ITALIA – Si riapre il dibattito su una delle tematiche più discusse degli ultimi tempi. Sono cambiate alcune norme relative all’ergastolo ostativo, a seguito della riforma portata a termine dal Governo Meloni lo scorso 31 ottobre. Se prima la misura carceraria ostativa riservava l’accesso ai benefici penitenziari solamente ai detenuti che decidevano di collaborare con la giustizia, con le ultime novità introdotte questa possibilità si estende anche a coloro che si rifiutano di diventare pentiti. A riaccendere i riflettori sulla questione è stata la Cassazione che ha depositato oggi le motivazioni relative al verdetto che l’8 marzo ha “promosso” la riforma.
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Cosa cambia per il caso Salvatore Pezzino
Alla luce delle nuove norme che regolano questa misura carceraria, è stato ritenuto opportuno rinviare all’attenzione del Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila il caso giudiziario che vede protagonista Salvatore Pezzino, in carcere da oltre 30 anni per reati ostativi e contrario a ogni tipo di collaborazione con la giustizia.
Potrà essere messo in discussione il divieto di accesso ai benefici penitenziari di cui fino a oggi non ha potuto usufruire. Sul suo caso erano state emesse tre sentenze di condanna da parte della magistratura di Palermo. Il detenuto sta scontando la pena nel carcere sardo di Tempio Pausania.
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