Il tesoro dei proverbi siciliani: una finestra sulla saggezza antica e attuale – TERZA PARTE

Il tesoro dei proverbi siciliani: una finestra sulla saggezza antica e attuale – TERZA PARTE

ITALIA – La terza parte dei proverbi antichi siciliani è dedicata all’amore, all’amicizia e alla famiglia e rappresenta un insieme di detti popolari che testimoniano la grande importanza che queste tematiche hanno avuto nella vita del popolo siciliano.

In particolare, la terza parte dei proverbi si concentra sull’importanza della famiglia come luogo di radicamento e di coesione sociale. Gli antichi detti ci insegnano che la famiglia è il nucleo fondamentale della società, il luogo in cui si apprendono i valori e le tradizioni che caratterizzano la cultura siciliana.

L’amore e l’amicizia sono, invece, rappresentati come valori universali, in grado di superare le differenze culturali e sociali e di unire le persone in un legame di affetto sincero e duraturo.

Proverbi antichi dedicati all’amore

Certu amuri, a nnaciri s’annacura (Un amore vero, non si cura delle apparenze)

Il proverbio può essere interpretato come una riflessione sulla natura dell’amore e sulle conseguenze che esso può comportare.

In particolare, suggerisce che un amore troppo intenso e appassionato può essere causa di sofferenza e di dolore, soprattutto quando le aspettative e le speranze che ne derivano vengono deluse.

L’espressione “a nnaciri s’annacura” fa riferimento alla pratica del piangere, una reazione emotiva comune di fronte al dolore. Il proverbio suggerisce che l’amore che si nutre con troppa intensità può portare alla sofferenza e al pianto.

Tuttavia, il proverbio non vuole sottolineare che l’amore in sé sia negativo o che debba essere evitato, ma, piuttosto che l’eccesso di passione può portare a conseguenze negative. L’amore è un sentimento prezioso e universale che arricchisce la vita di coloro che lo vivono e che può portare gioia e felicità.

In sostanza, il proverbio ci invita a coltivare l’amore con moderazione e a non nutrire aspettative troppo elevate, in modo da evitare delusioni e sofferenze. Una visione equilibrata e realistica dell’amore ci permette di apprezzare appieno questo sentimento, senza cadere in eccessi che potrebbero essere dannosi per noi stessi e per gli altri.

 

L’amuri è comu u ventu, nun si po vìdiri ma si po sintiri (L’amore è come il vento, non si può vedere ma si può sentire)

Il proverbio significa che l’amore è un sentimento che non si può vedere, ma che si può sentire dentro di sé. L’amore è un’emozione profonda e invisibile che agisce sulle persone, spingendole a fare cose straordinarie e a provare sensazioni che altrimenti non potrebbero sperimentare.

Il vento è un elemento naturale che si fa sentire sulla pelle, che accarezza i capelli, che fa muovere le foglie degli alberi. Analogamente, l’amore si fa sentire nel cuore, attraverso le emozioni, i pensieri e le sensazioni che suscita in chi lo prova. L’amore non ha una forma tangibile e non può essere visto, ma è presente in ogni gesto, in ogni parola, in ogni sguardo.

Inoltre, il proverbio suggerisce che l’amore non può essere forzato o manipolato, ma deve essere lasciato libero di esprimersi e di fluire come il vento. Come il vento, l’amore può essere gentile e delicato, ma può anche essere potente e travolgente, e quindi bisogna saperlo ascoltare e rispettare.

 

L’amuri è ciecu, ma cchiù cecu è cchi nun ci sta (L’amore è cieco, ma più cieco è chi non c’è)

Il proverbio può essere interpretato come una riflessione sulla natura dell’amore e sulla sua capacità di rendere ciechi nei confronti dei difetti della persona amata.

In particolare, il proverbio suggerisce che l’amore può portare a ignorare i difetti o le mancanze dell’oggetto del nostro affetto, fino a diventare “ciechi” nei confronti di tali aspetti negativi. Tuttavia, il proverbio mette in guardia anche contro la cecità di coloro che non sono in grado di apprezzare l’amore quando si presenta loro davanti.

