Ogni giorno un adolescente tenta di togliersi la vita, da cosa dipende il boom di suicidi: la parola alla psicologa La Rosa

Ogni giorno un adolescente tenta di togliersi la vita, da cosa dipende il boom di suicidi: la parola alla psicologa La Rosa

ITALIA – Ogni giorno in Italia una ragazza o un ragazzo, adolescente, tenta il suicidio. Un dato che lascia sbalorditi, mettendo davanti ai nostri occhi una realtà tanto cruda quanto raccapricciante.

A lanciare l’allarme è stato il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Antonio D’Avino, in occasione del Congresso nazionale della FIMP a Riva del Garda.

In base a quanto dichiarato dal medico, si è registrato un incremento di tentativi di suicidio pari al 75%. Un aumento così consistente di giovani disposti a porre fine a una vita a cui non sentono più di appartenere non può che rappresentare un campanello d’allarme, di fronte al quale non bisogna assolutamente restare indifferenti.

Un fenomeno diffuso e in forte aumento rispetto agli scorsi anni, che non può e non deve passare inosservato: la solitudine, la depressione, l’ansia e i disagi di altro genere sono alcune delle cause che spingono i giovani a isolarsi, a smettere di cercare la propria strada e ad arrendersi di fronte a disagi che, a chi li vive in prima persona, appaiono insormontabili.

La parola alla psicologa La Rosa

Ai microfoni di NewSicilia è intervenuta la dott.ssa Valentina La Rosa per fornire un quadro generale sul fenomeno suicidario, analizzando in un primo momento le cause e successivamente le soluzioni per uscire da una situazione di disagio psichico.

  • Quali sono le principali cause per le quali un giovane inizia a pensare al suicidio come unica soluzione al suo dolore?

Innanzitutto è importante distinguere l’ideazione suicidaria, che consiste nel formulare pensieri relativi a scenari in cui ci si toglie la vita, e il comportamento suicidario vero e proprio. Quest’ultimo è un tentativo concreto di mettere un punto alla propria esistenza, ma può essere riconducibile a diverse motivazioni: in alcuni casi si arriva a compiere questo gesto per attirare l’attenzione di chi ci circonda, manifestando in modo molto forte il proprio disagio, invece in altre circostanze il soggetto interessato compie l’insano gesto esclusivamente con l’obiettivo di togliersi la vita. Il suicidio è la punta dell’iceberg di una situazione di disagio che si costruisce negli anni. L’adolescente solitamente non chiede aiuto, si chiude in se stesso per paura di essere stigmatizzato da genitori, amici, familiari e in generale della società fino ad arrivare a pensare che non ci sia alcuna alternativa alla propria sofferenza. Generalmente sono le patologie della sfera depressiva quelle legate a comportamenti di questo genere perché subentrano anche sentimenti di impotenza, tristezza, calo del tono dell’umore, perdita di interesse per le attività quotidiane, le stesse che un tempo provocavano piacere“.

  • Da cosa può scaturire il forte incremento di tentativi di suicidio tra gli adolescenti in Italia?

Sicuramente i due anni di pandemia e quindi di isolamento sociale, a cui anche i giovani sono stati costretti, hanno influito particolarmente sulla percentuale di tentativi di suicidio e di disagi psichici. Questo ha acuito il senso di isolamento e di impotenza di giovani che avevano disagi pregressi che si sono ulteriormente intensificati in questi anni particolarmente difficili per tutti. Un fenomeno che si sta riscontrando ultimamente è l’aumento di suicidi tra gli universitari: spesso si tratta di studenti che avevano inventato di aver superato gli esami e di essere prossimi alla laurea e poi, capendo di essere arrivati alle strette e di dover rivelare che era tutta una bugia, non vedono altra via d’uscita che il suicidio. Questo va inserito in un discorso più generale che riguarda il sistema educativo e formativo dei giovani in cui la scuola e l’università sono sempre più contraddistinti dalla competizione: bisogna avere i voti più alti, essere i più bravi, bisogna essere in regola con gli esami, avere una media alta, laurearsi nei tempi prestabiliti. Se non è così si pensa che il ragazzo non valga nulla. L’identità del giovane è totalmente associata al suo successo scolastico e, se i risultati vengono meno, lo studente in alcuni casi non vede altra via di scampo che ‘uscire di scena’, togliendosi la vita: è come se non riuscisse a sopportare la vergogna di non essere stato all’altezza degli standard a lui richiesti. Nella nostra società chi rimane indietro viene automaticamente etichettato come perdente“.

  • In che modo si può combattere il proprio disagio al fine di prevenire un gesto tanto drastico?

Sicuramente è importante non chiudersi in se stessi e parlare con una persona con cui si ha un rapporto di fiducia tale da potersi confidare. Non sempre purtroppo si ha qualcuno a cui chiedere aiuto e in questi casi bisogna rivolgersi a uno specialista, come per esempio la figura dello psicologo scolastico, oppure a uno sportello di ascolto per studenti universitari. Anche il Governo uscente, peraltro, ha messo a disposizione il bonus psicologico che ha avuto un boom di richieste tra i giovani e questo certamente non è casuale. È importante promuovere una cultura della prevenzione rispetto alla salute mentale che merita la stessa attenzione della salute fisica: è necessario far capire che non ci si deve vergognare di un momento di difficoltà e sofferenza psicologica e che bisogna trovare la forza e il coraggio di chiedere aiuto“.

Numeri utili

Come sempre, vi ricordiamo che sono attivi alcuni numeri verdi a cui chiunque può rivolgersi per ricevere supporto e aiuto psicologico:

  • Telefono Amico 199.284.284;
  • Telefono Azzurro 1.96.96;
  • Progetto InOltre 800.334.343;
  • De Leo Fund 800 168 678.

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