CATANIA – Era il 9 giugno 2002, vent’anni fa cominciava l’esodo dei tifosi etnei verso Taranto per raggiungere lo stadio Erasmo Iacovone, dove il Catania ha affrontato la finalissima di ritorno per un posto in Serie B contro la formazione di casa pugliese. I rossazzurri erano guidati dalla coppia Graziani-Pellegrino che in panchina fecero in parte la differenza in un traguardo in cui anche il presidente Riccardo Gaucci credette fortemente, ma soprattutto con un gruppo di giocatori motivato e affamato.
Uno stadio, quello di Taranto, stracolmo di gente con l’obiettivo di intimidire gli etnei, vittoriosi per 1-0 nella gara di andata giocata al Massimino. Voglia di riscatto per un Catania che ancora si leccava le ferite della finale persa l’anno prima contro il Messina, un gruppo voglioso di voler restituire qualcosa alla città.
Michele Zeoli ex rossazzurro dell’epoca
Ai nostri microfoni, Michele Zeoli, ex difensore del Catania durante la promozione contro il Taranto.
Il segreto vincente di quell’annata?
“Sicuramente la forza del gruppo. Eravamo tutti amici, e lo siamo rimasti tutt’ora. Dopo la finale persa con il Messina avevamo l’ultima possibilità di regalare alla città di Catania la promozione, ma poi era comunque anche un bivio per molti di noi a livello di carriera. Diciamo che si sono incastrate diverse cose; l’allenatore, si, era importante ma in campo facevamo noi“.
Come vedi l’attuale situazione post fallimento. Catania è una piazza che può rinascere?
“Sinceramente, la situazione purtroppo non bene, anche da quello che si legge, anche se sul ‘gong’ per l’acquisizione, speriamo che qualcosa di concreto arriivi e che sia gente seria. ” -Aggiunge anche- “Rinascere? Molte piazze particolari che hanno fatto la Serie A, come Cremonese, Como, Ascoli che comunque pur non avendo le stesse dimensioni di importanza come Catania, tendono a ripercorrere la stessa storia. Si parla di corsi e ricorsi storici di società che ritornano dove erano, tra promozioni e retrocessioni varie. Stesso discorso può valere per il Catania con l’unica differenza di un bacino d’utenza impressionante“.
Una gara non facile
Lo stadio di Taranto era un vero e proprio inferno, di fatti i giocatori del Catania erano stati attesi all’ingresso con alcuni tafferugli avvenuti prima e dopo il match. Una partita nervosa e difficile per gli etnei che non potevano permettersi passi falsi con l’1-0 della gara di andata da difendere, anche perché in caso di 1-0 per il Taranto avrebbero ottenuto la promozione gli Ionici in merito al miglior piazzamento nella stagione regolare rispetto al Catania.
Al fischio finale, il tripudio nella panchina etnea e nel settore ospiti dell’impianto pugliese occupato da circa 15mila giunti da Catania per seguire la finale contro ogni rischio e pericolo di possibili incidenti.
Un traguardo che fa la differenza
Uno dei percorsi più difficili nella storia dei rossazzurri, ma molto sudato. Quello della promozione in B del 2002 è stato sicuramente il preludio di un ciclo di rinascita per la Catania calcistica e sportiva dopo soprattutto il periodo buio della radiazione nel 1993 e dover ripartire dall’eccellenza per poi arrivare in poco tempo alla promozione nella serie cadetta con passaggi di testimone vari fino a quello dell’era Pulvirenti-Lo Monaco che regalò nel 2006 la massima serie.
Fonte foto: PressReader.com