In altre parole, il proverbio ci invita a riflettere sull’importanza di avere una visione equilibrata e realistica dell’amore. Mentre è vero che l’amore può rendere ciechi nei confronti dei difetti della persona amata, è altrettanto vero che non tutti sono in grado di riconoscere e apprezzare l’amore quando lo incontrano.

Il proverbio suggerisce che, per apprezzare appieno l’amore, è necessario cercare di mantenere un equilibrio tra il cuore e la ragione, e di essere in grado di riconoscere le qualità e i difetti della persona amata in modo obiettivo. Solo così si può costruire una relazione sana e duratura, basata sulla comprensione reciproca e sul rispetto reciproco.

 

L’amuri è nni patri, a nnaciri nnasci (L’amore è innato, non si impara)

Il proverbio si traduce in italiano come “L’amore è nel padre, a nascer non si impara“. Questo proverbio suggerisce che l’amore è un sentimento che si apprende dalla famiglia e in particolare dal padre, sin dalla nascita. Non si può imparare ad amare qualcuno se non si è stati educati in un ambiente familiare che ha trasmesso l’amore come valore fondamentale.

Il proverbio invita quindi a riflettere sulle radici dell’amore e su come esso si manifesta nella vita delle persone. In particolare, sottolinea l’importanza dell’educazione familiare e della figura del padre come modello di amore e affetto, che può influenzare la capacità di amare delle persone in modo positivo.

 

L’amuri è comu un’arma, chi la pigghia a mmànu nun sapì lu destinu (L’amore è come un’arma, chi la prende in mano non sa il destino)

Il proverbio può essere interpretato come un avvertimento sul potere dell’amore e sulle conseguenze che esso può comportare.

In particolare, il proverbio suggerisce che l’amore può essere paragonato ad un’arma che, se utilizzata senza cautela e senza consapevolezza delle proprie azioni, può portare a conseguenze imprevedibili e, talvolta, disastrose.

L’espressione “chi la pigghia a mmànu nun sapì lu destinu” fa riferimento alla responsabilità che deriva dall’utilizzo di un’arma. Chiunque tenga in mano un’arma deve essere consapevole delle proprie azioni e delle conseguenze che queste possono comportare.

Nel contesto dell’amore, il proverbio suggerisce che coloro che si innamorano devono essere consapevoli del potere dell’amore e delle conseguenze che esso può comportare.

L’amore, se nutrito con troppa intensità o senza una visione realistica della situazione, può portare a conseguenze imprevedibili e a delusioni.

In sostanza, il proverbio ci invita a riflettere sulla responsabilità che deriva dall’amare qualcuno e a considerare le conseguenze delle nostre azioni. L’amore è un sentimento potente e universale che può portare gioia e felicità, ma anche dolore e sofferenza. Pertanto, è importante amare con cautela e consapevolezza, evitando di utilizzare l’amore come un’arma che può ferire sia noi stessi che gli altri.

 

L’amuri è comu un sughizzu, ci la dari sempri più e nun ne prendi mai. (L’amore è come un sugo, ci dai sempre di più e non ne prendi mai)

Il proverbio può essere interpretato come un’osservazione sulla natura del vero amore. Il “sughizzu” è una specie di frutto che cresce sulla pianta del fico d’India, noto per le sue spine affilate e dolorose.

Nel contesto del proverbio, il “sughizzu” rappresenta la difficoltà e il dolore che, spesso, accompagnano il vero amore. Anche se si è disposti a dare tutto per amore, il proverbio suggerisce che non è garantito che si riceva lo stesso in cambio. In altre parole, l’amore è spesso un sentimento unilaterale, dove una persona può amare intensamente, ma non essere amata allo stesso modo dall’altra persona.

Il proverbio riflette anche la natura imprevedibile dell’amore. Come il “sughizzu”, l’amore può essere difficile da afferrare e tenere stretto. Può essere sfuggente e insidioso come le spine del frutto, che si insinuano nella pelle senza essere notate.

