Mascherine FFP2, tutto quello che c’è da sapere: uso, livello di protezione e eventuale riutilizzo

Mascherine FFP2, tutto quello che c’è da sapere: uso, livello di protezione e eventuale riutilizzo

ITALIA – Tanta, troppa confusione sul “mondo” delle mascherine FFP2 e non solo. La questione riguarda principalmente l’uso, il livello di protezione contro il Covid e l’eventuale riutilizzo.

In tutto ciò occorre stare attenti alle “truffe”, non solo economiche (prezzi esagerati) ma anche a quelle relative l’acquisto di DPI per nulla conformi alla legge, cioè mascherine che metterebbero a rischio anche la salute.

È vero che – soprattutto con l’espansione della variante Omicron che sta colpendo a tappeto gran parte della popolazione – è diventata una sorta di “corsa” all’acquisto di mascherine FFP2 ma è altrettanto fuori discussione che ci sono tanti dubbi e, forse, anche disinformazione sul tema. Vediamo di fare chiarezza.

Come si indossa la mascherina?

Iniziamo dalle basi. Siamo realmente sicuri di sapere con esattezza come indossare al meglio la mascherina? Sembra scontato ma non è così. Ci sono, infatti, delle regole da tenere bene a mente.

In verità, valgono per tutte le tipologie di mascherine, FFP2 incluse. Preliminarmente, è buona abitudine lavarsi le mani prima di indossarle. Poco, ma sicuro.

Poi, vanno toccati solo gli elastici e, cosa più importante di tutte, vanno coperti accuratamente sia la bocca che il naso. Altrimenti la sua funzione è inutile.

Il virus è insidioso e un piccolo errore – o una disattenzione – potrebbe determinare il contagio. Inoltre, deve aderire bene e completamente al viso: non deve passare aria dai lati.

La protezione contro il Covid

A differenza di quelle chirurgiche, che bloccano almeno il 95% del virus in uscita e proteggono solo per il 20% gli altri ma non chi le indossa, le mascherine FFP2 costano un po’ di più (anche se adesso si è fissato un prezzo di 0,75 centesimi massimo cadauna) e tutelano sia chi le mette, sia chi sta intorno. L’efficienza filtrante è del 94% e, in entrata, “respingono” anche le particelle più piccole dei virus, dette “aerosol“.

Le FFP3, invece, hanno un’efficienza del 98% e vengono indossate dai medici (e altri operatori sanitari) che, in prima linea, hanno a che fare con pazienti Covid. Possono essere riutilizzate solo quelle con la R e costano circa 3 euro l’una.

Sconsigliate per i positivi, le mascherine FFP con valvola: identico livello di protezione per chi le indossa ma fuoriesce aria calda dal dispositivo, riducendo l’umidità all’interno e evitando la condensa sugli occhiali. Certo è che, in caso di contagio, non sono affatto indicate per ovvi motivi.

Attenzione: sia FFP2 che FFP3 devono avere il marchio CE (seguito dal numero dell’ente di certificazione) e Uni En 149. Questo garantisce la conformità del dispositivo. Oggi quelle che si discostano da tali requisiti sono il 12% circa dei campioni analizzati.

Infine, non sono riutilizzabili all’infinito e sono efficaci per massimo 8 ore consecutive. In teoria, sono monouso ma possono essere indossate più volte, non troppe, ma a una condizione: devono essere mantenute pulite considerando che, man mano, il potere filtrante si riduce sempre più.

Quando è obbligatoria la mascherina FFP2

Con il Decreto Festività, la mascherina FFP2 è obbligatoria su tutti i mezzi pubblici di trasporto, anche a lunga percorrenza, oltre che nei cinema, teatri, eventi sportivi e stadi.

Inoltre, queste mascherine si devono indossare (senza deroga) se si ha avuto un contatto stretto con un positivo al Covid e non si ha obbligo di quarantena (perché è stata somministrata la terza dose) ma si deve procedere solo con l’auto-sorveglianza.

I consigli per l’uso corretto

Pochi e semplici consigli sull’utilizzo delle mascherine FFP2, sulla scia de “Prevenire è meglio che curare“.

  1. Non mettere la mascherina in tasca/non appoggiarla sul tavolo quando si toglie;
  2. Meglio riporla sempre in una bustina a parte e lavarsi le mani;
  3. Da evitare i baci sulla guancia, anche con la mascherina;
  4. Gettare la mascherina dopo 6/8 ore di utilizzo (al massimo da riutilizzare poche volte);
  5. Non lavare la mascherina (potrebbero danneggiarsi rivelandosi inefficaci);
  6. Se si è raffreddati, va cambiata più spesso;
  7. Non toccare la mascherina all’interno con le mani sporche e, soprattutto, all’esterno perché nel caso di esposizione al virus ci si potrebbe contagiare.

Si possono sterilizzare?

I ricercatori del Deaconess Medical Center di Boston (Stati Uniti) hanno provato che è possibile sterilizzare le mascherine FFP2 in modo tale da riutilizzarle senza problemi – addirittura – fino a 25 volte.

Secondo lo studio, infatti, non sarebbe stata pregiudicata la loro efficienza e capacità filtrante (rimasta sempre superiore al 95%). “Non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative nell’adattamento qualitativo e quantitativo o nell’efficienza di filtrazione”, hanno confermato.

C’è un “ma” in tutta questa questione: il processo di decontaminazione non è replicabile in casa. Si deve, infatti, utilizzare il perossido di idrogeno vaporizzato (VHP) per la sterilizzazione e si prevede l’uso del vapore in condizioni di vuoto profondo. Impossibile “fai da te”.

Foto di repertorio