CATANIA – Ognuno è artefice del proprio destino. A volte sì, a volte no. Dubbio lecito, perché ci sono storie che sembrano già scritte, e le coincidenze non fanno altro che conclamarne un finale come se lo stesso fosse noto da sempre.
Così, che il 4 marzo si decida (definitivamente?) la fine di una più che settantenne passione, guarda caso proprio nel medesimo giorno in cui si compiva, nel 1996, un altro triste destino legato sempre alle vicende rossazzurre, non può essere solo una banale coincidenza.
Nemmeno stavolta, dunque, la Catania imprenditoriale, o sedicenti investitori extra territoriali, hanno creduto in questa realtà. Troppi dubbi aleggiano, adesso, intorno all’ennesima mancata cessione, dubbi che si accavallano anche ai tanti perché questa società non sia più appetibile.
Deserto a febbraio, ancora deserto ieri, con una pantomima che era meglio evitare per non aggiungere beffa al danno: morale e sentimentale. Oggi si gioca, con quale spirito lo scopriremo tra poco, cosa ne sarà del Calcio Catania tra pochi giorni.
Per adesso, ancora una volta, tutta una tifoseria vivrà in bilico tra il nulla e il niente. Non lo meritavano, non lo meritavamo.
Immagine di repertorio