 

L’amuri è nu fuoccu ca brucia, ma sulu si si tene accisu (L’amore è un fuoco che brucia, ma solo se tenuto acceso)

Il proverbio può essere interpretato come un’osservazione sul potere dell’amore e sulla necessità di coltivarlo e mantenerlo vivo.

Il proverbio paragona l’amore ad un fuoco ardente che brucia intensamente, ma che ha bisogno di essere costantemente alimentato per continuare a bruciare. Come un fuoco, l’amore può essere potente e in grado di illuminare le nostre vite, ma se non viene mantenuto acceso, può, anche, spegnersi e svanire.

L’interpretazione del proverbio suggerisce che l’amore richiede impegno, attenzione e dedizione. Come il fuoco, deve essere alimentato e nutrito con gesti di affetto, di comprensione e di generosità per sopravvivere. Se l’amore viene trascurato o ignorato, può facilmente spegnersi e svanire, lasciando solo cenere e rimpianti.

Il proverbio può anche suggerire che l’amore è un’emozione che richiede una certa dose di rischio. Come accendere un fuoco, anche l’amore può comportare il rischio di essere feriti o bruciati. Ma se si ha il coraggio di accendere la fiamma dell’amore e di mantenerla viva, il risultato può essere una fonte di calore, di luce e di gioia.

 

L’amuri è comu na rosa, bbella a vìdiri ma prienta a feriri (L’amore è come una rosa, bella da vedere ma pronta a ferire)

Il proverbio può essere interpretato come un monito sulla natura complessa dell’amore. Come una rosa, l’amore può apparire bellissimo e attraente, ma può anche essere pericoloso e ferire.

L’interpretazione del proverbio suggerisce che l’amore, come la rosa, ha due facce: quella esterna, che rappresenta la bellezza, e quella interna, che può ferire e causare dolore. Questo significa che l’amore può essere fonte di gioia e felicità, ma, anche, di sofferenza e dolore.

Inoltre, il proverbio implica che l’amore richiede cura e attenzione, proprio come le rose. Se non viene trattato con la giusta delicatezza e rispetto, l’amore può ferire e causare danni irreparabili. Quindi, il proverbio ci invita a considerare con attenzione l’amore e a trattarlo con rispetto e attenzione, per evitare di ferire noi stessi e gli altri.

 

L’amuri è nu mumentu, ma lu duluri è ppi tutta a vita (L’amore è un momento, ma il dolore è per tutta la vita)

Il proverbio può essere interpretato come una riflessione sulla natura effimera dell’amore e sulla durata del dolore che può causare.

Il proverbio suggerisce che l’amore, come un momento fugace, può essere intenso e gratificante, ma non dura per sempre. D’altra parte, il dolore causato dall’amore può durare per tutta la vita e lasciare cicatrici permanenti.

Inoltre, il proverbio implica che l’amore è un’esperienza che va vissuta pienamente, anche se dura solo un momento. Il momento di felicità e di piacere che l’amore può portare è prezioso e deve essere sperimentato con gioia e gratitudine, anche se è destinato a finire.

Tuttavia, il proverbio ci avvisa anche del rischio che l’amore possa portare dolore e sofferenza duraturi.

Il dolore causato dall’amore può essere intenso e può durare per tutta la vita, lasciando cicatrici emotive profonde e difficili da guarire.

 

L’amuri è comu na lanterna, si tali lu filu si spengi (L’amore è come una lanterna, se tagli il filo si spegne)

Il proverbio può essere interpretato come un avvertimento sulla natura fragile e delicata dell’amore. La lanterna rappresenta l’amore, mentre il filo rappresenta la passione che lo alimenta. Come una lanterna che si spegne se il filo che la alimenta viene tagliato, l’amore può, anche, svanire se la passione che lo sostiene viene persa.

In altre parole, questo proverbio ci ricorda che l’amore è un sentimento che richiede cura e attenzione costanti, altrimenti può svanire rapidamente. È importante mantenere viva la passione e la dedizione per mantenere l’amore acceso come una lanterna luminosa.

