Catania e Palermo, mai così simili: l’obiettivo promozione era così difficile?

Catania e Palermo, mai così simili: l’obiettivo promozione era così difficile?

PALERMO – Non è semplice, chiaramente, fare i conti con una stagione dove ci si aspettava di più. Dove, adesso, il destino non è più dalla parte di chi partiva con i favori del pronostico, ma adesso dipende anche – e soprattutto – dagli altri.

Perché Palermo e Catania, rispettivamente in Serie B e Serie C, erano le pretendenti principali per la promozione diretta. Invece in terza serie la Juve Stabia ha ottenuto la certezza matematica di partecipare al prossimo campionato cadetto, mentre chi sta per volare in Serie A sembra proprio essere il Brescia, seguito da un super Lecce che “rischia” di fare il doppio salto dalla C alla A in soli due anni.

“Odio” tra due tifoserie che rappresentano due correnti di pensiero e tifo totalmente diverse, ma similitudini sul campo come non mai: ci si aspettava un Palermo che mantenesse il primato in classifica, ma adesso è terzo e rischia di non conquistare la Serie A senza passare dai play off. Un po’ come il Catania, che doveva essere “l’ammazzacampionato” e, invece, è stato il campionato stesso a distruggerlo. Terzo in classifica, con il rischio di chiudere quarto e complicarsi ulteriormente la vita in chiave spareggi.

La chiave comune è stata la mancanza di un gioco che portasse risultato con merito: vale a dire, il Palermo si è fermato 1-1 in casa contro l’ultima in classifica – il Padova – senza reagire e trovare il gol vittoria. Il Catania, invece, ha vinto il derby 1-0 contro la Sicula Leonzio grazie al calcio di rigore trasformato da Francesco Lodi. Senza quello, probabilmente, il nulla.

E bisogna dirlo, perché sono le azioni che danno ragione alle parole: il Palermo ha esonerato Roberto Stellone per affidarsi all’esperienza del navigato Delio Rossi in panchina, nella speranza che possa dare una scossa nelle ultimissime gare di stagione. Una scelta forse azzardata ma, secondo la società rosanero, necessaria.

Il Catania ha già cambiato, esonerando Andrea Sottil dopo il tonfo di Viterbo e mettendo sotto contratto Walter Novellino. Partito bene, l’ex tecnico di Palermo e Avellino (tra le altre squadre) ha trovato difficoltà nell’espressione del gioco.

Eppure i calciatori d’esperienza non mancano: Giuseppe Bellusci, Iljia Nestorovski, Aleksandar Trajkovski da una parte; Francesco Lodi, Marco Biagianti, Giovanni Marchese dall’altra. Manca la continuità che nel calcio, spesso, si ottiene anche senza nomi altisonanti. Con la forza delle idee.

Quali sono le idee di Palermo e Catania? Difficile dirlo, oggi. I campionati stanno per volgere al termine, quello di C ad esempio è praticamente terminato: i rossazzurri dovranno affrontare la Cavese in trasferta e il Rieti in casa, due avversari non facili e con obiettivi ancora vivi. Due test per testare la condizione atletica dei calciatori in ottica play off.

In Serie B, invece, non è del tutto già deciso: il Lecce, che dista solo tre punti, la prossima giornata ospiterà il Brescia e deve ancora riposare. La prossima giornata sarà fondamentale, infatti, per il nuovo Palermo di Delio Rossi, visto che da subito potrebbe ottenere il secondo posto o approfittarne in generale per recuperare punti sulle prime due. L’esordio sarà a Livorno, squadra in lotta per la salvezza.

L’obiettivo, quindi, è comune: salire di categoria. Ma, certamente, non era questo il modo in cui Palermo e Catania volevano farlo.