ITALIA – Un altro anno è giunto al termine, ma non senza periodi di difficoltà e incertezze.
Viviamo, infatti, in un periodo storico che mai nessuno avrebbe immaginato e che sembra costantemente riportarci al punto di partenza; nel momento in cui ci si illude di aver trovato una via di uscita da un tunnel senza fine, il Covid ricomincia a essere una minaccia per la popolazione mondiale.
Da due anni la ricerca scientifica e il buon senso della gente tentano disperatamente di sottrarre al Coronavirus il ruolo di protagonista, ma ogni tentativo sembra non essere sufficiente: anche dopo i periodi di apparente tregua, il virus ricomincia indisturbato ad attirare l’attenzione degli abitanti di tutto il mondo, talvolta mutando e dando vita a una nuova variante, nell’intento di trovarli impreparati.
Con l’avvio della campagna vaccinale, sorgeva in molti la convinzione di poter ritornare, in tempi relativamente brevi, alla vita che si conduceva prima di dover nascondere i sorrisi dietro una mascherina o di doversi privare di un abbraccio con i propri cari, ma adesso la situazione sembra nuovamente complicarsi poiché i contagi sono in continuo aumento.
Come abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, vivere in un periodo di pandemia significa dover fare costantemente i conti con le restrizioni imposte dal Governo e con il rischio di essere travolti da un giorno all’altro da un destino che nessuno di noi ha scelto.
Nonostante la situazione sanitaria che ormai regola le nostre vite e non ci consente di averne il pieno controllo, sopravvive in molti di noi un barlume di speranza in vista dell’anno che verrà.
“L’anno che verrà”, come lo vivrebbe Lucio Dalla
Quante volte durante i mesi di lockdown, e non solo, avremmo voluto rivolgerci a un amico per trovare conforto nelle sue parole o per evadere da una realtà che ci stava stretta?
L’amico più speciale tra tutti, l’ha metaforicamente trovato Lucio Dalla, il quale sebbene non abbia avuto ‘l’onore’ di vivere ai tempi del Covid, ha scritto una canzone che, facilmente associabile al passaggio tra l’anno appena giunto al termine e quello a cui oggi si dà inizio, comincia così: “Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po”.
“L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va”, scriveva il noto cantautore bolognese nel brano che, pubblicato nel 1979, rappresenta un inno alla speranza e un augurio per il nuovo anno, che Lucio Dalla immaginava così: “Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno/Ogni Cristo scenderá dalla croce/Anche gli uccelli faranno ritorno/Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno/Anche i muti potranno parlare/Mentre i sordi già lo fanno”.
Attuali più che mai, i versi di Dalla possono essere considerati un bilancio dell’anno appena trascorso; dietro le parole del cantautore si può intravedere la possibilità di vivere un futuro migliore che potrebbe trovare spazio proprio nell’anno che verrà.
L’augurio più sincero e sentito, infatti, è quello di non limitarci a ricordare com’era la nostra vita prima dell’arrivo del Coronavirus, ma di poter presto essere protagonisti di un periodo post-Covid, in cui tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni sarà, prima o poi, solo una lontana fase della nostra vita da raccontare a figli e nipoti.
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