Dal grave incidente al traguardo nel ballo: la catanese Giulia Perri vince il congresso mondiale della salsa

Dal grave incidente al traguardo nel ballo: la catanese Giulia Perri vince il congresso mondiale della salsa

VALVERDE – In questo periodo stiamo assistendo a numerosi esempi di grinta e tenacia (come nel caso di Tokyo 2020), di giovani che si mettono in gioco per inseguire i propri sogni e riescono a realizzarli.

Si tratta di rinunce, di scelte che spesso costringono alla distanza fisica dagli affetti più cari, di capacità di adattamento ai nuovi ambienti e di tante sfide da affrontare. Ma soprattutto, bisogna tenere conto degli ostacoli che, a volte, sembrano insormontabili e che alla fine tramutano nella più grande soddisfazione di sempre. È il caso della catanese Giulia Perri, classe 1995, ballerina, originaria di Valverde ma trasferitasi in America.

Un talento che, grazie alla conquista di un titolo mondiale, ha portato in alto il nome della sua città natale oltre i confini. Giulia è una ballerina di salsa professionista e ha vinto il Congresso Mondiale della salsa, meglio noto come “Congreso Mundial de la Salsa” (tenutosi a Portorico), nella categoria professionale di donna solista.

A tal proposito, ecco cosa ci racconta la vincitrice in un’intervista esclusiva che riportiamo integralmente di seguito.

In cosa consiste l’evento a cui hai partecipato?

“L’evento a cui ho partecipato è una competizione mondiale di salsa, avvenuta a Portorico, riguardante la categoria professionale donne. L’evento consiste nel rappresentare la propria coreografia durante il primo giorno di competizione. Le finaliste si sono sfidate durante l’ultimo giorno usando l’improvvisazione, richiesta dall’organizzatore e i giudici della competizione”.

Cosa significa per te questo titolo? Quali sono state le tue emozioni dopo aver scoperto il risultato?

“Questo titolo per me riflette il mio lavoro costante e la mia disciplina per la danza. È stata la mia prima competizione, non ne avevo mai fatta una prima di questa, ed è stato emozionante sin dal primo giorno che sono arrivata a Portorico. Sono molto grata per aver avuto accanto a me la mia coach Griselle Ponce e la sua famiglia, ciò mi ha permesso di rimanere concentrata e positiva. Quando hanno dichiarato il risultato mi ricordo di aver sentito una forte sensazione allo stomaco. In realtà ci sono voluti un paio di giorni per realizzare l’accaduto. Per il resto, ero super contenta del mio risultato”.

C’è qualcuno a cui dedichi questo traguardo e che vuoi ringraziare?

“Dedico questo traguardo alla mia famiglia che, nonostante la lontananza, mi è accanto ogni secondo della mia vita, e a tutte le persone che credono in me. Ho conosciuto gente meravigliosa da quando mi sono trasferita a New Jersey, gente che mi ha aiutata e assecondata ad ogni singolo passo. Non ce l’avrei mai fatta senza l’aiuto di tutte queste belle persone”.

Un breve riepilogo della tua carriera da ballerina. Com’è iniziato il tutto?

“Mia madre mi iscrisse nella mia prima scuola di danza quando avevo 3 anni. All’età di 10 anni iniziai a frequentare l’accademia di danza Lo Giudice a Catania, dando il via alla mia preparazione professionale, interrotta da un grave incidente accaduto all’età di 15 anni, che non mi ha permesso di ballare per circa 4 anni. A 18 anni mi sono trasferita a San Diego, pensando che la danza non avrebbe fatto più parte della mia vita. Lì conobbi Mio, una ragazza giapponese che mi indicò la strada per ricominciare.

Ho ripreso a ballare grazie a “Majesty in Motion”, una scuola di ballo latino a San Diego. Successivamente mi sono trasferita a Los Angeles, dove ho vissuto per quasi due anni e dove ho conosciuto Joel Gomez, ballerino professionista e insegnante che mi ha letteralmente cambiata, allenata e spinta verso un cammino ancora più professionale. Nel settembre 2020, durante la pandemia, ho deciso di fare il salto più grande e avvicinarmi a New York. È stato uno dei momenti più difficili della mia vita, ma Griselle Ponce, la mia attuale coach e maestra, ha letteralmente salvato il mio sogno… ed eccomi qui.”.

Dove vorresti arrivare? Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare a tutti i costi in futuro?

“Mi viene sempre complicato rispondere a questa domanda. Ho diverse mete legate alla mia passione della danza e dell’arte in generale. Certamente uno dei miei più grandi sogni è di tornare a casa e poter condividere con giovani e aspiranti studenti tutto ciò che io ho imparato in America. Oltre questo, io amo viaggiare, e quindi vorrei poter tanto viaggiare nel mondo e insegnare danza”.

Come mai la decisione di lasciare Catania? Ti manca qualcosa della tua città di origine? Cosa, invece, ti ha colpito dell’America?

“Io ho lasciato Catania per una motivazione ben diversa e non legata al ballo. Mia madre mi spinse a viaggiare per imparare l’inglese e per riuscire a cavarmela da sola dall’altro lato del mondo. Lei è la mia più forte motivazione. Io amo la mia città, ma ciò che mi ha colpito dell’America sono le porte aperte alle possibilità. In America si raggiungono grandi sogni, con tanto duro lavoro e la cosa ancora più bella, che mi è personalmente accaduta, è stata di conoscere gente che mi ha aiutata fin dal primo giorno. Della mia città di origine certamente mi manca la mia famiglia, il cibo della mia nonna e il caffè”.

Spesso abbiniamo momenti importanti alla musica. In questo caso, c’è una canzone che ti ha accompagnata e useresti per descrivere questa vittoria?

“Durante i miei allenamenti, spesso ascoltavo ‘Summer Time‘ di George Gershwin, Joshua Bell e Peter Dugan per lavorare sulle mie linee. Durante il processo della competizione, e prima di salire sul palco, ascoltavo questa canzone per tranquillizzarmi. Quindi sì, uso questa canzone per descrivere la mia vittoria”.

Vuoi aggiungere qualcosa?

“Ringrazio di cuore Jhesus Aponte per avermi aperto le porte di casa sua a Portorico e avermi dato la possibilità di realizzare questo viaggio. Ringrazio mia madre, mia zia e i miei nonni per avermi appoggiata e per non avermi lasciato da sola nemmeno per un secondo. Ringrazio Joel Gomez per essere stato presente, per avermi aiutata professionalmente e per avermi appoggiata durante il processo della competizione. Infine, ringrazio la mia maestra Griselle Ponce, per trattarmi come una figlia, per avermi accompagnata e aiutata nella vita personale fin dal primo giorno, e suo marito Miguel Cosme, per avermi aperto le porte di casa e del suo ristorante, dove si trova l’attuale studio di ballo da dove io, con l’aiuto di Griselle, lavoro tutti i giorni sulla realizzazione dei miei sogni”.