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L’assegno unico universale è legge: previsti 250 euro per ogni figlio a carico

ITALIA – L’assegno unico universale per i figli è diventato legge. Martedì 30 marzo, infatti, dopo quasi tre ore di interventi ed esposizione di emendamenti, è arrivato il sì definitivo del Senato con 224 voti a favore e 4 astenuti. Si tratta del primo step verso la riforma delle misure della famiglia ed entrerà in vigore dal 1° luglio.

Sono sostanzialmente tre gli obiettivi che persegue questa misura:

  • favorire la natalità;
  • sostenere la genitorialità;
  • promuovere l’occupazione femminile.

Essa è destinata ad aiutare tutti i nuclei familiari in cui sono presenti figli in base all’ISEE. Per questo è definito assegno universale. È, inoltre, unico perché va a sostituire altri benefici quali: l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, l’assegno di natalità, il premio alla nascita, il fondo di sostegno alla natalità, le detrazioni fiscali contemplate dal Testo Unico delle imposte sui redditi per i figli a carico, l’assegno per il nucleo familiare e gli assegni familiari contemplati dal TU delle norme sugli assegni familiari.

A chi spetta?

Il beneficio viene riconosciuto dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del figlio e consiste in una quota media mensile fino a 250 euro. L’importo varia in base all’ISEE.

Occorre fare alcune precisazioni. Per la prole di età compresa tra i 18 e i 21 anni, infatti, l’assegno è corrisposto per un importo inferiore a quello contemplato per i minorenni, ma solo in presenza di determinate condizioni (es. percorsi di formazione scolastica, tirocini o percorsi lavorativi a basso reddito, disoccupazione). Inoltre è prevista la possibilità di corrisponderlo direttamente al figlio maggiorenne, per favorirne l’autonomia.

Per ciò che concerne i figli disabili, l’assegno sarà proporzionato alla gravità della disabilità e sarà maggiorato, se si tratta di minorenne, rispetto a quello riconosciuto per gli altri figli. Il beneficio sarà corrisposto anche dopo il compimento del 21° anno di età, laddove il figlio risulti ancora a carico, ma senza maggiorazione. Tale beneficio non preclude la richiesta di altre prestazioni sociali agevolate e trattamenti di tipo assistenziale previsti per figli affetti da disabilità.

Altre agevolazioni sono previste nel caso in cui:

  • nascano altri figli dopo il secondo;
  • la madre abbia un’età inferiore ai 21 anni.

Esso viene riconosciuto a entrambi i genitori e, in assenza, spetta a chi esercita la responsabilità genitoriale. In caso di separazione o divorzio dei coniugi e in assenza di un accordo tra gli stessi, l’assegno sarà attribuito al genitore affidatario. Per la corresponsione sono previste due opzioni: il credito d’imposta o il versamento mensile di una somma di denaro.

Requisiti per accedere all’assegno

Per poter beneficiare dell’assegno unico universale è necessario possedere determinati requisiti:

  • cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea o di uno Stato non appartenente all’Unione europea o del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca, di durata almeno annuale;
  • assoggettamento al pagamento dell’imposta sul reddito nel territorio italiano;
  • residenza e domicilio con i figli a carico nel territorio italiano e per tutta la durata del beneficio;
  • residenza in Italia per almeno due anni, anche se non in modo continuativo, o titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o determinato purché della durata minima di 2 anni.

I requisiti relativi alla residenza, al soggiorno, all’accesso e alla cittadinanza possono essere derogati su richiesta dei servizi sociali e per un periodo limitato solo se sussistono esigenze particolari.

Entrata in vigore

Come anticipato, l’assegno universale unico entrerà in vigore il 1° luglio 2021. Le misure che questo andrà a sostituire resteranno, pertanto, valide fino a quella data.

Elena Cassella

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Elena Cassella
Tags: Assegno Assegno Unico Universale Cittadinanza Età Figli Genitore Genitori Genitorialità Giustizia Isee Italia Legge Madre Natalità Requisiti Unione Europea

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