Basket in carrozzina: non condizione, ma stile di vita

CATANIA – Lo sport come unione sociale e crescita personale. A volte questi valori vengono persi di vista a vantaggio del solo agonismo e degli interessi personali, spesso economici. Ma c’è chi, ancora, fa dell’attività sportiva un mezzo per star bene con se stessi e con gli altri.

Un esempio è quello dei ragazzi del CUS CUS Catania, impegnati nel campionato si serie B di basket in carrozzina. Chi nato con difficoltà motorie, chi le ha avute per dei casi della vita. Eppure nessuno di loro si è fermato ed è sempre andato avanti… a testa alta!

Come Carmelo Barcella (nella foto sopra), amante dello sport da sempre: “Mi è sempre piaciuto muovermi, sono stato un grande atleta anche in Germania e anche maratoneta. Adesso vado avanti con il basket. Quando ti ritrovi in certe condizioni non è mai facile, ma se hai la voglia di andare avanti ed hai anche passione puoi farcela“.

Come lui, anche il capitano Ivan Messina (nella foto sopra) ha avuto una storia particolare: “Ero un ragazzino, quando a 13 anni facendo un tuffo ho perso l’uso delle gambe. Non è facile e mi ci sono voluti due anni per riuscire a riprendermi. Vedevi gli altri correre. Poi a 16 ho avuto la “macchinetta”: da lì ho cominciato a correre più degli altri. Dovevo recuperare il tempo perduto. Oggi se faccio questo non è solo per me. Voglio che sia un esempio per chi ha le mie stesse difficoltà, ma anche per chi non le ha e potrebbe averle“.

Poi c’è chi ha storie interessanti da raccontare, come Martino Florio (nella foto sopra): “Sono uno sportivo dalla nascita, ho fatto anche arti marziali. Poi nel 1993 ho avuto un incidente di percorso e mi sono ritrovato così. Ma sono andato avanti con l’atletica leggera ed il nuoto. Nel 2006 ho fatto anche il record del mondo di immersione ad aria“.

Ma anche Giovanni Seminara (nella foto sopra): “Sono nato con un problema alla schiena, quindi, a differenza degli altri, non ho avuto difficoltà nel passare da normodotato alla carrozzina. Ma sin da piccolo ho fatto di tutto. Ho cominciato con il nuoto, ad 11 anni ho fatto anche la mia prima gara. Ma il mio sogno era il basket ed oggi sto avendo la possibilità di realizzarlo. Non mi sento diverso dagli altri. Guardo tutti con interesse per apprendere e migliorare“.

Ovviamente, questi ragazzi hanno un allenatore ed uno staff tecnico al completo. Tra questi elementi c’è la dottoressa Elide La Scala (nella foto sopra), fisiatra dell’Unità Spinale Unipolare dell’ospedale Cannizzaro. Ed il suo entusiasmo è espresso in queste parole: “È una squadra con un mix di persone normodotate e non. A volte alcuni di noi giocano pure. E’ una grande cosa. E’ bello poter abbattere le barriere. Non solo architettoniche, ma anche mentali. Vedere l’entusiasmo dei ragazzi è la cosa più soddisfacente“.

E proprio tra coloro che non hanno difficoltà motorie, nella partitella in famiglia di sabato scorso al centro commerciale “I Portali” hanno partecipato anche il coach Marco lo Faro (nella foto sopra) e la terapista occupazionale Roberta Zito. Queste le parole del tecnico: “Quest’anno speriamo di andare bene. Giochiamo insieme solo da un anno, ma ci sono stati dei miglioramenti. In ogni caso, è strano giocare da seduto. Hai un’altra prospettiva. Ma quello che apprezzo di più è che questi ragazzi racchiudono l’essenza dello sport. Hanno voglia di fare, molta“.

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Questo sport non ha nulla da invidiare agli altri, come sottolineato dalla dottoressa Zito (nella foto sotto): “Quando si gioca si dà spettacolo. E’ molto bello. Inoltre è un modo per affermare il concetto di autonomia. Mi diverto, anche quando non sono al lavoro. Capita che si esce tutti insieme“.

Anche noi di newsicilia.it, nella persona di Andrea Lo Giudice, abbiamo voluto provare, seppur con scarsi risultati! Ma il senso di divertimento e di fratellanza è difficile da descrivere. Anche perché, come evidenziato da Ivan «questa non è una condizione di vita, ma uno stile di vita».