CATANIA – La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, riconosciuta ufficialmente dallo Stato con la legge n. 20 dell’8 marzo 2017, è giunta alla ventottesima edizione e ha avuto come slogan “È possibile”, al fine di accendere la riflessione su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale.
Il podio più alto del concorso di poesia promosso da Libera Catania è andato a Francesca Leone e Gianlorenzo Battaglia, studenti del Liceo Classico “N. Spedalieri” di Catania, classe IV B.
Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Allo scopo di dare una risposta a questo grido di identità negata, ogni anno viene letto l’elenco di tutti i nomi delle vittime inocenti delle mafie; un interminabile rosario civile scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano.
La scelta di libera cade sul 21 marzo, affinché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e dell’equità; solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza.
A Catania, giovedì 23 marzo, l’Associazione Libera ha organizzato un corteo delle scuole, che, partito alle ore 9 dall’ingresso di via Etnea della villa Bellini, ha percorso le vie del centro e ha raggiunto il cortile Platamone, dove, alla lettura dei nomi delle vittime innocenti di mafia, è seguita la presentazione dei lavori degli studenti e la relativa premiazione.
La figura di Padre Pino Puglisi (1937-1993) è senza ombra di dubbio una delle più autorevoli e incisive della storia della lotta alla mafia. Il sacerdote palermitano, infatti, si rese protagonista di un’importante opera di reinserimento e rieducazione dei giovani dei quartieri più degradati e sopraffatti dalla criminalità, mettendo dunque sempre in primo piano il suo impegno sociale ed evangelico nei confronti di quella gioventù più sfortunata e paradossalmente meritevole. La lirica intende ricordare “Padre 3P” attraverso una successione di tre quartine in rima alternata, ciascuna incentrata rispettivamente su “Povertà”, “Pentimento” e “Perdono” (tre “P”, per l’appunto); parole-chiave che ben si confanno all’operato e all’esperienza dell’educatore, riprese poi nella terzina conclusiva.
3 P
Povertà d’animo riversata sul ciglio della strada
Un vicolo cieco agli occhi di chi ci ha cresciuto
tra un tiro a un pallone e un’azione sbagliata
senza nessuna speranza di aiuto.
Pentimento raggiunto fra lacrime amare
Strappato con vigore a più animi vili
di chi tanto ha da perdere ma nulla da trovare
se non la mano delle anime più gentili
Perdono giunto da un varco di luce
Nell’abbraccio di chi ci ha sempre creduto
Che più di quel vicolo buio seduce
Nel dolce giubilo di chi non ha ceduto
Povertà di sangue macchiata
Pentimento su quella buona strada
Perdono che porta alla tua casa.