CATANIA – “È stato sbandierato lo slogan della ‘buona scuola’ e di noi neppure si parla, fatela voi la scuola, senza collaboratori, assistenti o tecnici”.
Suona alto il grido di dissenso degli amministrativi, dei tecnici e degli ausiliari della scuola che, in oltre duecento hanno partecipato all’assemblea unitaria con i sindacati che si è tenuta oggi a Catania alla scuola Pizzigoni.
Dopo la manifestazione dello scorso ottobre nulla si è mosso, il governo nazionale è rimasto in assoluto e rigoroso silenzio, così sono tornati in campo per protestare contro le “insostenibili condizioni di lavoro del personale ATA“, contro l’assenza di “garanzie di stabilità e continuità professionale“.
“Anni di lavoro – ironizzano alcuni – andrò in pensione da precario”. In effetti per i lavoratori ATA, la legge 107/2015 non dà alcuna garanzia, né scorrimento di graduatoria né sblocchi di assunzioni.
I sindacati della scuola, FLC CGIL Catania, Cisl Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams hanno pertanto deciso di portare avanti una class action “i cui obiettivi – spiegano in una nota congiunta – assumono un carattere di assoluta e specifica urgenza”.
“Bisogna riparlare di un piano di assunzioni – ha affermato Antonella Distefano, segretaria FLC CGIL Catania – dopo un blocco inspiegabile di 5 mila posizioni lavorative. Il blocco era stato motivato, tra le altre questioni, anche dall’esigenza di ricollocare nella scuola gli ex dipendenti delle Province, ma in realtà sono passati anni, non è successo ancora nulla e le adesioni pervenute non superano la misura di qualche centinaio, quindi molti evidentemente preferiscono essere ricollocati altrove. Ma in ogni caso in questi anni sono stati dati, nel frattempo, incarichi a tempo determinato, gli ultimi scadranno appunto il prossimo 30 giugno, segnale che nella scuola il personale serve”.
Tra le altre richieste dei lavoratori vi è l’abrogazione delle norme che tagliano gli organici, che limitano le supplenze brevi e congelano il turnover; l’estensione della figura di assistente tecnico in ogni scuola; il superamento dell’esternalizzazione dei servizi ausiliari tecnici e amministrativi; il pagamento e ripristino delle posizioni economiche non liquidate; la ripresa della mobilità professionale tra le aree; l’indizione del bando per i concorsi ordinario e riservato al profilo degli ex segretari scolastici (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi DSGA) e il pagamento delle indennità a loro spettanti in reggenza su due scuole; il superamento delle disfunzioni croniche del sistema informativo Sidi e la corretta interpretazione delle leggi e delle norme contrattuali.
Ma il malcontento si fa sentire anche tra i docenti, soprattutto tra gli insegnanti della scuola d’infanzia e i precari storici tagliati fuori dalla stabilizzazione e per i quali la mobilitazione è stata avviata la settimana scorsa. “Checché se ne dica, la legge 107/2015 non ha risolto i problemi del precariato – commenta Distefano – perché centinaia di migliaia di docenti che hanno diritto in base alla sentenza della Corte di giustizia Europea, ma anche chi non ne avesse, hanno per decenni prestano servizio nelle scuole, pertanto questo piano del Governo resta assolutamente iniquo e stiamo lavorando per un nuovo piano di stabilizzazione”.