CATANIA – È trascorso ormai quasi un anno dal momento in cui la diffusione del Coronavirus si è affermata ufficialmente con il termine di pandemia. Tanti gli stravolgimenti a cui abbiamo assistito e che hanno interessato, tra i vari ambiti, anche quello universitario.
Anche in questo caso sono emerse opinioni contrastanti, tra fautori del nuovo sistema e contrari a esso. Quel che è certo è che tutti si sono adattati alla novità, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che essa presenta agli studenti. Tra i tanti dettagli ne spicca uno in particolare: la privacy.
Professori e studenti potrebbero essere esposti a rischi durante lo svolgimento di esami e lezioni online? Per capire meglio quali conseguenze potrebbero manifestarsi abbiamo approfondito la questione con un esperto. È intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it il professor Sebastiano Battiato, docente del dipartimento di Matematica e Informatica e delegato ai sistemi informativi dell’Università di Catania.
“Non si sono verificati episodi di cyberbullismo da ciò che mi risulta. La piattaforma che stiamo usando per la didattica a distanza è usata dalla maggior parte delle università italiane, in particolare ci appoggiamo al sistema Microsoft. La piattaforma Teams prevede che la didattica avvenga a distanza tramite interazione col docente. Teams, tra tutte quelle sul mercato, garantisce un maggiore livello di sicurezza rispetto a possibili intrusioni dall’esterno. Solo gli utenti autorizzati nella piattaforma possono seguire per esempio le lezioni. Non è possibile che una persona esterna se la pensi e un giorno decida di seguire esami o lezioni. C’è un sistema di autenticazione che prevede che il soggetto esterno deve essere un soggetto dell’organizzazione. Essere autorizzato significa che si deve avere un account istituzionale quindi non è possibile formalmente, a meno che queste credenziali vengano ‘carpite’ in maniera fraudolenta. Non è successo ma può succedere, come può succedere che nel mio conto corrente entri qualcuno che riesce ad avere le mie credenziali. Se dovesse accadere un accesso abusivo da parte di un terzo soggetto avviene l’indagine informatica. Il percorso è abbastanza tracciabile dunque se qualcuno entra nella piattaforma si fa un’indagine interna. La segnalazione va fatta a noi”.
“La scelta di tale piattaforma è stata fatta perché garantisce una buona qualità del servizio limitando il sovraccarico della banda utilizzata. Questo perché i flussi video che vengono generati passano attraverso i server di Microsoft che a sua volta li instrada verso i soggetti che ne usufruiscono. Non ci sono stati problemi di banda o di sovraccarico dei dati. Ciò che serve per poter accedere alle lezioni è una connessione dati non particolarmente potente. L’Ateneo per garantire la massima fruibilità della piattaforma da parte degli studenti ha avviato delle campagne per fornire strumentazione hardware a coloro che ne fossero sprovvisti. Il sistema prevede la possibilità di registrare le lezioni e di conservarle in un portale della Microsoft con accesso privato dove gli studenti possono seguire in un secondo momento e ciò aiuta molto. Registrare è a discrezione del docente. Le lezioni registrate hanno una scadenza minima di venti giorni ma comunque spesso copre anche il semestre quindi è sufficiente. Con Teams i numeri sono molto alti, i partecipanti vanno oltre i 250. Altre piattaforme come Google e Zoom hanno molti limiti e pare abbiano avuto qualche problema di sicurezza. Teams è una delle piattaforme più professionale, la durata della riunione non ha scadenze. Microsoft in questo momento delicato ha investito sulla piattaforma con nuove funzionalità. È aumentato il numero di soggetti che si possono visualizzare in piattaforma, l’area che diventa una bacheca virtuale dove caricare slide e materiali vari. Per esempio nel dipartimento di Matematica si usano delle tavolette grafiche associate al pc e questo sostituisce la lavagna. Il docente spiega formule e disegna grafici come se fosse alla lavagna, col vantaggio che ciò che scrive diventa un file e rimane agli studenti. Si è fatto dunque un salto in avanti notevole. Un altro vantaggio di Teams è che i video scaricati in piattaforma vengono automaticamente sottotitolati, come se tutto fosse già sbobinato”.
“Ci auguriamo di tornare in aula perché il rapporto con gli studenti si perde un po’. Questo mezzo diventa anche una barriera per quanto si cerchi di rendere la piattaforma più interattiva possibile sollecitando interventi. Ci sono dei vantaggi come per il ricevimento studenti che adesso evita la fila dietro la porta e avviene tramite semplice prenotazione online”.
“Gli esami sono più difficili da gestire specie per corsi numerosi. L’orale alla fine in qualche modo è abbastanza assimilabile alla vecchia prova. Per gli scritti ci sono diverse problematiche. Teams permette di somministrare dei test ma si perde il controllo. Anche se si chiede allo studente di accendere la camera e controllare, non è la stessa cosa. Non c’è un’univocità, ogni docente sta cercando di capire quale sia la soluzione migliore per un esame più sicuro. C’è da lavorare per capire quali sono le esigenze, che ovviamente sono diverse in base ai settori. Le soluzioni tecnologiche ci sono ma non abbiamo ancora colto nel segno. C’è da venirsi incontro”.
“Dal punto di vista dell’Università posso dire che in questo momento storico essa si è spesa moltissimo per arrivare a offrire il servizio agli studenti in tempi brevi e col massimo dell’efficienza. Un Ateneo come il nostro, con circa 40mila studenti, durante il lockdown nel giro di pochissimi giorni ha messo online tutti i corsi quindi c’è stata una modifica sostanziale nei servizi di erogazione della didattica. Tutti si sono messi al servizio e si sono subito rimboccati le maniche. C’è stata un’accelerata della tecnologia impressionante ed è una soddisfazione. Adesso siamo a regime e stiamo curando tutti gli aspetti per far funzionare al meglio la piattaforma, però ce l’abbiamo fatta e non era scontato. Ci auguriamo di trovare i nostri studenti in aula. Alcune cose che abbiamo imparato da questo periodo le potremmo mettere in campo. Ove necessario si potrebbe pensare comunque di prevedere una modalità mista o registrare alcune lezioni. Secondo me il post Covid, che ci auguriamo arrivi presto, comunque ci lascerà qualche insegnamento anche da questo punto di vista”.
Fonte foto: Pixnio.com
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