Inoltre, il proverbio ci suggerisce che l’amore è un sentimento fragile e delicato che richiede attenzione e cura. Se non si presta attenzione alla passione che alimenta l’amore, esso può spegnersi come una lanterna che viene privata del suo filo. Pertanto, questo proverbio ci incoraggia a non dare mai per scontato l’amore, ma, piuttosto, a coltivarlo con dedizione e passione per farlo crescere e durare nel tempo.

 

Proverbi antichi dedicati all’amicizia

Certu amicu è cchiù di na perna (Un vero amico vale più di una gamba)

L’interpretazione del detto è che un vero amico è una persona preziosa e di grande valore nella vita di una persona. Così come una persona che perde una gamba avrà difficoltà a camminare, così una persona che perde un amico fidato sarà privata di un sostegno emotivo e morale.

Il proverbio sottolinea l’importanza dell’amicizia autentica nella vita delle persone e mette in evidenza la grande considerazione che gli amici veri meritano. L’amicizia vera è in grado di sostenere una persona in momenti difficili e di fornire un aiuto importante quando necessario. In definitiva, questo detto mette in evidenza la grande importanza dei legami umani nella vita e sottolinea la necessità di nutrire e preservare le relazioni positive e sincere.

 

L’amicu di tutti non è amicu di nuddu (L’amico di tutti non è amico di nessuno)

Il proverbio si riferisce a una persona che cerca di essere amica di tutti e che finisce per non essere amica di nessuno in modo autentico e profondo.

Il proverbio sottolinea l’importanza di avere relazioni autentiche e durature nella vita, piuttosto che cercare di piacere a tutti. Gli amici veri e sinceri sono coloro che condividono i valori e gli interessi della persona, e non coloro che cercano solo di ottenere qualcosa da essa.

Questo detto mette in evidenza l’importanza di scegliere i propri amici in modo oculato, basandosi sulla sincerità e sulla lealtà. Sottolinea, inoltre, che la qualità delle relazioni è più importante della quantità, e che cercare di essere amico di tutti può portare a relazioni superficiali e insoddisfacenti. In definitiva, questo detto invita a scegliere con cura gli amici, basandosi sulla qualità delle relazioni e sulla sincerità delle persone coinvolte.

 

L’amici si cunnosci quannu siti pri chistu o quannu siti nivi (Gli amici si conoscono quando sei in difficoltà o quando sei nella fortuna)

Il proverbio si riferisce alla vera natura dell’amicizia e alla sua forza nei momenti di difficoltà.

Il proverbio suggerisce che si può realmente conoscere un amico solo quando si è in difficoltà o in un momento di bisogno. Solo allora si può vedere se un amico è disposto a sostenerti, a sacrificare qualcosa per te o ad aiutarti in qualche modo. In altre parole, solo quando si è in una situazione difficile si può vedere se un amico è veramente tale.

D’altra parte, il proverbio suggerisce, anche, che un amico può essere riconosciuto quando si è felici e prosperi. Quando si è in una posizione di potere, di ricchezza o di successo, un amico vero sarà felice per te e si rallegrerà del tuo successo. Al contrario, un falso amico potrebbe invidiarti o cercare di approfittarsi della tua posizione di forza.

In sostanza, il proverbio ci invita a riflettere sulla vera natura dell’amicizia e sui suoi tratti fondamentali. Essa suggerisce che un amico vero è colui che è presente in ogni momento della vita, sia nei momenti di gioia che in quelli di difficoltà, e che è pronto a sostenere e a sacrificarsi per il bene dell’amico.

 

L’amicizia è na ricchia ca, pi virgogna, s’appicca sulu (L’amicizia è una vite che, per vergogna, si attacca solo)

Il proverbio può essere interpretato come un monito sul valore dell’amicizia e sulla sua vera natura.

In particolare, il proverbio suggerisce che l’amicizia è una sorta di fardello che può causare imbarazzo o vergogna se non viene gestita con saggezza e sincerità. Ciò significa che l’amicizia non dovrebbe essere presa alla leggera, ma dovrebbe essere coltivata con cura e rispetto per i propri amici.

