Record influenzale nella stagione 2023-24

ITALIA – Dalla pubblicazione dell’ultimo rapporto settimanale di RespiVirNet, il sistema di sorveglianza integrata (virologica ed epidemiologica), coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), insieme alla collaborazione di una serie di laboratori di microbiologia in tutte le regioni e dal Centro nazionale per l’influenza dell’Iss, e anche con il sostegno del Ministero della Salute, è emerso che la stagione 2023-24 ha fatto registrare la più alta incidenza di sindromi simil-influenzali in Italia degli ultimi quindici anni.

Il bilancio e i dati rilevati

Infatti, proprio il bollettino più recente, che si riferisce alla settimana tra il 21 e il 28 aprile, indica 226mila casi stimati, rapportati all’intera popolazione italiana, sulla base delle segnalazioni dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei laboratori di riferimento regionale.

L’incidenza, pari a 3,8 casi per mille assistiti (4,5 nella settimana precedente), rientra nel livello “basale” (sotto i 3,99 casi per mille assistiti); il picco è stato registrato attorno a Natale, nelle ultime due settimane del 2023, quando è stato sfiorato il livello “molto alto” (superiore ai 19,94 casi ogni mille assistiti).

Il rapporto RespiVirNet, elaborato dal dipartimento Malattie infettive dell’Iss, segnala tra l’altro che nei bambini sotto i 5 anni l’incidenza è ancora di 11,7 casi per mille assistiti, ma in calo rispetto ai 13,4 della settimana precedente.

In totale sono sette le Regioni in cui il livello di incidenza complessivo è ancora sopra la soglia basale, ed è stata difatti attivata la rete di videosorveglianza (Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna).

Le dichiarazioni

Questo significa – evidenzia il virologo dell’Università di Milano e coordinatore dagli anni Novanta di Influnet Fabrizio Pregliascoche ci dobbiamo aspettare ancora almeno altri 500mila casi, comprensivi di un mix di virus“. Con rammarico aggiunge, che l’impatto avrebbe potuto essere minore “se fossimo riusciti a vaccinare di più”.

Grazie a nuovi metodi di indagine le rilevazioni dei casi di influenza (indagate da Influnet) sono state ora allargate ad altri virus, spiega Pregliasco, come Sars-Cov-2, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e altri quali rhinovirus, metapneumovirus, enterovirus, adenovirus. Dopo questa stagione, «spero possa essere valorizzata ulteriormente l’importanza della vaccinazione», in futuro anche contro il Rsv.

L’infettivologo Matteo Bassetti (ospedale San Martino di Genova), basandosi sulle cifre, cioè quasi 15 milioni di italiani colpiti dai virus simil-influenzali, sottolinea che trattasi in media di una persona su quattro “calcolando anche che molti non sono stati “catturati” dal sistema di sorveglianza e si sono curati da soli stando a casa“.

Sottolinea che bisognerebbe riflettere “su come affrontare la prossima stagione e su come alzare le coperture vaccinali negli anziani e nei fragili“, e conclude dicendo che il sistema sanitario ha risposto bene: “Abbiamo comunque fatto bene come assistenza. Tranne qualche settimana di impatto più alto in ospedale, la stagione non ha causato problemi. Ora pensiamo già alla prossima“.

Concorda l’epidemiologo Massimo Ciccozzi (Università Campus Biomedico di Roma): “È stata una delle più brutte stagioni influenzali, ha toccato il picco di 18 casi per mille pazienti, un numero molto alto. Non è stata banale, perché ha fatto molti decessi. La necessità dei vaccini, che vanno fatti a ottobre e sono raccomandati soprattutto per i fragili e gli anziani“, conclude.