CATANIA – Alle riunioni del vecchio Msi, spesso, il clima era pesante e alcune volte volano anche le sedie. Il Pd – nella penultima direzione provinciale etnea – ha messo in scena duri scontri, faide interne e dissensi plateali. Il tutto dinanzi ai giornalisti.
Ieri la direzione provinciale – che aveva come tema principale il recente ingresso del gruppo di Articolo 4 tra i dem – ufficialmente doveva tenersi a porte chiuse e la stampa doveva essere esclusa. Confinanti in fondo alla sala i cronisti, notati dai vertici Pd, comunque sono rimasti a seguire la riunione ed Enzo Napoli si è dovuto rassegnare.
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Ma di carne al fuoco – come la scorsa volta – ce n’è stata poca. Il segretario provinciale Enzo Napoli, nella sua relazione iniziale, ha comunque ammesso che i tempi della fusione con Articolo 4 “avrebbero dovuto essere più lunghi ma ora c’è una velocità politica diversa” e ha comunque evidenziato il rischio che il partito “possa diventare un contenitore ma ciò dipende dall’identità che esso riesce a darsi”.
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Napoli è cosciente dei malumori locali in provincia ma ha ricordato che Articolo 4 ha sostenuto il Pd nelle ultime campagne elettorali: “Abbiamo bisogno di costruire dei passaggi verificando realtà per realtà e le singole adesioni”.
Riferimenti a San Giovanni La Punta e Tremestieri dove Articolo 4 sostiene candidati opposti a quelli del Pd. Senza dimenticare a Motta e a Misterbianco la restituzione delle tessere dei militanti.
Critico anche Giovanni Burtone che ha parlato dell’operazione in termini duri definendola “frutto di un trasformismo politico”. Particolarmente accalorato l’intervento di Domenico Grasso che ha rivendicato l’orgoglio delle radici invitando i giovani a una riflessione sul futuro del Pd.
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Poi la direzione provinciale ha accolto un ordine del giorno relativo al Cara di Mineo, sottoscritto come primo firmatario dal parlamentare nazionale Giuseppe Berretta. Il documento rappresenta un forte impegno di tutto il gruppo dirigente dei democratici etnei e degli eletti a tutti i livelli perché si chieda “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio che gestisce il Cara di Mineo”.
Come sempre più frequentemente accade Berretta non ha risparmiato stilettate a Enzo Napoli (“il segretario provinciale ha gestito i fatti subendoli”) ad Articolo 4 (“le adesioni devono essere frutto di una scelta politica che non rintracciato”)e ad Enzo Bianco.
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