“Una laurea non vale una vita”, assistenza psicologica per studenti dopo il suicidio di Giada

È boom di richieste di aiuto per gli studenti universitari che, dopo la tragedia di Giada dello scorso 9 aprile, hanno trovato il coraggio di raccontare i loro problemi. A distanza di due giorni dalla morte della 25enne che aveva annunciato la sua laurea ma si è lanciata dal tetto dell’Università a Monte Sant’Angelo perché non aveva sostenuto esami, esplode il disagio sommerso della comunità studentesca.

Il suicidio della studentessa fuori sede ha scosso gli studenti, abbattendo il muro di pudore e vergogna che spesso li costringe a fingere che vada tutto bene, proprio come è accaduto a Giada, schiacciata dal peso delle verità nascoste.

Nel giro di 48 ore, si sono moltiplicate le mail che ogni giorno vengono indirizzate al centro Sinapsi, il servizio di assistenza psicologica dell’Ateneo federiciano, rivolto a tutti coloro che sperimentano una condizione di disagio ed esclusione in qualsiasi forma questi possano declinarsi, dalla disabilità fisica ai problemi psicologici fino alla discriminazione razziale o di genere. In questo caso, le 30 lettere giunte al centro che normalmente ne riceve meno di un terzo a settimana, testimoniano tutte problemi che riguardano ritardi nella carriera universitaria, ragazzi bloccati o demotivati nei propri percorsi di studio.

Poco dopo le 15, orario in cui la ragazza precipitò dal tetto dell’Ateneo, sul posto giunsero due degli psicologi del Centro Sinapsi per assistere i familiari della ragazza ed anche gli studenti che avevano assistito a quella tragedia. L’affiancamento psicologico ai genitori è perdurato tutto il pomeriggio e prosegue ancora, per aiutare non solo loro, ma anche gli studenti che hanno assistito a quel dramma.

In particolare, l’azione di aiuto e supporto psicologico, è rivolta in questi giorni alla studentessa fortemente traumatizzata che ha visto il corpo di Giada cadere a poco più di un metro dal suo.

Fonte Foto: leggo.it