CATANIA – Uno spettacolo teatrale emozionante in cui ad essere protagoniste sono donne, madri, mogli, sorelle, fidanzate di uomini uccisi dalla mafia. “LIBERE – Donne contro la mafia” è andato in scena in occasione della giornata Internazionale della Donna, Giornata Internazionale della Donna, al Teatro Piccolo di Catania e ad assistere alla toccante rappresentazione sono stati gli alunni delle classi seconde e terze della Scuola Secondaria di Primo Grado Quirino Maiorana di Catania, diretta dalla Preside Gisella Barbagallo.
I ragazzi sono rimasti incantati dall’atmosfera suggestiva, sapientemente creata sul palco dagli attori, il cui lavoro è partito da una circostanziata ricerca sull’ostico argomento “MAFIA”, ma in una prospettiva totalmente lontana dagli stereotipi legati alla concezione maschilistica della criminalità organizzata.
Ad essere protagoniste sono le donne che, con il loro dolore, infinito e mai risolto, hanno pagato e ancora spesso pagano il prezzo più alto. Sono loro a fornire le proprie testimonianze ai ragazzi perché ognuna è un simbolo. Ciascuna è un soldato che ha visto in faccia il nemico, ne ha conosciuto l’orrore e dentro di sé lo ha sconfitto. Ognuna di loro è così liberata e libera.
Sono proprio le donne libere, che si dedicano alla lotta antimafia, a diventare attiviste e parlare alle altre donne e alle nuove generazioni. Il loro apporto, nella vita di tutti i giorni, diventa fondamentale nella società, per accedere a un degno futuro.
Il teatro è sempre un efficace mezzo, utile a fare cultura e spesso “anti-cultura”, allo scopo di mettere al centro l’impegno e l’attivismo di associazioni quali Schizzi d’Arte. La messa in scena, che ha avuto come protagonisti Cinzia Caminiti, Barbara Cracchiolo, Sabrina Tellico e Simona Gualtieri, con la regia e la sceneggiatura di Cinzia Caminiti e i costumi di Simona Gualtieri, è stata curata nei minimi dettagli e ha catturato l’attenzione del giovane pubblico e dei numerosi docenti accompagnatori.
L’obiettivo principale, che costituisce anche il motivo della scelta di uno spettacolo impegnativo e al tempo stesso affascinante, è senza dubbio quello di arrivare al cuore e alla pancia di chi lo recepisce partendo dal basso, dalla cronaca, dal racconto di alcune vite semplici diventate loro malgrado eccezionali.
Protagoniste dieci donne che la mafia la hanno, ognuna a modo proprio, combattuta. “Libere” è uno spettacolo sulla forza femminile. Uno spettacolo d’intenti comuni. Utile al singolo e alla collettività. Una rappresentazione, venuta su da una sensibilità tutta femminile e per questo, nonostante il tema trattato, leggera e poetica. Potente e immediato. Forte e commovente. Dare voce e corpo a queste donne è stato per le protagoniste emozionante, intenso e necessario. Queste madri, mogli, sorelle, figlie continueranno per sempre a stare addosso alle artiste che con maestria si sono dedicate alla messa in scena di quest’opera.
Preziosissima la collaborazione di donne quali Francesca Serio, madre di Salvatore Carnevale, Silvana Musanti, vedova Basile, Concetta Gravina, sorella di Graziella Campagna, Daniela Ficarra, fidanzata di Enzo Brusca (Di Matteo), Rosaria Costa, vedova Schifani, Piera Aiello e Rita Atria, Felicia Bartolotta Impastato, Michela Buscemi, che hanno vissuto sulla propria pelle il contatto con ambienti legati alla mafia e alla criminalità organizzata o a quante si sono, invece, distinte per il proprio senso di dovere nel rispetto della giustizia e delle leggi della Costituzione.
Un’occasione di riflessione e approfondimento per gli studenti e le studentesse dell’Istituto Maiorana per alimentare dibattiti in classe – e non solo – su una tematica tanto vicina a loro, ma che, troppo spesso, appare lontana e confinata alle periferie della città.
Non si finisce mai di imparare, soprattutto su un tema così delicato come la mafia, in quel processo continuo del “Never Ending Learning” che accomuna docenti e alunni e che si estende poi alle relative famiglie; ecco perché la scuola come istituzione ha l’obbligo di garantire un processo di formazione ad ampio spettro, al fine di non spegnere mai i riflettori su una realtà cruda e violenta, ma a talvolta tristemente vicina a ognuno di noi.