EUROPA – Un cambiamento che era nell’aria, un ulteriore passo in avanti nel campo della tecnologia ma soprattutto per far fronte ai diversi problemi derivanti dallo scarico dei rifiuti elettronici. Nel prossimo futuro saluteremo definitivamente l’ammasso di fili che riempiono i cassetti delle nostre stanze, dal quale ogni volta tirare fuori il cavo giusto rappresenta un terno al lotto.
LA DECISIONE UFFICIALE DELL’UNIONE EUROPEA
Entro la fine del 2024 tutti i telefoni, i tablet e le fotocamere digitali vendute all’interno dell’Unione Europea avranno la stessa porta di ricarica, in modo da consentire agli utenti di ricaricarli con un caricabatterie universale USB-C. Novità che riguarderà e si estenderà anche ai computer portatili a partire dal 2026. Addio quindi al miscuglio infinito di cavi e cavetti, un’iniziativa che rende più concreto il cammino dell’economia circolare.
È quanto ha stabilito il Parlamento Europeo con la legislazione appena approvata con 602 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astenuti. L’obiettivo di questa misura è quello di consentire ai consumatori di utilizzare un unico caricatore per tutti i dispositivi tecnologici, in modo da ridurre i rifiuti elettronici, sempre in aumento se si pensa che giornalmente sono circa 1,7 miliardi gli strumenti elettronici venduti a livello mondiale.
La Commissione Europea calcola che con il caricatore universale si risparmieranno fino a 250 milioni di euro l’anno sull’acquisto di prodotti inutili.
I BENEFICI DI QUESTO CAMBIAMENTO
Attualmente ogni nuovo dispositivo elettronico, sia esso un tablet, un PC portatile o un cellulare, viene venduto dotato di un proprio caricabatterie. Questo porta a due conseguenze: da una parte si ha un eccessivo numero di cavi presenti nelle nostre case, che spesso vengono persi o di cui non si ricorda la provenienza; dall’altra tutti questi caricabatterie rappresentano un enorme spreco di risorse.
Con l’apporto di un caricabatterie universale, questi problemi sarebbero risolti: un unico cavo potrà essere utilizzato per ricaricare tutti i nostri meccanismi portatili di piccole e medie dimensioni, indipendentemente dalla casa produttrice dell’apparato.
L’Italia è molto sotto la soglia del 65%, stabilita come minima, per il riciclo dei rifiuti elettronici ed elettrici. È quindi linfa vitale quella dell’alimentatore USB-C.
LA MOSSA DA PARTE DI APPLE
Quanto detto in precedenza potrebbe costituire una botta dura da subire per la multinazionale americana Apple ma, secondo alcune indiscrezioni, filtrano delle bozze di progetti “new entry” che potrebbero distinguersi dalle altre aziende mondiali di produzione elettronica.
La “Mela” sarà costretta ad adeguarsi oppure riuscirà ad aggirare il sistema con astuzia? Il primo grande passo, in solitaria, consentirebbe la creazione di un I-Phone portless (senza porte di accesso per la ricarica) che acquisirebbe energia via wireless e, dunque, senza l’apporto di fili.
Per ora tutte ipotesi quelle relative al colosso americano, l’unica certezza consolidata farà riferimento all’utilizzo dell’alimentatore USB-C entro la fine del 2024.
Fonte foto Filippo Rubulotta