanti sia il soggetto sia il tatuaggio in esame”.

“Senza alcun dubbio viene comunque consigliato vivamente l’utilizzo costante di fotoprotezione massima spesso anche in formato stick, molto comoda da portare sempre con sé e da riapplicare più volte al giorno a seconda del bisogno e/o esigenza”.

Le creme solari

 Una protezione con SPF 100 non è due volte più efficace di una 50+. Soltanto l’uso costante e ripetuto della fotoprotezione ci protegge davvero dai danni che le radiazioni solari provocano cumulativamente negli anni. Mi protegge di più applicare una fotoprotezione 30 ogni ora che applicare una 50+ o 100 una volta al mattino e poi basta”.

“Non esiste la protezione totale eterna come molti pensano ma si tratta solo di un aiuto in più che forniamo alla nostra pelle per proteggerla dai molteplici danni estetici e francamente patologici. Usate, pertanto, la crema solare che volete, la vera cosa importante è usarla come va usata: con costanza, ripetendone l’applicazione ogni due ore e dopo ogni bagno/sudorazione profusa”.

Fare il bagno in mare o in piscina con un tatuaggio nuovo

Fare il bagno con un tatuaggio fresco non è vietato, tuttavia sarebbe meglio aspettare almeno un mese per evitare infezioni e per evitare che il mix di sole, sale e cloro possa sbiadire il pigmento ancora fresco. Inoltre, si consiglia un lavaggio delicato con acqua corrente per eliminare i residui di sale e cloro e l’uso di creme idratanti e lenitive per migliorare le difese dell’epidermide

“A seconda del quadro clinico può essere indicato anche l’utilizzo al bisogno di creme barriera che fungono da “guanto invisibile” rendendo la zona del tatuaggio impermeabile ad acqua ed agenti chimici e/o fisici di natura esogena”.

Cosa fare se il tatuaggio inizia a irritarsi o a mostrare segni di infezione durante le vacanze al mare

La dottoressa spiega che l’infezione di un tatuaggio è sempre possibile quando la barriera cutanea che protegge la cute viene in qualche modo lesionata da agenti esogeni di natura chimico-fisica, ma anche se siamo in presenza di patologie che riducono le difese autoimmunitarie o la velocità dei processi rigenerativi (diabete mellito, terapia con antibiotici protratta, grandi fumatori).

Sono anche possibili reazioni allergiche o riacutizzazioni di patologie preesistenti quali psoriasi e dermatite atopica (da qui l’importanza da parte di un tatuatore serio di un’accurata anamnesi per escludere caratteristiche che prevedono una esclusione per la pratica del tatuaggio)”.

“Innanzitutto pensare alla prevenzione di infezioni o reazioni allergiche mediante costanti e scrupolose norme igieniche (non di poca importanza un gesto tanto banale quanto dimenticato quale la detersione delle mani): se creme lenitiva ad azione barriera e antibiotica possono essere utili per prevenire e curare fonti esogene di patologia, esistono anche fonti endogene legate al microbiota cutaneo che possono creare o automantenere la problematica”.

“Qualora dovesse comparire dolore, rossore, essudato sieroematico e/o prurito, conviene rivolgersi subito prontamente al dermatologo di fiducia che imposterà corretta e specifica terapia. Sempre sconsigliato il fai da te che di solito arreca più danni che benefici, peggiorando le manifestazioni patologiche cutanee”.

Enrico De Pasquale

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Enrico De Pasquale
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