Il settore europeo dei veicoli elettrici è in ritardo rispetto alla Cina nonostante 250 miliardi di euro di investimenti

Il settore europeo dei veicoli elettrici è in ritardo rispetto alla Cina nonostante 250 miliardi di euro di investimenti

Nonostante i 250 miliardi di euro di investimenti, l’industria europea dei veicoli elettrici (EV) è in ritardo rispetto ai progressi della Cina. Questa constatazione è stata fatta dal presidente dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA), il quale ha osservato che l’Europa potrebbe non raggiungere lo stesso livello dei suoi concorrenti globali prima della fine di questo decennio.

 

Recentemente, l’ACEA ha pubblicato un manifesto dettagliato e un piano d’azione per il mandato quinquennale dell’Unione Europea per una migliore strategia di investimento. Intitolato “Un’industria automobilistica europea competitiva alla guida della rivoluzione della mobilità”, il documento delinea un ecosistema della mobilità orientato al futuro. Ecco un’analisi approfondita dell’annuncio.

Impegno per la transizione verde

In previsione del summit COP28, ACEA ha sottolineato il suo impegno per la sostenibilità ambientale e la sua nuova strategia, che è stata introdotta per la prima volta a marzo. Questo approccio si allinea ai principi dell’investimento ESG, una strategia che si concentra su fattori ambientali, sociali e di governance. Comprendere cosa sia l’investimento ESG può fornire approfondimenti più dettagliati sull’impegno di ACEA. Il manifesto si concentra sull’impostazione di obiettivi tangibili in termini di domanda, fornitura e produzione, in linea con questi principi ESG.

 

Luca de Meo, Presidente dell’ACEA e CEO del Gruppo Renault, ha illustrato le azioni necessarie alle case automobilistiche europee e agli enti normativi per realizzare questa visione, nonché gli ostacoli che il settore deve affrontare. Ha dichiarato: “Crediamo che l’industria automobilistica sia parte della soluzione”.

Il nuovo manifesto dell’ACEA consiglia all’Europa di adottare un approccio globale alle sfide del settore automobilistico, sostenendo la necessità di regolamenti unificati piuttosto che contrastanti. Ciò include lo sviluppo di una politica industriale coesa.

 

Il settore automobilistico europeo deve essere competitivo a livello globale, in particolare grazie all’accesso a un’energia sostenibile e a prezzi accessibili. La neutralità tecnologica è fondamentale per la rivoluzione della mobilità.

 

Uno degli ostacoli principali è rappresentato dalla moltitudine di normative contrastanti, nonostante la volontà dell’industria automobilistica europea di investire circa 250 miliardi di euro nella transizione verde.

Brexit e implicazioni tariffarie

La Commissione europea ha recentemente proposto una proroga una tantum delle attuali norme tariffarie commerciali UE-Regno Unito. Se approvata, questa proroga rinvierebbe le tariffe tra l’UE e il Regno Unito fino al 31 dicembre 2026.

 

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea ha spiegato: “Questa decisione evita una fase di norme di origine più severe dal 2024 alla fine del 2026, eliminando l’imminente minaccia tariffaria sulle esportazioni di veicoli elettrici dall’UE al Regno Unito”.

 

Prima di questa proposta, a partire dal 1° gennaio 2024, qualsiasi veicolo elettrico importato o esportato tra il Regno Unito e l’UE avrebbe dovuto essere prodotto localmente per almeno il 45% per evitare una tariffa del 10%.

 

Le case automobilistiche avevano fatto pressioni per un rinvio di almeno tre anni di questa tariffa, sostenendo che la mancata applicazione potrebbe costare al settore circa 4,3 miliardi di euro. Il rinvio è stato accolto con favore in quanto la maggior parte dei produttori di veicoli elettrici dell’UE fa affidamento sulle batterie importate dalla Cina. È necessario più tempo per migliorare la produzione di batterie in Europa, ridurre le tariffe e diminuire la dipendenza dalla catena di fornitura cinese.

Convenienza dei veicoli elettrici

Per affrontare la questione dei prezzi dei veicoli elettrici in un contesto di inflazione, il piano prevede l’introduzione di un’auto compatta e orientata alla città con un prezzo inferiore a 20.000 euro entro il 2026, insieme ad altri modelli simili. Il successo dipende in larga misura dal rafforzamento della catena di fornitura europea di veicoli elettrici.

 

Gli Stati Uniti offrono notevoli incentivi fiscali per i veicoli elettrici di produzione nazionale, mentre l’industria cinese dei veicoli elettrici beneficia di un vantaggio di oltre un decennio rispetto all’Europa. La Cina ha creato una catena del valore EV completa, dall’estrazione alla raffinazione, che costituisce un modello per i produttori globali di EV. L’Europa deve affrontare un percorso pluridecennale per raggiungere un risultato simile. Il settore EV cinese si è distinto anche per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica e per il mantenimento di standard dinamici che favoriscono la concorrenza.

 

De Meo ritiene che l’industria europea dei veicoli elettrici potrebbe recuperare il ritardo rispetto alle controparti globali entro la fine di questo decennio, soprattutto per quanto riguarda l’espansione della catena di fornitura e dell’infrastruttura di ricarica, che deve aumentare da sette a dieci volte per raggiungere gli obiettivi di emissione del 2030.

 

Ha inoltre sottolineato che l’enfasi dell’Europa sulla concorrenza e sul libero mercato significa che la chiusura del mercato europeo a lungo termine non è una soluzione praticabile, in quanto porterebbe a inefficienze e a un aumento dell’inflazione.

 

L’ACEA intende allinearsi maggiormente con le esigenze dei consumatori e non solo con le autorità di regolamentazione. L’associazione intende rafforzare il proprio legame con l’industria automobilistica, oltre i confini nazionali e con i think tank, tenendo conto dell’opinione pubblica e concentrandosi su progetti con ritorni chiari e misurabili.

 

Il rapporto prevede una crescita del 12% delle immatricolazioni di autovetture nell’UE per il 2023, raggiungendo circa 10,4 milioni di unità, ancora il 20% al di sotto dei livelli pre-pandemici. La crescita dovrebbe continuare nel 2024, anche se a un ritmo più lento del 2,5%, raggiungendo circa 10,7 milioni di unità.

 

 

 

La quota di mercato dei veicoli elettrici nel 2023 dovrebbe aggirarsi intorno al 14%-14,5%, per poi salire a circa il 20% nell’anno successivo, il 2024.

Pensieri finali

In conclusione, sebbene l’Europa si trovi di fronte a sfide considerevoli nel settore dei veicoli elettrici, i suoi investimenti strategici e i cambiamenti politici indicano un potenziale allineamento con gli standard globali e le esigenze dei consumatori entro la fine del decennio. La chiave sarà l’equilibrio tra quadri normativi, richieste del mercato e progressi tecnologici per promuovere un’industria EV competitiva e sostenibile.