In altre parole, l’amicizia non dovrebbe essere vista solo come una fonte di piacere o di vantaggio personale, ma come un impegno reciproco a sostenersi e a rispettarsi l’un l’altro. Se non si tiene conto di questo impegno, l’amicizia può diventare una fonte di difficoltà e di vergogna per entrambe le parti.

In sostanza, il proverbio suggerisce che l’amicizia è un tesoro prezioso che deve essere preservato con cura, ma che richiede anche un impegno costante per essere mantenuto vivo e sincero nel tempo. Solo in questo modo l’amicizia può essere una vera e propria fonte di gioia e di sostegno reciproco nella vita.

 

L’amici nun si rici a l’occhi, ma a lu cori (Gli amici non si scelgono con gli occhi, ma con il cuore)

Il proverbio afferma che gli amici non si scelgono sulla base dell’apparenza fisica, ma piuttosto in base alla connessione emotiva e spirituale.

Il proverbio suggerisce che non si dovrebbe giudicare un amico in base al suo aspetto esteriore, alla sua età, alla sua razza o al suo status sociale, ma, piuttosto, in base alla sua integrità, alla sua lealtà e al suo carattere. In altre parole, un vero amico non è qualcuno che si sceglie in base all’aspetto fisico, ma qualcuno che si sceglie per la forza dei legami emotivi e spirituali che lo uniscono.

Inoltre, il proverbio ci invita a valutare gli amici in base alla sincerità dei loro sentimenti, alla loro empatia e alla loro capacità di comprendere i nostri bisogni e di condividere i nostri obiettivi. Un amico che è autentico, che ci rispetta e che ci supporta nelle difficoltà è molto più prezioso di una persona che si basa solo sull’apparenza o su relazioni superficiali.

 

L’amicizia è comu na candela, ci voli ammucciari lu picciriddu (L’amicizia è come una candela, bisogna proteggerla dal vento)

Il proverbio può essere interpretato come un monito sul valore dell’amicizia e sulla necessità di proteggerla con cura.

In particolare, il proverbio suggerisce che l’amicizia è come una candela che deve essere protetta dalle intemperie e dalle correnti d’aria, così come un bambino deve essere protetto dai pericoli del mondo. Ciò significa che l’amicizia richiede una cura costante e una protezione dalle influenze negative che possono metterla in pericolo.

Inoltre, il proverbio implica che l’amicizia è fragile e delicata come una candela, e che deve essere maneggiata con cura e rispetto. Come un bambino che ha bisogno di essere protetto e guidato, anche l’amicizia richiede un’attenzione costante e un impegno reciproco per essere mantenuta viva nel tempo.

 

L’amici si cunnosci ntalianu a l’occhi, ma nun s’aricuscenuntari mai (gli amici veri si riconoscono guardandosi negli occhi, ma anche se si allontanano non dimenticheranno mai la loro amicizia)

Il proverbio parla dell’amicizia vera e sincera, che può essere riconosciuta attraverso uno sguardo. Quando siamo veramente amici, non abbiamo bisogno di parole per capire gli stati d’animo dell’altro, perché basta un semplice sguardo per capirsi reciprocamente.

Tuttavia, nonostante le distanze o le difficoltà della vita, l’amicizia sincera resiste e non viene mai dimenticata. In sostanza, il detto suggerisce che quando si hanno amici veri, questi restano al nostro fianco anche nei momenti più difficili e che la vera amicizia può superare ogni ostacolo.

 

Cu l’amicu veru si cammina diu, cu l’amicu falsu si nun si naviga (con l’amico vero si cammina a lungo, con l’amico falso non si naviga)

Il proverbio afferma che un amico sincero e fedele ci sostiene e ci accompagna lungo il cammino della vita, mentre un amico falso e disonesto può portare solo problemi e difficoltà.

Il proverbio suggerisce che gli amici veri sono coloro che ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi e ci supportano nei momenti difficili, mentre gli amici falsi possono essere pericolosi e possono causare problemi e difficoltà. In altre parole, gli amici veri sono quelli che si interessano sinceramente alla nostra vita e che sono disposti a sacrificare il proprio tempo e le proprie risorse per aiutarci, mentre gli amici falsi sono egoisti e pensano solo ai loro interessi.

