Nessun obbligo esibizione documento d’identità, così i “furbetti” mostrano Green Pass di altri

Nessun obbligo esibizione documento d’identità, così i “furbetti” mostrano Green Pass di altri

ITALIA – Fatta la legge, trovato l’inganno. Il Green Pass è obbligatorio nei luoghi al chiuso (cinema, teatri, ristoranti…) e dal 15 ottobre anche negli uffici.

C’è, però, chi ha trovato l’escamotage per accedere indisturbato e, di fatto, non andrebbe nemmeno contro le disposizioni. Il problema, infatti, è alla base.

Sì Green Pass, no documento d’identità

Secondo quanto precisato anche dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “La regola è che il Green Pass venga richiesto senza il documento di identità“. Ecco che emerge già la prima incongruenza: si deve mostrare la certificazione verde ma non si accerta a chi appartenga.

Così si può andare in giro con Green Pass di altri e si riesce a “raggirare” il sistema, senza alcun intoppo. L’app che permette la scansione del Qr code, infatti, darà il segnale di “ok” e non servono ulteriori verifiche.

“Furbetti” del Green Pass

Pur essendo così la situazione, occorrerebbe fare un passo in più e controllare anche il documento d’identità per evitare i “furbetti” del Green Pass.

Ma se la regola va in un’altra direzione, gli esercenti attività commerciali o i datori di lavoro perché dovrebbero compiere questo ulteriore step? E poi, da non tralasciare, ci si potrebbe “appellare” anche al diritto alla privacy.

La scelta rimane – a questo punto – vincolata a due opzioni:

  • Si preferisce una legge che obbliga l’esibizione del Green Pass ma che viene facilmente elusa dato che basta avere qualsiasi certificazione verde (appartenente a un parente vicino, amici, conoscenti) e non la propria;

oppure

  • Si prova a andare avanti, mettendosi al sicuro, chiedendo anche il documento d’identità pur non essendo “la regola”?

In fondo, ragionandoci su, non ci sarebbe alcuna violazione o invasione della privacy: nel documento ufficiale sull’obbligatorietà del Green Pass si dice che i gestori di bar, ristoranti e altri luoghi “possono” chiedere la carta d’identità e non “devono“. Proprio questa facoltà metterebbe maggiormente al sicuro: perché non farlo?

Si è sicuri?

Ma non è tutto: emerge, infatti, un’altra incongruenza. La certificazione verde, estesa a tappeto, è l’unica strada da percorrere secondo il Governo, che si è mosso in tal senso per scongiurare contagi a tappeto e per spingere verso la vaccinazione.

Il vaccino è l’unica arma – al momento – che si ha contro l’espansione del Coronavirus che non dà affatto tregua da quasi due anni e su questo non ci piove. In ogni caso, il dubbio resta: col Green Pass si è realmente sicuri delle persone che ci circondano?

Ovviamente no, dato che la certificazione verde garantisce che il soggetto si è sottoposto alla somministrazione del siero anti-Covid ma non ci sarebbe la certezza matematica che non si sia contratto il virus. Il Green Pass, infatti, non attesta altro se non che si sono ricevute le dosi del vaccino.

Tanti sarebbero i punti che il Governo dovrebbe rivedere, attenzionando anche l’atteggiamento di chi ha trovato come fare per condurre la propria vita regolarmente. Col Green Pass di altri.