ITALIA – Il 2 giugno del 1946 fu una data simbolica per l’Italia, ancora devastata dalla guerra e dal ventennio fascista appena concluso. Quel giorno nacque ufficialmente la Repubblica, con delle votazioni che (quasi) per la prima volta hanno visto protagoniste anche le donne e che hanno modificato l’ordinamento dello Stato.
Sebbene sul referendum del 1946 si sia sempre discusso, principalmente perché le percentuali di voti per la monarchia e la Repubblica rispettivamente non differirono di molto, il 2 giugno continua a essere una celebrazione civile fondamentale per l’Italia.
Ma cosa cambiò esattamente dopo quella data?
Dalla monarchia alla Repubblica: il referendum
Sicuramente la trasformazione dell’ordinamento dopo il referendum del 2 giugno 1946 fu un cambiamento radicale… In fondo, cosa accadrebbe se dopo secoli l’Inghilterra si trasformasse in una Repubblica? Certo, la monarchia italiana aveva una storia decisamente più breve di quella inglese, ma tutto l’immaginario che ruotava intorno alla figura del monarca (per quanto profondamente indebolita dalla dittatura di Mussolini) e al ruolo della Corona esisteva ed evidentemente, se consideriamo il numero degli elettori favorevoli alla monarchia (più del 45%), esercitava anche un certo potere per l’opinione pubblica. Questo era vero specialmente al Sud, più monarchico rispetto al Nord.
Dopo il referendum, alla figura del monarca si sostituì quella del capo di Stato (provvisoriamente, in quel momento, Alcide De Gasperi). Il 13 giugno 1946 l’ormai ex re Umberto II abbandonò l’Italia e da allora, tra alti e bassi, gli italiani hanno preso familiarità con termini politici “nuovi” o, almeno, visti sotto una luce nuova.
Ciò che cambia, però, è principalmente il ruolo assunto dal popolo: la sovranità, con la Repubblica, non è più qualcosa che si concentra nelle mani di una sola persona (monarchia) o di poche persone (oligarchia), ma è interamente in mano al popolo (come citerà, non molto tempo dopo, il primo articolo della Costituzione della Repubblica Italiana). Sicuramente ci sono dei “limiti”, ma questa fu probabilmente la svolta epocale più evidente per l’Italia del Secondo Dopoguerra: rivedersi protagonista della scena politica.
L’Assemblea Costituente
Il 2 giugno 1946 non si votava solo per la scelta della forma dello Stato, ma anche per eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente. Con il popolo nuovamente protagonista della vita politica dopo anni di dittatura, era necessario che proprio gli italiani scegliessero gli intellettuali e gli statisti capaci di preparare il miglior documento per rappresentare il cambiamento.
Quel documento così simbolico entrò in vigore il primo gennaio 1948, con Enrico De Nicola primo presidente della Repubblica Italiana (era stato eletto capo provvisorio dello Stato poco dopo il referendum, il 28 giugno 1946).
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione
Lo Statuto Albertino, si sa, prendeva il nome da Carlo Alberto di Savoia ed era la legge fondamentale dello Stato italiano monarchico. Adottata nel 1948, venne modificata più volte (anche perché, si precisa, era una carta flessibile).
La fine definitiva dello Statuto si ebbe solo dopo la sua sostituzione con la Costituzione italiana (1948), un documento dalla natura molto diversa: la Costituzione, infatti, è rigida e la sua modifica prevede un iter molto complesso. Uno strumento per evitare autoritarismi e deviazioni simili a quelle che avevano portato l’Italia alla dittatura probabilmente.
Qual è la differenza? Sono entrambi due testi legislativi scritti, che prevedono un Parlamento bicamerale e hanno alcuni punti in comune. Tuttavia, le differenze sono molte:
- come già accennato, la natura del documento: lo Statuto Albertino è flessibile, la Costituzione rigida.
- Lo Statuto è concesso dal re, per la Costituzione invece è entrata in gioco un’Assemblea legittimata dal popolo attraverso il voto a suffragio universale.
- Lo Statuto è più breve e prevede meno argomenti da regolare rispetto alla Costituzione.
- La sovranità popolare in Italia è una novità introdotta dall’ordinamento repubblicano.
- La distribuzione dei poteri cambia, con meno poteri per il capo dello Stato repubblicano rispetto ai sovrani di età monarchica.
- La Costituzione prevede uno Stato laico e pienamente rispettoso di tutte le confessioni e i pensieri che non siano contrari al rispetto dei diritti umani e/o estremi.
- Con la Costituzione fu introdotta un’indennità per i membri del Parlamento.
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