Il Liceo “ Mario Rapisardi” di Paternò parte integrante della Città

Il Liceo “ Mario Rapisardi” di Paternò parte integrante della Città

PATERNÒ – “Era il 27 gennaio 1945 quando i soldati russi dell’Armata Rossa, in marcia verso la Germania nazista, entrarono nel lager di Auschwitz, nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim, dal cancello principale su cui campeggiava la celebre scritta ‘Arbeit macht frei’ (‘il lavoro rende liberi’). Nel campo, dal 1940, erano già stati uccisi da uno a 1,5 milioni di prigionieri. La maggior parte erano ebrei deportati da tutta Europa, ma fra le vittime (di cui è praticamente impossibile stabilire il numero esatto) c’erano anche disabili (come previsto dal programma di eutanasia nazista) , rom-sinti, omosessuali, religiosi cristiani e oppositori politici. La Seconda guerra mondiale stava per finire, l’Europa bruciava, fra bombardamenti e distruzione. Ma nel campo c’erano ancora 7 mila sopravvissuti, fra cui 100 bambini, liberati dai sovietici. Che trovarono anche 48 cadaveri sulla piazza principale e altri 600 nel resto del lager, oltre a migliaia di abiti e scarpe, tonnellate di capelli pronte a essere spedite a una ditta tessile bavarese che li usava per farne imbottiture per giacche e vestiti. E filmarono tutto quello che trovarono: quei video sono rimasti nella storia come documento dell’orrore nazista”.

I Giorni della Memoria al Liceo “ Mario Rapisardi” di Paternò

A Paternò il 27 gennaio è stato prolungato fino al 4 febbraio, grazie all’assessore alla Cultura G. B. Caruso, all’assessore all’Istruzione Patrizia Virgillito e all’Amministrazione Comunale, capitanata dal sindaco Nino Naso e al settore cultura con Anna Caruso.

 

Sono stati coinvolti Associazioni, Pro-Loco e le scuole, i quali unitesi in una voluta e sentita cooperazione, guidata dal direttore artistico Prof. Fabio Coniglio, il Castello è diventato un campo di concentramento riadattato.

Il Liceo artistico ha partecipato fornendo dei quadri, per i quali si ringrazia la sensibilità degli studenti partecipanti: 2LB Gabriella Florio, Francesco Lisi, Veronica Lo Castro; 4L Barbara Sabrina Oliveri, Michela Rapisarda, Stefania Guglielmino, Carmelo Guglielmino, Rebecca Aiello che con il loro estro creativo hanno permesso al Liceo “Rapisardi” di fare parte integrante dell’evento.

Sono stati guidati dalle Prof.sse Chiara Romeo e Valentina Tavella le quali si sono spese per aver accettato la sfida nel suscitare emozione. Il Dott. Caruso si è speso ricostruendo con vecchi cartoni la stazione e le mura di Auschwitz. L’associazione “Città Viva” con la sua presidente Grazia Scavo e socie hanno allestito valigie, portato stoffe a righe, per ricordare i pigiami dei detenuti, lettere, filo spinato e il loro contributo lavorativo e per finire, le socie, hanno organizzato un flash mob, guidato dalla Prof.ssa Consuelo Sinatra – ex allieva del Liceo classico “M. Rapisardi”. La Pro-Loco con la Presidente dott.ssa Salvina Sambataro e i giovani componenti, si sono prodigati a sistemare con lumini etc, la location.

Hanno collaborato per la riuscita dell’evento il Prof. Fallica con la sua Compagnia Il Saraceno, le scuole CPIA e ARS, l’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio, l’Università della terza età di Paternò.

Il Liceo “Mario Rapisardi”, oltre a offrire i quadri oggetto di una grafica tecnicamente ben svolta con soggetti di immagine per illustrare la Shoah, che spingono i visitatore a vivere un forte stato emotivo, della sofferenza e del regime, il 3 febbraio la quarta A del Liceo classico, accompagnati dalla Prof. di storia e filosofia Angela Rita Pistorio e dalle Proff. Elisa Leonardi e Rosa Rita Virgillito, hanno visitato il Castello per percorrere uno spaccato di storia, illustrata per una didattica trasversale e interattiva.

Le parole degli studenti

Al ritorno a scuola gli studenti hanno commentato: “Siamo soddisfatti di aver visto i nostri compagni del liceo artistico far parte integrante di questo momento culturale legato alla memoria e voluto dall’amministrazione comunale attraverso gli assessorati cultura e istruzione, con i loro quadri sono riusciti a sfruttare un modello didattico vivace e fuori dai freddi manuali scolastici, ci hanno consolidato il sodalizio vincente tra studi classici e artistici dove il noumeno sposa il fenomeno“.

Cosa dire, “Viva la Cooperazione“: unico mezzo per crescere in cultura e civiltà.