I termini inglesi più usati nella nostra lingua

I termini inglesi più usati nella nostra lingua

Al giorno d’oggi sembra impossibile passare una giornata senza mai pronunciare una parola inglese. Dal risveglio la mattina, quando si fa un rapido check delle news sul nostro smartphone, fino al weekend, si è ormai pieni di anglicismi che vengono considerati parte integrante del nostro vocabolario.

 

Questa invasione pacifica della lingua di Shakespeare nel linguaggio quotidiano, è un fenomeno che ha preso piede negli anni ‘90, iniziando con discrezione per poi trasformarsi in una vera e propria valanga nell’era dei social network. E non si parla solo di parole più tecniche, l’inglese ha praticamente conquistato ogni aspetto della nostra vita, dal tempo libero alla politica, dall’economia fino alla comunicazione di tutti i giorni.

 

Il mondo del lavoro

Nel mondo del lavoro, ad esempio, non si fanno più le “riunioni” ma i meeting, quelle che una volta erano le “scadenze” oggi sono le famose deadline, e guai a chiamare “pausa caffè” ciò che oggi è conosciuto come coffee break. Il manager ha sostituito il “dirigente”, mentre il CEO ha praticamente mandato in pensione il termine “amministratore delegato”. E se si lavora come freelance, si avrà sicuramente a che fare con qualche customer care o si dovranno rispettare le dovute deadline per i diversi project sotto mano. Il concetto di impresa è stato rivoluzionato dalle startup, mentre non si può più fare a meno del business plan per un’iniziativa imprenditoriale.

 

Intrattenimento e tecnologia

 

Quando si parla di intrattenimento, il fenomeno diventa ancora più evidente. Non si guardano più gli “spettacoli” ma gli show, non esistono più gli “autoscatti” ma selfie, e ciò che si trova particolarmente attraente oggi ha molto appeal. Nello spettacolo si è stracolmi di trend setter e di influencer. D’altro canto il mondo del gaming ha sviluppato un proprio linguaggio specifico, quelli che una volta erano i “giri gratuiti” oggi vengono chiamati free spin, i “giocatori” sono player e le “partite” sono match.

 

Ciò che ha dato però il colpo di grazia alla resistenza linguistica è stata la tecnologia: software, device, display, hardware, wireless sono termini che chiunque utilizza con disinvoltura. I social network, invece, hanno introdotto con forza termini come follower, engagement, stories, tutte parole che provengono da una rivoluzione digitale e che difficilmente si riescono a tradurre in modo efficace nella lingua italiana. 

 

I motivi a base dello shift culturale

 

Ma perché si utilizzano così tanto i termini inglesi? Spesso si tratta di praticità: “weekend” è più immediato di “fine settimana”, “food” è più diretto della parola “cibo” e risuona in modo anche più accattivante. A volte capita però che questi inglesismi vengano utilizzati per necessità, perché effettivamente non esiste un equivalente italiano altrettanto efficace. Il fenomeno è talmente diffuso che ormai ci sono neologismi “itanglesi” che in inglese hanno un significato completamente diverso: pensate allo “smartworking”, che gli inglesi chiamano semplicemente “work from home”, o al “beauty case” che loro definiscono “cosmetic bag”.

 

Che ci piaccia o no, questo mix linguistico è ormai parte integrante della nostra identità comunicativa moderna. L’importante è utilizzare questi termini con consapevolezza e competenza, comprendendo il loro reale significato e contestualizzando in modo appropriato. La contaminazione linguistica è un fenomeno naturale che riflette l’evoluzione della società globale in cui viviamo, ma richiede sempre un approccio consapevole e un uso equilibrato.