Inoltre, il proverbio ci invita a prestare attenzione alla natura e al carattere degli amici che scegliamo di avere. Gli amici veri sono quelli che ci incoraggiano e ci sostengono nel perseguimento dei nostri obiettivi, mentre gli amici falsi possono manipolarci e ingannarci per i loro interessi egoistici. Dobbiamo quindi essere consapevoli delle persone che ci circondano e scegliere i nostri amici con cura, in modo da avere persone che ci sostengano e ci aiutino a crescere come individui.

 

L’amicizia è comu na cora ri pirdedda: mica a tutti li tocca (l’amicizia è come una corona d’oro: non tutti hanno la fortuna di averla)

Il proverbio si riferisce alla natura imprevedibile dell’amicizia e alla sua difficoltà nell’essere mantenuta nel tempo.

La metafora utilizzata nel proverbio, “na cora ri pirdedda” (un cuore di pernice), rappresenta la fragilità dell’amicizia e la sua tendenza a svanire facilmente. Il fatto che non tutti possano avere un cuore di pernice suggerisce che non tutti sono capaci di mantenere un’amicizia duratura e profonda.

In altre parole, il proverbio suggerisce che l’amicizia è un bene prezioso, ma non tutti sono in grado di apprezzarla e mantenerla. Alcune persone possono non essere in grado di sviluppare legami duraturi con gli altri, mentre altre potrebbero non essere in grado di mantenere l’amicizia a causa di differenze di opinione o di situazioni impreviste.

 

Ci vecchi amici e ci vecchi vini sono i migliori (Gli amici vecchi e i vini vecchi sono i migliori)

Il proverbio sottolinea il valore delle relazioni di lunga data e della saggezza che si acquisisce con il passare del tempo.

L’immagine dei “vecchi amici” e dei “vecchi vini” evoca un senso di comfort e familiarità, e suggerisce che entrambi migliorano con l’età. Ciò significa che, nonostante il trascorrere del tempo, tali relazioni possono diventare sempre più profonde e soddisfacenti.

Tuttavia, il proverbio va oltre la semplice idea che le cose migliorino con il tempo. Suggerisce anche che l’esperienza e la saggezza acquisite durante il corso di una relazione duratura, sia essa amicizia o vino, sono preziose. Questa saggezza può derivare dal passaggio attraverso le sfide e i conflitti che inevitabilmente sorgono nelle relazioni, nonché dalla comprensione delle peculiarità e delle idiosincrasie di ogni individuo.

 

Proverbi antichi dedicati alla famiglia

A famigghia è tuttu (la famiglia è tutto)

Il proverbio sottolinea l’importanza della famiglia come pilastro fondamentale della società.

Il proverbio suggerisce che la famiglia è la base di tutto ciò che facciamo e che la nostra fedeltà e il nostro impegno dovrebbero essere rivolti prima di tutto alla famiglia.

Ciò significa che la famiglia dovrebbe essere la fonte di sostegno, amore e protezione per i suoi membri, e che i membri della famiglia dovrebbero cercare di preservare e proteggere l’unità della famiglia a tutti i costi.

Il proverbio riflette anche il fatto che nella cultura siciliana, come in molte altre culture, la famiglia viene vista come un’unità solidale, in cui ogni membro è responsabile del benessere degli altri membri. In questo senso, la famiglia non è solo una questione di sangue o di parentela, ma è anche una questione di connessione emotiva e di legame spirituale.

 

Chi fa la famigghia s’appasta la carne (chi fa la famiglia si appaga della carne cioè, si appaga dei frutti del lavoro familiare)

Il proverbio può essere interpretato in diversi modi, ma in generale significa che chi crea legami familiari stretti e duraturi deve aspettarsi di dover affrontare e risolvere difficoltà e problemi insieme.

In particolare, il proverbio sottolinea l’importanza dell’unità familiare e del sostegno reciproco nei momenti di difficoltà.

La “carne” rappresenta qui i problemi e le sfide della vita, che diventano più facili da affrontare se ci si unisce e si lavora insieme come una famiglia.

