Accorpamenti scuole, la Sicilia tra le regioni più colpite: la parola alle Dirigenti Scolastiche

Accorpamenti scuole, la Sicilia tra le regioni più colpite: la parola alle Dirigenti Scolastiche

SICILIA – Tagli in arrivo per quanto riguarda le scuole sottodimensionate: la Sicilia sarà tra le regioni più colpite con una riduzione di 109 istituti per l’anno scolastico 2024/25 a causa degli accorpamenti.

Aumenta la soglia minima di studenti nelle scuole

Secondo Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil Sicilia, l’ultima Legge di Bilancio varata dal Governo nazionale aumenta la soglia minima di studenti che gli istituti devono avere per rimanere aperti, da 600 a 900, il che significa che tutte le scuole con meno di 900 studenti dovranno essere accorpate ad altre a partire dall’anno scolastico 2024/25. Secondo lui, questo taglio è volto a risparmiare risorse, ma a scapito del buon funzionamento dell’attività scolastica e riducendo il numero di dirigenti e personale amministrativo.

La Sicilia tra le regioni più penalizzate

Già nel 2023 comincerà a prendere forma una parte degli accorpamenti di quasi 700 scuole in tutta Italia, in base a quanto stabilito dall’ultima Legge di Bilancio. La Sicilia sarà tra le Regioni più penalizzate, considerando che questa scelta rivoluzionerà in modo significativo il panorama scolastico per gli studenti siciliani. L’Isola, in cui sono previsti 109 accorpamenti, è preceduta solo dalla Campania in cui ne avverranno 140. Seguono poi la Calabria con 79, la Puglia con 66, la Sardegna con 45 e il Lazio con 37.

Le conseguenze

Le riduzioni di personale colpiranno certamente molti lavoratori Ata, tra cui gli assistenti amministrativi. Coloro che occupano posti di lavoro stabili saranno trasferiti in altre sedi, mentre i precari dovranno sperare di essere riassegnati altrove. Questa riduzione è dovuta alla soppressione di numerose segreterie didattiche.

Perché gli accorpamenti sarebbero la soluzione

La motivazione principale che sembra rendere necessaria la riduzione di scuole autonome è l’innegabile denatalità che ha colpito ultimamente il territorio italiano. In base a recenti calcoli, nei prossimi dieci anni in Italia potrebbe registrarsi un consistente calo di alunni, passando dagli attuali 8 milioni a meno di 7 milioni. Se la situazione non dovesse andare incontro a un cambio di rotta, nel 2034 si potrebbe arrivare addirittura a 6,7 milioni, un dato tutt’altro che rassicurante.

La significativa riduzione della spesa, insieme ai requisiti imposti dall’Unione europea attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è la ragione per cui la Legge di Bilancio ha previsto una norma sul cosiddetto “dimensionamento scolastico“. Tale norma prevede una riduzione calcolata delle sedi scolastiche e del personale a partire principalmente dal 2024/2025, ma che si farà sentire già dal prossimo anno scolastico con i primi effetti tangibili.

Sindacati sul piede di guerra

Di fronte a una situazione che mette in allarme un abbondante numero di istituti scolastici, i sindacati non hanno esitato a esprimere le loro perplessità: “Si scrive dimensionamento scolastico ma si chiamano tagli. Far passare i tagli previsti dalla Legge di Bilancio come scelte coerenti con gli obiettivi del Pnrr e misure volte all’eliminazione del fenomeno delle reggenze è ridicolo“. Lo ha affermato Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil.

Le perplessità di Usb Scuola

Il dissenso dei sindacati è dovuto anche a molto altro, a partire dalla difficoltà negli spostamenti da parte dei docenti e dalla mole di lavoro che spetterebbe ai Dirigenti Scolastici, a cui ben presto saranno affidati diversi plessi da gestire. Sono questi gli aspetti che l’Usb Scuola ha voluto evidenziare spiegando che la maggior parte degli istituti scolastici, in particolare quelli comprensivi, sono costituiti da almeno tre plessi, spesso situati in diversi comuni, e che ciò comporta una serie di problemi legati ai trasporti, alla gestione del personale da parte delle segreterie, alla mancanza di continuità dei rapporti con la dirigenza e alla carenza di organico docente e Ata. In questo contesto, i collaboratori scolastici sarebbero spesso costretti a lavorare da soli in un plesso e i docenti a spostarsi da un comune all’altro.

Con l’attuazione della norma sul dimensionamento scolastico, il sindacato si chiede quanti plessi dovrà gestire ciascun Dirigente e quanto aumenterà il carico di lavoro del personale amministrativo che gestisce i lavoratori, considerando anche i limiti alle supplenze, che sono vietate quando la segreteria è composta da più di tre unità e per assenze di durata inferiore ai trenta giorni.

Anief: “Bisognerebbe sdoppiare le classi”

Secondo il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, invece di cogliere l’opportunità offerta dalla diminuzione del tasso di denatalità e dall’assegnazione di miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) alla scuola, si sta procedendo nella direzione opposta. Pacifico sostiene che non si dovrebbero tagliare le scuole autonome e le unità di personale che vi lavorano, ma piuttosto sdoppiare le classi, ridurre il numero di alunni per classe e aumentare gli organici di insegnanti e Ata, a partire dall’organico aggiuntivo che è stato assegnato nell’ultimo biennio e che è stato ridotto proprio nel momento di massimo bisogno, ovvero durante il periodo di attuazione del Pnrr, che ha portato con sé progetti e quantità di lavoro senza precedenti.

La parola alle Dirigenti Scolastiche

Ai microfoni di NewSicilia sono intervenute le Dirigenti di alcune scuole di Catania e provincia, con l’obiettivo di fare il punto della situazione e comprendere qual è l’approccio che intendono adottare alla luce dei futuri accorpamenti.

Dirigente Tiziana Baratta (Istituto Comprensivo Don A. La Mela – Adrano)

Non la vedo come una cosa negativa anche perché – ha spiegato – la ritengo una situazione già iniziata da tanti anni. Ciò che mi stupisce di più però è che il Governo si occupi della scuola principalmente nell’ambito dei tagli, a scapito della qualità“. Guarda il video per vedere l’intervista completa.

 

 

Dirigente Cinzia Giuffrida (Istituto Comprensivo Federico De Roberto – Catania)

L’accorpamento degli istituti – ha affermato – porterà a perdere lo spirito dell’autonomia e quello di progettare un’offerta formativa che sia legata al bisogno degli studenti. Docenti, alunni e famiglie – che costituiscono la comunità educante – per la scuola non devono essere numeri. Si rischia di andare incontro a una gestione del sistema scolastico totalmente burocratica“. L’intervista completa nel video che segue.

 

 

Dirigente Concetta Tumminia (Istituto Comprensivo Fontanarossa – Catania)

Si tratta di un problema da affrontare in maniera delicatissima se si pensa che quest’opera di ridimensionamento porterà tra non molto a dover gestire istituti comprensivi di oltre 2000 alunni, anche in zone molto particolari, a rischio e in estrema periferia“. Guarda il video per vedere l’intervista integrale.

 

 

In foto le Dirigenti intervistate