ITALIA – La giornata di oggi, 11 novembre, è una ricorrenza molto antica (quasi medievale) e prende il nome di “Estate di San Martino”.
Martino era figlio di un ufficiale dell’esercito romano e, a causa di un’ordinanza in vigore all’epoca, divenne anch’egli soldato romano. In prossimità della città di Amiens, in Francia, Martino vide un mendicante seminudo durante una giornata autunnale. L’istinto volle che il valoroso soldato tagliasse il mantello in due parti per condividerlo con il pover’uomo. Come nelle più disparate situazioni enigmatiche e utopiche, il freddo lasciò il posto al sole: l’estate di San Martino aveva avuto la sua primissima rappresentazione.
In Sicilia, come per il resto d’Italia, l’11 novembre è una festa allegra legata principalmente da tradizioni culturali e culinarie.
A Catania si usa riunirsi, spillare il vino novello abbinandolo alle regine di questa data: le caldarroste. Per le vie della città, agli angoli delle strade si alza una “nebbia” degna delle province lombarde e piemontesi, anche se la causa di tutto è dovuta ai fuochi che nei calderoni arrostiscono le castagne.
Sempre nel catanese si usa fare lunghe passeggiate alle pendici dell’Etna, respirare aria pulita per poi soffermarsi nei paesini molto accoglienti degustando i prodotti tipici delle varie zone.
A Palermo si festeggiano le coppie che si sono unite in matrimonio, si donano regali e si trascorre il tempo in sintonia e felicità.
In questa giornata anche i bambini girano per le strade con ceste, in cui si possono trovare tovaglie ricamate contenenti “i panuzzi di San Martino”.
Ritornando a Catania, precisamente ad Aci Bonaccorsi, si celebra San Martino con una sagra dedicata all’esposizione di produzioni tipiche locali, sia enogastronomiche che artigianali. Mostarda, miele, vino novello, frutta tipica della zona del periodo autunnale e una fiera del dolce.
A Mongiuffi Melia, nel Messinese, vi sono sagre enogastronomiche ed è possibile assistere alla lavorazione di formaggi, ricotta, miele, cannoli etc…
A Siracusa è tradizione l’evento sportivo della gara podistica “sgambata di San Martino”, che verrà accompagnato dalla sagra della frittella. In via Mariannina Coffa è possibile gustare la frittella tradizionale, preparata con noci, uvetta e finocchietto selvatico ma anche realizzazioni diverse come brighelle con ricotta, cioccolato o crema e crespelle di riso.
A Venezia, durante questa festività, è usanza preparare il dolce di San Martino: un biscotto fatto in pasta frolla con le sembianze del Santo a cavallo con la spada decorato con zucchero e glassa di albume ricoperto di caramelle. Normalmente i bambini della città lagunare intonano un canto d’augurio suonando con padelle e svariati strumenti di fortuna in cambio di qualche monetina o dolcetto.
Infine, è doveroso riportare la celebre poesia di Giosuè Carducci, intitolata proprio “San Martino” che parla di tutto ciò che la festività evoca nella tradizione:
“La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar“.
Foto di repertorio