Coronavirus in Italia, analisi dei dati. Brusaferro: “L’obiettivo è ridurre l’Rt sotto 1 nel tempo più rapido possibile”

Coronavirus in Italia, analisi dei dati. Brusaferro: “L’obiettivo è ridurre l’Rt sotto 1 nel tempo più rapido possibile”

Si è svolta questa mattina la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio delle Regioni della Cabina di Regia e sulla situazione epidemiologica con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli e il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza.

Si tratta di un’epidemia che colpisce tutti i paesi europei con intensità crescente, alcuni più colpiti di altri. Se analizziamo l’Italia, ci sono fonti dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore Sanità che sono leggermente diversi in base alle modalità d’acquisizione, ma si tratta di due flussi sovrapponibili“, spiega.

Andamento dell’epidemia

L’epidemia da Coronavirus è da attenzionare e, soprattutto, da monitorare è la curva con annesso valore Rt. Secondo Brusaferro, che illustra le tabelle esplicative: “L’andamento dell’epidemia mostra un picco ad agosto (seconda metà di agosto) poi c’è stato un calo e da ottobre un Rt ancora in salita. Si registra un rallentamento della curva, oggi lieve riduzione dell’Rt che non si traduce ancora nel calo della curva. Da un lato c’è indicazione che le misure stanno funzionando, dall’altro i contagi aumentano, non c’è da allentare attenzione“.

Gran parte dell’Italia è in scenario 3, alcune regioni in scenario 4 (Rt superiore). C’è una tendenza un po’ alternata, ma la linea è comune. Nella strategia immaginata per governare il sistema, oltre alle regioni si pensa alle province, dato fondamentale per capire l’evoluzione anche futura del virus.

L’età mediana e il sovraccarico degli ospedali

Se ci concentriamo sull’età mediana: “Lentamente sta crescendo dopo aver avuto un picco molto basso ad agosto. Non siamo ai livelli di marzo, ma sta lentamente crescendo. Le varie fasce d’età considerate sono: under 20, 19-50, 50-70 e superiore a 70 anni. In questa fase, il numero di anziani contagiati è in crescita“.

Il problema principale resta la situazione negli ospedali e l’occupazione dei posti letto. “I numeri comportano un sovraccarico dei servizi territoriali, ma anche servizi assistenziali. A questo si aggiunge la difficoltà a tracciare le catene di contagio, dato il numero consistente dei positivi ogni giorno“, specifica presidente ISS.

Per i posti letti: “Aumenta l’occupazione dei posti letto, anche in Terapia Intensiva (sebbene la tendenza si stia invertendo molto lentamente). Si tiene conto degli attuali posti letto disponibili e di quelli ampliabili in caso di necessità. Ci si sta muovendo in tal senso”.

I dati raccolti settimanalmente

I dati raccolti settimanalmente permettono un monitoraggio del rischio, valutando e quantificando la probabilità e l’impatto di un agente patogeno sulla comunità. I dati attuali, secondo Brusaferro, sono più completi possibili: “Richiedono del tempo ma altrimenti potrebbero essere incompleti e portare a stime poco appropriate. Il sistema viene fatto a livello settimanale. L’incubazione  della malattia (5-14 giorni) fa sì che si possono dare indicazioni precoci con aggiornamenti settimanali anche ‘guardando indietro'”.

“Si sottolinea l’importanza di un’analisi di tendenza (trend) per vedere ‘dove stiamo andando. Inoltre, essenziale è l’uso di indici prospettici (es. Rt, proiezioni a 30 giorni) e valorizzazione di nuovi focolai che colpiscono popolazioni fragili (che più probabilmente dopo qualche settimana avranno bisogno di assistenza ospedaliera) che ‘guardano avanti’“, aggiunge.

L’analisi del rischio

L’analisi del rischio, fatta dalla Cabina di Regia tramite algoritmi, permette di capire dove collocare la regione, in quale area di rischio. Poi si valuta l’impatto per comprendere quanto può essere critica la situazione.

Altro indicatore è la resilienza territoriale, se ci sono indicatori fuori soglia, questo comporta lo slittamento al livello di rischio superiore stimato. L’insieme porta alla classificazione complessiva del rischio.

Le conclusioni della Cabina di Regia 

Secondo quanto comunicato, queste sono le conclusioni della Cabina di Regia sulla pandemia da Coronavirus: “L’epidemia in Italia seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020. Tale andamento andrà confermato nelle prossime settimane e non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti“.

Ancora: “Nella maggior parte del territorio nazionale la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3 con diminuzione nel numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. La situazione descritta in questa relazione evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale, in un numero crescente di Regioni/PA, o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri. Questo interessa l’intero territorio nazionale“.

Impegno generalizzato

Serve, ancora un impegno notevole da parte di tutti, su più fronti: sia nel monitoraggio sia nella consapevolezza del rischio attuale, che è alto in quasi tutte le regioni italiane.

Brusaferro aggiunge: “L’appello è quello di mantenere e rafforzare – in base al contesto regionale – le misure in atto per ridurre i casi e la trasmissione del contagio. Auspicabilmente va fatto nel tempo più rapido possibile: un declino dell’Rt lento comporta numero di casi che stressano inevitabilmente il sistema sanitario“.

L’obiettivo è quello di ridurre l’Rt sotto 1 nel tempo più rapido possibile, il che vuol dire che il numero dei nuovi casi diminuirà evitando così che un’onda lunga possa mettere in sovraccarico il sistema sanitario“, conclude.

Un Rt molto sotto l’1 evita, infatti, un forte impatto: serve persistere nelle misure, rafforzandole se necessario per avere effetti importanti e per respirare – seppur lentamente – un po’ di normalità.

Fonte immagine YouTube – Conferenza Stampa