CATANIA – Venerdì 3 marzo il Liceo Spedalieri di Catania ha avuto il piacere di ospitare un appassionante incontro dal titolo “Pinocchio, il teatro, la fame: le origini premoderne di un capolavoro” tenuto da due brillanti relatori, il prof. Giancarlo Alfano della Università Federico II di Napoli e il prof. Salvatore Valastro, membro dell’ADI -SD Toscana. L’incontro, arricchito dai preziosi interventi del prof. Andrea Manganaro dell’Università di Catania e presidente nazionale ADI SD, della prof.ssa Ilaria Di Pietra, e della prof.ssa Luisa Mirone, referente ADI SD Sicilia, è stato una tappa del percorso di formazione per docenti ADI- SD “Dentro la letteratura”.
Le avventure di Pinocchio del fiorentino Carlo Collodi (pseudonimo di Carlo Lorenzin) detiene la palma del libro italiano più tradotto al mondo e, davvero, Pinocchio è un’ icona pop: a cominciare dalla vulgata internazionale del film Disney del 1940 e dal nostrano straordinario e malinconico capolavoro di Comencini del 1972, alle innumerevoli letture, interpretazioni, riusi e citazioni – e i relatori non mancano non di ricordare la lettura di Tempesti del 1972, l’opera teatrale di Carmelo Bene del 1961, le tavole di Jacovitti dagli anni ’40 agli anni ’60 del Novecento, le “pinocchiate” fasciste, nonché il recente film di Garrone o l’ultimo film di Guillermo del Toro su Netflix.
Insomma, Le Avventure di Pinocchio non è mera letteratura per l’infanzia ma un vero “classico” e, come diceva Calvino, “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”: così il professor Alfano, pur premettendo che Pinocchio è un libro con un forte intento pedagogico-patriottico, ne mette in luce un nucleo profondo, di elementi preborghesi, preunitari, di lungo periodo che caratterizzano la tradizione folklorica del teatro popolare di strada, sia esso interpretato da burattini o attori in carne e ossa.
La cultura sottesa al testo è quella profondamente radicata- anche linguisticamente – nello spazio della Toscana, senza una distinzione netta di classe e che attinge a un patrimonio comune: le tirate dei ciarlatani, gli inganni, le prove, l’arte di arrangiarsi, la mancanza di mezzi, la trasformazione delle cose, la continuità animale-umano o organico-inorganico sono tutti elementi che riportano a un mondo fiabesco.
Carlo Lorenzin è un uomo di raffinate e robuste letture, ricorda il prof Valastro, – e in filigrana nella sua opera si individuano Il libro di Giona nella Bibbia, l’Apuleio dell’Asino d’Oro, il Luciano della Storia vera, l’Asino di Machiavelli, Laurence Sterne – è un patriota e un intellettuale perfettamente inserito in una Firenze capitale culturale d’Italia, ma, e questo è rilevante, la sua estrazione sociale è umile e questo gli fornisce un bagaglio culturale antico e profondo di lunghissima durata che è il tratto definitivo del suo Pinocchio, in perenne trasformazione e sfuggente a qualsiasi categorizzazione definitiva.
LANCIO: L’incontro è stato una tappa del percorso di formazione per docenti ADI- SD “Dentro la letteratura”