Catania: il tutorato e la sua efficacia

Catania: il tutorato e la sua efficacia

CATANIA – Il criterio principale attraverso cui viene valutato il livello di prestigio tra le Università italiane è l’avanzamento della ricerca scientifica.

Ad essere precisi, però, i docenti degli atenei ripartiti per tutto lo stivale, devono adempiere con la stessa cura ad un’altra missione fondamentale: l’attività didattica.

Un professore che esercita una buona didattica è colui il quale dedica gran parte del suo tempo al tutorato.

Ma in cosa consiste esattamente questo servizio?

Il tutorato viene istituito nel 1990 grazie alla legge 341 del 10 novembre come obbligo per i docenti, professori e ricercatori. Successivamente sono stati emanati altri decreti legislativi (170 e 198) per incentivare anche gli studenti ad opere di questo genere.

Si tratta di un servizio finalizzato ad assistere gli studenti iscritti all’università lungo tutto il percorso degli studi, rimuovendo gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsi e favorendo la partecipazione attiva alla vita universitaria.

Tutto questo si realizza per permettere allo studente di programmare al meglio il proprio percorso accademico, offrendo supporto nella compilazione dei piani di studio, aiuto in momenti di difficoltà anche per quanto riguarda l’inserimento nel “sistema università” e assegnando ad ogni studente il proprio “docente-tutore”.

Ci si attiene a queste indicazioni all’interno dei dipartimenti dall’ateneo catanese?

“Se un docente universitario pensa di potersi occupare solo di ricerca allora ha sbagliato datore di lavoro. Parla così Bianca Maria Lombardo, delegata alla didattica del rettore dell’ateneo catanese Giacomo Pignataro, oltre che professoressa afferente al dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali.

“L’università deve sicuramente migliorare nell’ambito della ricerca ma soprattutto in quello della didattica, in quanto bisogna adeguarsi al livello degli studenti che si apprestano ad intraprendere i differenti corsi di studio, per poterli guidare al meglio”.

I nomi dei responsabili di quest’attività (che non sono mai inferiori a tre per ogni corso di laurea) sono pubblici e presenti sul sito universitaly, come nelle pagine web dei vari dipartimenti.

Come accennato prima, a supporto di questa finalità, si mettono a disposizione anche gli studenti senior. Sono persone iscritte a corsi di laurea di secondo e terzo livello oltre agli studenti di dottorato che grazie ai bandi (emessi prima dalle facoltà e adesso dagli atenei) godono del compenso offerto dal Fondo Giovani come corrispettivo delle ore di supporto che forniscono.

“Sono figure fondamentali all’interno dei dipartimenti non solo per le esercitazioni ma soprattutto per il supporto ai giovani e per la necessità di dare risposte alle loro domande – afferma ancora la prof. Lombardo, che poi aggiungeQuando svolgevo il ruolo di ricercatore e non avevo il mio insegnamento, la fila di fronte alla mia porta era fatta di ragazzi che attendevano dei chiarimenti. È un dato di fatto che, da quando sono diventata docente titolare, sono aumentate le paure da parte degli studenti a mostrare i loro dubbi”.

“Bisogna incentivare i docenti a svolgere questi compiti, non basta l’amor proprio per migliorare il servizio. Il punto è che esistono bravissimi ricercatori che non sono particolarmente versati all’insegnamento” –Continua la delegata del rettore alla didattica– È vero che gli studenti spesso non partecipano alle lezioni o sono svogliati, ma è certo che almeno un buon 70%, se opportunamente trainati dal docente, ottengono buoni risultati”.

Il buon lavoro di un tutor viene anche inquadrato all’interno di quegli accorgimenti che ogni dipartimento può attuare nel limitare il numero dei fuori corso e degli abbandoni, tematica verso la quale il rettore Pignataro mostra grande attenzione.

Ci si augura di avere fornito un chiarimento su questo argomento poco chiaro alla maggior parte degli studenti.

La redazione di Newsicilia.it è a disposizione di chi voglia porre quesiti specifici riguardanti i dipartimenti ai quali sono iscritti per fornire chiarimenti.