CATANIA – In un mondo sempre più danneggiato, tra l’inquinamento della terra e degli oceani, in diversi modi alcune persone cercano di cambiare la situazione con scelte più o meno “decisive” che incidono sulla loro quotidianità.
Tra questi è un esempio scegliere di rinunciare a ogni tipo di carne o di eliminare anche derivati animali, dunque passare a una vita vegetariana o vegana, spesso nella speranza che altri prendano decisioni di questo tipo, così da creare una reazione a catena che – col passare del tempo – porti la nostra terra a vivere più serenamente.
Un nuovo modo di salvaguardare il pianeta si è diffuso negli ultimi anni tra i più giovani e non: vivere una vita che sia il più possibile “plastic-free”, ovvero lontana da ogni tipo di plastica, dunque una quotidianità dove i primi elementi a “sparire” sono quelli composti da plastica monouso (cannucce, posate, piatti, bicchieri, bottiglie, etc.).
Esempio di chi ha preso in mano la propria vita e deciso di passare al plastic free è Martina, una 20enne catanese che sta studiando per diventare una biologa marina: “Diventare biologa è il mezzo per poter realizzare il mio sogno, ovvero dare un contributo per la tutela dell’ambiente. Grazie allo scoutismo ho imparato quanto sia importante rispettare il mondo in cui viviamo e le creature che lo abitano. Limitare l’uso di plastica è il punto da cui sto cominciando a dare il mio piccolo contributo, sperando di riuscire a renderlo sempre più significativo”.
“Ho iniziato questo mio percorso qualche tempo fa, ma già dopo poco ho capito quanto sia difficile stare al passo con questa scelta di vita, principalmente nella mia città”, continua la 20enne.
I problemi principali, infatti, sono in primis di natura economica: “Per acquistare il mio starter pack ho speso circa una 70ina di euro“, spiega Martina. Lo “starter pack” (pacchetto iniziale) per vivere senza l’uso della plastica è composto da pochi elementi, ma difficili da trovare e spesso con prezzi elevati: “Spazzolino in bamboo con porta spazzolino per viaggiare, coppetta mestruale al posto degli assorbenti, cannuccia di acciaio e silicone, borraccia termica in alluminio”, questo l’elenco delle primissime cose da acquistare, che in futuro dovranno aggiungersi a molti altri “sostituti” del quotidiano.
Martina ha sottolineato la difficoltà con cui ogni giorno evita la plastica, dalle forchettine del “paninaro”, alle bottigliette d’acqua alle macchinette, ai bicchierini per il caffè, sembra che Catania non voglia affatto contribuire a rendere questa sua scelta più facile e leggera, ma soprattutto più economica: “Tutto quello che ho e che deve entrare a far parte delle mie nuove abitudini è stato acquistato su Internet, spesso su siti esteri, perché non ho mai trovato niente di tutto questo a Catania, dunque i prezzi lievitano e anche i tempi di attesa tra quando ho bisogno di un determinato oggetto e quando riesco a utilizzarlo”.
Riflettendo un po’, infatti, si può notare che l’intero mondo che ci circonda è ormai “schiavo” della plastica e della sua malleabilità, grazie alla quale è riuscita a prendere il sopravvento su ogni altro materiale, nonostante sia monouso: “Bisogna fare una distinzione fondamentale tra plastica monouso e non: io evito assolutamente ogni oggetto in plastica che sia usa e getta perché il suo consumo è smisurato, tanto quanto gli anni che impiega la terra a smaltirlo e degradarlo. Ma tutti quegli utensili di plastica ‘dura’, come un contenitore o un mouse, nonostante li eviti il più possibile, sono comunque meno dannosi di una cannuccia o di un piatto”.
Girando per Catania, però, è difficile riuscire a vedere qualcosa che non sia di plastica: “La lista è immensa: dal paninaro ci sono posate, bicchieri, forchettine, piatti. Al chiosco bicchieri e cannucce. Anche altri tipi di beni come le sigarette sono piene di plastica: l’involucro del pacchetto, la patina protettiva. Anche i preservativi sono in plastica. I flaconi di shampoo, il dentifricio, il filo interdentale, le cover per il telefono e troppe altre cose”.
Sono “troppe”, infatti, le volte in cui ci lasciamo intimorire dalla pigrizia e preferiamo la via facile della plastica, alimentando continuamente l’enorme mostro dell’inquinamento ambientale e distruggendo tutte le splendide specie faunistiche che abitano la nostra terra.
“Si tratta solo di metterci più attenzione – conclude Martina – di credere di poter fare la differenza ogni giorno che passa, di combattere contro un mondo che ci vuole consumisti, di proteggere tutte quelle povere specie animali che non possono farsi giustizia da soli. E tutto questo può già iniziare semplicemente non usando una cannuccia”.
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