Allo stesso tempo, il proverbio può essere interpretato anche come un monito: il fatto che la famiglia sia unita e affiatata non significa che non ci siano conflitti o tensioni. Anzi, proprio perché si tratta di legami molto forti, le questioni personali e le divergenze di opinione possono diventare più intense e difficili da risolvere.

In ogni caso, sottolinea l’importanza dell’unità e della collaborazione tra i membri della famiglia per affrontare insieme le difficoltà della vita.

 

La famigghia è comu l’ova, ‘un si spappula mai (la famiglia è come l’uovo, non si deve mai spezzare)

Il proverbio sottolinea l’importanza dell’unità e della solidarietà familiare, che deve essere mantenuta in ogni circostanza.

Il proverbio fa riferimento alla fragilità dell’uovo, ma suggerisce che la famiglia è anche fragile e può essere facilmente danneggiata se non viene gestita con cura.

Tuttavia, la frase “non si spappula mai” sottolinea che la famiglia, come l’uovo, può essere tenuta insieme e protetta dall’esterno, se le sue parti rimangono unite.

Il proverbio ci invita quindi a considerare la famiglia come un’entità unitaria, che deve essere preservata e protetta in ogni modo possibile. Ciò significa che le persone all’interno della famiglia devono essere solidali tra loro e difendersi a vicenda in caso di difficoltà. Inoltre, suggerisce che la famiglia dovrebbe essere tenuta insieme non solo da legami di sangue, ma, anche, da un forte senso di appartenenza e di condivisione degli stessi valori e obiettivi.

 

A famigghia si vidi chistu chi fa (la famiglia si conosce da ciò che fa)

Il proverbio sottolinea l’importanza di giudicare una persona dalle sue azioni, soprattutto all’interno del contesto familiare.

Il proverbio suggerisce che il comportamento di un membro della famiglia è un indicatore del suo carattere e della sua integrità morale.

In altre parole, il modo in cui una persona si comporta all’interno della famiglia riflette il suo vero io e il suo atteggiamento verso gli altri membri della famiglia.

Il proverbio ci invita quindi a prestare attenzione a ciò che un membro della famiglia fa, piuttosto che a ciò che dice o promette. Ciò significa che le persone dovrebbero essere valutate sulla base delle loro azioni, e non solo sulla base delle loro parole o dei loro sentimenti. Inoltre, suggerisce che la famiglia dovrebbe essere un ambiente in cui le persone si rispettano a vicenda e si sostengono a vicenda, anche attraverso i loro comportamenti.

 

A famigghia è ‘n drizzu di pisci (la famiglia è un giro di pesce cioè, una rete di relazioni strette e solide)

Il proverbio sottolinea l’importanza della coesione e dell’unità familiare.

Fa riferimento ai pesci che nuotano insieme in un banco, formando un gruppo compatto e coordinato. Allo stesso modo, la famiglia dovrebbe essere unita e solidale, in modo da poter affrontare le sfide della vita insieme.

Il proverbio ci invita quindi a considerare la famiglia come un insieme di individui che lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune. Ciò significa che ogni membro della famiglia dovrebbe contribuire in modo attivo e responsabile al benessere della famiglia nel suo insieme. Inoltre, suggerisce che la famiglia dovrebbe essere in grado di superare le difficoltà grazie alla coesione e alla solidarietà dei suoi membri.

 

La famigghia è unni virgogna e pittimi nun cci sunnu (la famiglia è dove non ci sono vergogna e pietà)

Il proverbio può essere interpretato come un avvertimento sulla necessità di preservare l’onore e la reputazione della propria famiglia.

La prima parte del proverbio afferma che la famiglia è la fonte della vergogna, il che significa che le azioni di un singolo membro della famiglia possono influire negativamente sull’intera famiglia e sulla sua reputazione. Ciò sottolinea l’importanza della responsabilità individuale e della considerazione delle conseguenze delle proprie azioni sulla famiglia.

