L’uguaglianza dei sessi del rapporto genitoriale

CATANIA – Il retaggio culturale ha fatto si che per anni all’interno delle dinamiche familiari la figura del padre sia stata vista come quella maggiormente autoritaria e con maggiore indipendenza. Ad oggi, fortunatamente, tale concezione è stata ormai abbandonata.

Anche se sembra quasi futile e lapalissiano ribadire che le donne siano ormai equiparate anche in ambito familiare agli uomini, in realtà, non è poi così ovvio. È bene riscontrare e sottolineare come anche la giurisprudenza più recente ha fatto proprio tale principio, soprattutto con riguardo agli aspetti più pratici e concreti.

Fino a qualche anno fa, i provvedimenti dei giudici in merito all’organizzazione degli ex coniugi riguardo alla prole in comune erano cristallini sul fatto che dovesse essere il padre a dover affrontare possibili trasferte (si pensi ai casi in cui le abitazioni dei due genitori siano in due città diverse). Che tale indirizzo fosse giustificato dalla convinzione che il padre fosse maggiormente indipendente economicamente o che la madre, la maggior parte delle volte, fosse vista come la parte “debole” del rapporto non è chiaro ma è invece chiaro come la giurisprudenza più recente si è discostata da tale arcaico indirizzo.

I tribunali siciliani di Catania e Palermo, in recentissimi provvedimenti hanno segnato un punto di svolta nel riconoscimento della parità tra i genitori. Se pensate che l’organizzazione tra gli ex coniugi non avesse niente a che fare con il problema della disparità fra i sessi, siete erranti. Immaginate una situazione in cui dopo una separazione, le necessità lavorative portano la madre a trasferirsi a Palermo ed il padre a restare a Catania; è stata proprio questa la situazione che i tribunali hanno dovuto affrontare e risolvere.

Al fine di rispettare il diritto dei bambini alla bigenitorialità ed essendo i figli collocati prevalentemente con la madre a Palermo, il giudice ha giustamente previsto che i weekend di ogni mese fossero passati per metà con il padre e per metà con la madre. Ma ciò che ha sorpreso sono state le modalità con le quali le turnazioni dovevano essere attuate; i provvedimenti prevedono infatti che per due weekend al mese dovesse essere il padre a prendere i bambini e portarli con sé e per gli altri due week end dovesse essere invece la stessa madre ad accompagnare i bambini a casa del padre per permettergli di passare del tempo insieme.

Un’organizzazione di tal genere era impensabile fino a pochi anni fa; sarebbero state diverse le modalità scelte, come è possibile riscontrare in passati provvedimenti, le quali sicuramente avrebbero imposto solo al padre l’onere di affrontare le trasferte, forse per un’insita convinzione secondo la quale la madre, in quanto donna, non fosse in grado di affrontarle.

Con questo provvedimento è stata cristallizzata la parità tra madre e padre all’interno del rapporto genitoriale, parità che si confà a ciò che è ormai granitico nella società di oggi in cui la donna ha pari opportunità, in tutti i campi, rispetto agli uomini.
Ci si augura che provvedimenti come quelli emanati dai Tribunali di Catania e Palermo possano essere solo l’inizio di un nuovo indirizzo giurisprudenziale volto al perseguimento della parità e dell’uguaglianza.

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