CATANIA – “Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. È questa una delle frasi più di frequente attribuite, su media e social, ad Albert Einstein, anche se è assai probabile che il grande fisico tedesco non la scrisse né mai la pronunciò! Non per questo, però, l’aforisma perde di significato e anzi si pone come esemplificazione di una verità applicabile alla totalità degli esseri viventi e, per estensione, a tutta la Natura.
Viviamo, è chiaro a tutti, in un sistema di interdipendenza tra le specie viventi, a loro volta vincolate a eventi – si pensi ai cambiamenti climatici – che, di origine naturale o meno, incidono talvolta in maniera drammatica e irreversibile sulle nostre vite. Questa consapevolezza, seppur forse in ritardo, ha cominciato a condizionare i nostri più semplici comportamenti. Siamo tutti più attenti allo smaltimento dei rifiuti, ci poniamo con maggiore frequenza il problema del risparmio di acqua ed energia, iniziamo a riflettere su stili alimentari e di vita più sostenibili.
Alcuni temi, pur a questi legati, forse perché in apparenza meno attinenti alla nostra quotidianità, sembrano però coinvolgerci in misura minore. Tra questi il problema della conservazione della biodiversità ovvero della varietà della vita sulla Terra e delle sue diverse forme all’interno dei rispettivi ecosistemi.
Pur non mancando, infatti, una forma di “compassione” per gli animali che rischiano di scomparire, sembrerebbe quasi che l’idea dell’estinzione di qualche specie sia accettabile, in fondo quasi “dovuta” nell’ambito del ciclo naturale. Eppure non è così. La conservazione della biodiversità è fondamentale, poiché quest’ultima è parte integrante del nostro “capitale naturale” (come l’acqua, la terra, l’aria) e con esso contribuisce a stabilizzare e garantire il corretto funzionamento degli ecosistemi, dei servizi che quest’ultimi ci offrono e da cui anche noi esseri umani dipendiamo.
Si pensi proprio alle api ricordate nell’aforisma citato e al ruolo, insostituibile, che le stesse giocano nell’impollinazione delle piante tra le quali, secondo una stima, si contano oltre un terzo delle colture alimentari alle quali è legata la nostra stessa esistenza!
Minacciate dai pesticidi, dalla perdita degli habitat, dalle monocolture, da malattie e parassiti e dai cambiamenti climatici questi insetti stanno diminuendo drasticamente di numero e a loro favore è necessario agire tempestivamente a cominciare da un’attività di informazione di base.
Per tale ragione, nei giorni scorsi, nella Scuola media “Maiorana” di Catania, diretta dalla dott.ssa Gisella Barbagallo, organizzati dalla prof.ssa Giulia Condorelli, si sono svolti una serie di incontri tra i ragazzi delle classi prime e Gianni Samperi, titolare della fattoria sociale bioecologica “Fossa dell’Acqua” di Acireale e, soprattutto, apicoltore biologico di grande esperienza.
Con la competenza e la passione di chi – lui è noto alle cronache locali anche per questo – ha lasciato un posto sicuro in banca per dedicarsi alla terra e agli animali, Gianni Samperi ha guidato i ragazzi alla scoperta del complesso e intrigante mondo delle api.
La vita all’interno delle arnie, i difficili rapporti tra le api operaie e i fuchi maschi, la lotta, drammatica, per la successione tra le aspiranti regine: un racconto affascinante che ha incantato gli studenti estremamente recettivi nel cogliere l’importanza di questo piccolo insetto e pronti a tempestare con domande e richieste di curiosità il loro interlocutore.
In maniera analoga, sempre alla “Maiorana”, si sono svolti nello stesso periodo gli incontri curati da Valentina Granata dell’associazione “Liberi di volare” di Trieste. A lei il compito di far conoscere ai ragazzi l’importanza dell’avifauna selvatica presente in ambiente urbano attraverso un racconto che ha illustrato le principali specie di uccelli che volano nei cieli delle nostre città, le loro abitudini alimentari e i benefici (si pensi a quanti insetti nocivi eliminano ogni giorno) che da queste traiamo noi uomini, nonché i fattori di rischio che ne minacciano l’esistenza (l’uso dei pesticidi, la distruzione dei nidi, alcune tecniche di costruzione) e i corretti comportamenti da adottare nel caso in cui si dovesse venire in contatto con un esemplare ferito o in difficoltà.
Una presentazione di grande interesse e impatto che ha stimolato nei ragazzi attenzione e curiosità al punto che alcuni di loro hanno sentito l’esigenza di redigere appunti e disegni, come quelli di Gionatan della 2ª I, che ricordano i diari di osservazione degli zoologi del secolo scorso.