La seconda parte del proverbio afferma che non ci sono compromessi o scuse per le azioni disonorevoli. Questo significa che i membri della famiglia devono agire con integrità e onestà, poiché anche la più piccola azione disonorevole può compromettere la reputazione dell’intera famiglia.

 

La famigghia è lu mari di lu cori (la famiglia è il mare del cuore cioè, un luogo di emozioni e sentimenti profondi)

Il proverbio sottolinea l’importanza della famiglia come fonte di sostegno e affetto per le persone.

Il proverbio paragona la famiglia al mare che circonda un’isola, rappresentando l’amore e l’affetto che avvolgono i membri della famiglia. Come il mare che protegge l’isola dalle tempeste e dalle intemperie, la famiglia offre un rifugio sicuro e confortevole per i propri membri, proteggendoli dalle difficoltà e dai pericoli esterni.

Il proverbio ci invita quindi a considerare la famiglia come un’unità fondamentale nella vita delle persone, in grado di fornire sostegno emotivo, affetto e protezione. Rappresenta un invito a valorizzare i legami familiari e a considerare la famiglia come una fonte di sicurezza e stabilità nelle nostre vite.

 

La famigghia è lu primu patrunatu (la famiglia è la prima patria cioè, il luogo dove si apprende l’amore e la solidarietà)

Il proverbio sottolinea l’importanza della famiglia come base e radice delle relazioni umane.

Il proverbio afferma che la famiglia è il primo legame e punto di riferimento nella vita delle persone, rappresentando una sorta di “patrunatu“, ovvero un punto di partenza e un modello per le relazioni che le persone stabiliscono con gli altri.

Il proverbio ci invita quindi a considerare la famiglia come la fonte principale delle relazioni umane e della costruzione della nostra identità. Rappresenta un invito a valorizzare i legami familiari e a riconoscere il loro ruolo cruciale nella formazione delle nostre personalità e del nostro modo di relazionarci con gli altri.

 

A famigghia è comu u rispettu, si guadagna cu l’attuzzioni (la famiglia è come il rispetto, si guadagna con le attenzioni)

Il proverbio sottolinea l’importanza di guadagnare il rispetto della famiglia attraverso le nostre azioni e il nostro comportamento.

Il proverbio afferma che il rispetto all’interno della famiglia non è automatico o garantito, ma deve essere guadagnato attraverso le nostre attuzioni, ovvero le nostre azioni e il nostro comportamento. Questo significa che non basta essere legati da un vincolo di sangue per ottenere il rispetto degli altri membri della famiglia, ma è necessario dimostrare di meritarlo attraverso il nostro comportamento e le nostre decisioni.

Il proverbio ci invita quindi a considerare il rispetto come un valore che deve essere guadagnato attraverso le nostre azioni e le nostre parole. Rappresenta un invito a prestare attenzione al nostro comportamento e alla nostra condotta all’interno della famiglia, poiché questo può influenzare la percezione che gli altri membri hanno di noi e il rispetto che ci mostrano.

 

La famigghia è comu lu trusciu, si l’arricchisci d’un ciurmuniu di fili (la famiglia è come il cesto, si arricchisce con un mucchio di fili (cioè, una famiglia unita e solidale è più forte e resistente)

Il proverbio significa che la famiglia è come un albero di fico, che può essere arricchito da un gran numero di figli. Questo proverbio sottolinea l’importanza della famiglia come unità sociale e della sua crescita attraverso la presenza di numerosi figli.

L’albero di fico, noto, anche, come “trusciu” in siciliano, è un simbolo di prosperità e abbondanza. Quando l’albero di fico è carico di frutti, rappresenta una fonte di nutrimento per la famiglia e la comunità. In modo simile, una famiglia con molti figli può diventare più forte e prospera, in quanto ogni figlio può contribuire in modo unico alla crescita e alla stabilità della famiglia.

Tuttavia, il proverbio suggerisce anche che la quantità di figli non è l’unica chiave per il successo familiare. È importante che ogni figlio sia responsabile e contribuisca alla famiglia in modo positivo. Allo stesso tempo, è anche importante che la famiglia sia unita e coesa, in modo che possa affrontare le sfide insieme.