CATANIA – È ormai da 23 anni che il 27 gennaio, data in cui le armate sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, è proposto alla società come “Giornata della memoria” dell’evento della
Shoah: si arriva a parlare di “settimana della memoria”. Ma tale ridondanza di iniziative e commemorazioni porta con sé il rischio di un impoverimento del profondo significato dell’evento, che corre il rischio di essere banalizzato e destinato a divenire più spettacolo che memoria storica.
La classe III B del Liceo Classico “N. Spedalieri” di Catania ha presentito tale rischio e mettendosi nel solco della tradizione del Liceo, che ogni anno tramite l’attività di alunne e alunni organizza percorsi didattici sul tema, ha voluto allestire presso la Biblioteca un “cammino della memoria” con precisi obiettivi: il primo, appunto, quello del non ridimensionare la valenza socio-storica ed umana dell’evento – che come ci ha insegnato Primo Levi può sempre riproporsi – attraverso l’istanza della lotta all’indifferenza, a quella silente accettazione che si traduce poi nel distogliere lo sguardo e nell’essere corresponsabili dell’ideologia che nega l’umanità di chi subisce le persecuzioni e ne giustifica l’eliminazione.
E oltre la lotta alla “zona grigia” – sempre Primo Levi come guida delle scelte della classe del Liceo “Spedalieri” – la necessità di alimentare il sentire empatico e le conoscenze critiche sul momento storico. La III B ha fatto in modo che la Biblioteca offra a chi la visita una ampia sezione di testimonianze e di saggi storici che ricordano tutte le numerose categorie perseguitate – ebrei, zingari, oppositori politici, omosessuali, Testimoni di Geova… – e le modalità di complicità verso il governo nazista – i collaborazionismi – o addirittura l’autonomia delle azioni genocidarie nei casi di alcuni territori; una sezione di documenti legislativi del periodo che sono stati visivamente posti lungo il percorso tramite una “catena” costruita con del filo spinato appositamente realizzato per richiamare la costante dei campi; e varie foto con didascalie dei campi di concentramento e sterminio, foto gentilmente messe a disposizione dall’autore, il fotografo Alberto Dal Bello il quale, come con gratitudine ricorda la Dirigente Scolastica Vincenza B. Ciraldo, è ormai una importante presenza nel percorso di crescita culturale e civile che viene offerto in questo periodo alle classi del Liceo “Spedalieri”, fornendo materiale utile ad accostarsi potentemente, per come la forza dell’immagine sa fare, a ciò che chiamiamo Shoah.
Anche quest’anno, dunque, alunne e alunni hanno concretizzato una memoria salda e consapevole, finalizzata a far sì che la lotta contro l’indifferenza intrapresa da Primo Levi possa divenire compito sociale, a far sì che il timore di Liliana Segre della sparizione della memoria della Shoah in uno con quella degli ormai rari testimoni non si avveri e che, invece, si realizzi la speranza di Sami Modiano: saranno le giovani generazioni a testimoniare.
E al liceo “Spedalieri” ogni azione educativa è finalizzata a costruire coscienze civili vigili e attive che si impegnano a ricordare il profondo significato umano e sociale del “Giorno della memoria” e a trasferirlo in ogni giorno della vita.
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