Al Liceo Spedalieri di Catania Accoglienza e Inclusione: ragazzi ucraini frequentano l’istituto – FOTO e VIDEO

Al Liceo Spedalieri di Catania Accoglienza e Inclusione: ragazzi ucraini frequentano l’istituto – FOTO e VIDEO

CATANIA – La Dirigente del Liceo Classico “N. Spedalieri”, professoressa Vincenza Ciraldo, ha accolto con grande entusiasmo la possibilità di iscrivere quattro studenti provenienti dall’Ucraina, nelle classi iniziali del Liceo e ha coinvolto da subito il Collegio docenti che ha condiviso con lei il desiderio di creare per questi alunni, che hanno sofferto e subìto l’atrocità della guerra, un ambiente sereno caratterizzato da relazioni positive e significative.

Nel mese di maggio, infatti, sono arrivati a Catania ventisei ragazzini provenienti da un orfanatrofio del Donbass. I minori, accompagnati dalle loro educatrici, sono stati ospitati in due strutture religiose della città.

Quando alla professoressa Adriana Aiello, insegnante di Religione Cattolica al Liceo Spedalieri, è stata chiesta la disponibilità a prendersi cura di questi ragazzi aiutandoli ad inserirsi nella nuova realtà e a imparare a comprendere la lingua italiana, la docente non ha esitato ed ha coinvolto in questa iniziativa numerosi alunni che frequentano il liceo.

A metà giugno, dopo alcuni momenti di familiarizzazione, è cominciata la compagnia ai piccoli ucraini attraverso mattinate al mare, lezioni di italiano, attività sportive.

Fin da subito non sono mancate le difficoltà: l’impossibilità di comunicare, la diffidenza iniziale dei bambini e dei loro educatori, l’inadeguatezza rispetto al metodo da seguire per insegnare italiano agli stranieri. Pian piano, però, tra italiano, inglese, ucraino, gesti e sorrisi è nato un bellissimo rapporto.

I bambini adesso si mostrano più disponibili a imparare e aspettano con ansia gli studenti che li aiutano a fare i compiti nel pomeriggio.

Gli educatori sono diventati più collaborativi, i responsabili delle associazioni a cui i minori sono affidati chiedono alla professoressa e agli studenti una maggiore presenza.

Risale al mese di luglio la decisione dei tutori di iscrivere i quattro ragazzi più grandi al Liceo Spedalieri non per la specificità dell’indirizzo, diverso dal percorso di studi fatto dagli studenti in Ucraina, ma per il clima educativo accogliente e inclusivo che lo caratterizza.

La Dirigente, insieme ai docenti delle due classi coinvolte, alla professoressa Aiello responsabile del progetto accoglienza e alle due coordinatrici di classe, le professoresse Gina Sciarrotta e Teresa Gambino, ha avviato un collaborativo rapporto col territorio e le istituzioni per intercettare tutti gli strumenti e le figure atte a favorire l’inserimento e la progressiva integrazione degli alunni stranieri.

I consigli di classe elaboreranno per gli studenti ucraini dei piani didattici finalizzati alla personalizzazione degli apprendimenti e si avvarranno di tirocinanti e figure con competenze linguistiche specifiche.

Dirigente e docenti coinvolti, inoltre, hanno trovato grande disponibilità da parte delle istituzioni nazionali, dall’Ufficio Scolastico Regionale, dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e da tutta la comunità educante del Liceo -personale di segreteria, personale ATA e famiglie degli studenti che, con creatività e generosità, hanno messo in atto e favorito strategie ed iniziative finalizzate alla piena inclusione degli alunni ucraini.

In questa direzione si colloca l’iniziativa fortemente voluta dai docenti e sostenuta dalla Dirigente, di un momento di convivialità, una cena offerta dai Consigli di classe a tutti gli studenti coinvolti nell’accoglienza che si è tenuta venerdì 28 ottobre, grazie anche all’Istituto Francesco Ventorino di Catania che ha messo a disposizione l’ampia sala mensa della struttura.

L’appassionato impegno educativo che caratterizza il Liceo Spedalieri ha trovato, dunque, espressione anche in questa ultima e dolorosa circostanza: accogliere e aiutare chi si trova in difficoltà, provare a immedesimarsi – per quanto è possibile e con tutta la consapevolezza della propria inadeguatezza – permette di comprendere in modo concreto le conseguenze della guerra, aiuta i giovani, e non solo, a uscire dallo stretto orizzonte dei propri bisogni personali e fa sperimentare che aiutare gli altri è il modo migliore per realizzare se stessi.

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