CATANIA – Cos’è la navigazione in incognito? È realmente “protetta” e privata? Questi e molti altri quesiti li abbiamo posti a Cristian Foti, punto di riferimento in campo informatico per molte realtà imprenditoriali della Sicilia, per le sue competenze in un campo in continua evoluzione. Allo stato attuale, lavora a Catania come consulente informatico in ambito sistemistico, in particolare su reti informatiche, sicurezza e servizi legati ad Internet e quindi al web.
“La navigazione in incognito è una modalità di navigazione sul web, presente ormai da diversi anni nella maggior parte dei browser (il programma che utilizziamo per andare su Internet), il cui intento è quello di non lasciare tracce sul ‘computer in uso’ della propria navigazione web“, spiega Cristian Foti. Un modo per non “inquinare” la cronologia, sebbene vi sia dell’altro. Ma procediamo per gradi.
Come accedere alla navigazione in incognito?
Per accedere, è molto semplice, tramite passaggi veloci ed intuitivi. Secondo le indicazioni del nostro esperto: “Tutti i browser moderni supportano questo genere di navigazione. Chrome, Firefox, Safari, Opera, Edge hanno questa modalità, anche se spesso viene chiamata in modi diversi. Ad esempio Chrome la definisce ‘in incognito’, Firefox ‘anonima‘, Edge ‘InPrivate‘. L’attivazione di questa navigazione è molto semplice, poiché di solito servono solo due click“.
“Su Chrome, ad esempio, si accede premendo sui tre puntini in alto a destra e selezionando la voce ‘Nuova finestra di navigazione in incognito‘, su Firefox selezionando le tre linee in alto a destra, sulla barra strumenti e selezionando ‘Nuova finestra anonima‘”, specifica.
I “cookies” e le funzionalità che non tutti sanno
Quali sono gli scopi di questa modalità privata e perché viene predisposta? Partiamo da indicazioni preliminari: “Durante la navigazione web, il nostro browser salva in automatico sul pc una grandissima quantità di dati, immagini, testi, video, la cronologia dei siti navigati e i cookies. I cookies, ‘biscotti’ in italiano, sono dei piccolissimi file, di semplice testo, che però hanno un grande potere“.
Infatti: “All’interno di questi ‘biscotti’, i siti che visitiamo salvano informazioni sulla nostra navigazione. Ad esempio un sito di e-commerce all’interno dei cookies può memorizzare, tra le altre cose, le ricerche che noi effettuiamo sul sito; questo perché, la prossima volta che noi lo visiteremo, visualizzeremo in prima pagina i prodotti che noi abbiamo cercato, magari giorni prima, per invogliarci all’acquisto“.
“I cookies hanno anche un’altra funzionalità utilizzata sempre di più. Permettono ai network pubblicitari di riproporci su altri siti web i prodotti che abbiamo cercato in altri posti su Internet. Tutti noi ci saremo accorti che, dopo che cerchiamo un prodotto sul web, quello stesso prodotto ci viene proposto per giorni su altri siti web: questo avviene perché un cookie sul nostro pc è stato letto dai siti web nei quali stiamo navigando e quindi mostrano pubblicità attinenti alla nostra ricerca, effettuata in un altro momento“, aggiunge l’esperto catanese.
Inoltre: “Un altro utilizzo che viene fatto dai cookies è per l’accesso ai siti Internet che richiedono autenticazione. Ad esempio, i social salvano nei cookies l’autorizzazione ad accedere ai loro siti, per evitare all’utente di digitare la password la prossima volta che andrà su quel social. Dopo che l’utente ha effettuato il login, una qualunque altra persona, volendo, accedendo a quel social da quel browser, potrà entrare senza digitare alcuna password“.
Come nasce la navigazione in incognito
Prima della modalità in incognito, i passaggi non erano così immediati per ottenere lo stesso effetto: “Per non lasciare tracce della navigazione web sul pc, era necessario navigare all’interno dei menù del browser e trovare il comando che permettesse di cancellare i dati di navigazione, immagini, testi, video, cronologia dei siti visitati, cookies…”.
Ecco che sorge la necessità di cambiare: “La navigazione in incognito è stata inventata per far diventare tutto più semplice: bastano pochi click e, alla chiusura del browser, i dati di navigazione vengono cancellati, cookies compresi. I file che l’utente ha scaricato sul proprio pc, quelli che finiscono nella cartella download per intenderci, non vengono eliminati, rimangono sul computer“.
Si è realmente “protetti”?
Quando usare la navigazione privata e quando no? Cristian Foti ci ha spiegato: “È consigliabile attivarla ogni volta che utilizziamo un pc che non è nostro, ad esempio di un albergo o di un internet cafè, però con tutte le precauzioni del caso, perché i file salvati da noi andranno cancellati manualmente. Viceversa, non va utilizzata quando si vuole preservare la privacy: ad esempio, quando si utilizza una rete wi-fi pubblica e quindi il traffico può essere ‘sniffato’ da utenti ‘smanettoni’ collegati alla stessa rete wi-fi. In quel caso, è bene usare servizi di VPN che garantiscono la privacy“.
Adesso ci si deve chiedere quanto si è realmente “protetti” dal punto di vista della privacy: “La navigazione in incognito permette solo di non lasciare tracce sul computer in uso ma fa solo questo, niente di più. Non ci rende in nessun modo anonimi su Internet“.
“Non si è anonimi per nulla”
Capita spesso di sentire dire: “Ho messo la modalità in incognito, così sarò anonimo e posso fare ciò che voglio“. Nulla di più sbagliato, ecco perché: “Ogni volta che ci colleghiamo su Internet, ci viene assegnato un indirizzo IP, questo si potrebbe intendere come un identificativo univoco del nostro collegamento ad Internet. È visibile a tutti i siti che visitiamo e nel caso che con quella connessione ad Internet venisse fatto un illecito, l’IP può essere utilizzato per rintracciare l’intestatario del contratto di accesso. Quindi non si è anonimi per nulla“.
“Questa navigazione si può intendere ‘privata’ solamente per il fatto che un altro utente che utilizzerà dopo di noi il pc non saprà cosa abbiamo visitato nella nostra sessione di navigazione. Ma, ad esempio, la compagnia di telefonia che utilizziamo per accedere ad Internet, saprà i siti che sono stati navigati, oppure il datore di lavoro, nel caso che si navighi attraverso una rete aziendale“, aggiunge.
Non si è, quindi, totalmente anonimi su Internet. Per raggiungere questo effetto, però, ci sono altre strade. Cristian Foti, a tal proposito, ha concluso: “L’anonimato su Internet può essere garantito tramite servizi di VPN (Virtual Private Network) anonimi che creano tra noi e il sito visitato un collegamento criptato e anonimo, assegnando al nostro collegamento un indirizzo IP non riconducibile alla nostra connessione ad Internet e, inoltre, criptando i dati non è possibile intercettare il traffico da noi generato“.