PALERMO – Intenso: è così che si potrebbe definire il 2018 della politica siciliana.
L’anno appena lasciato alle spalle, infatti, ha fatto registrare numerosi mutamenti nello scenario politico regionale, anche in virtù delle votazioni, sia nazionali che comunali.
Le elezioni politiche e amministrative, nonostante abbiano fatto registrare una scarsa affluenza alle urne, hanno certificato il consolidamento del fronte gialloverde, che ha conquistato il governo nazionale (dove figurano ben 3 ministri isolani) e diverse giunte comunali in Sicilia.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha affrontato il suo primo anno da governatore dell’isola, portando avanti i punti promossi all’interno della campagna elettorale che lo ha reso vincitore delle scorse regionali. Clamore ha suscitato il video in cui ha tuonato: “O le riforme o tutti a casa”. Un’esternazione forte, ma non certo l’unica del presidente che, nel corso di un’intervista, non ha esitato a dichiarare che alcuni funzionari regionali si comportano come dei veri criminali.
Di grande rilievo è stata la reintroduzione del tetto degli stipendi dell’Assemblea regionale siciliana e l’istituzione di un fondo di solidarietà da 100mila euro realizzato con le risorse provenienti proprio dal taglio agli stipendi. Sempre nell’ottica della riduzione della spesa pubblica regionale, l’Ars nell’anno appena trascorso ha approvato una nuova norma su portaborse e collaboratori esterni che ha permesso di risparmiare quasi 2 milioni di euro.
Come ogni anno, anche il 2018 ha visto numerosi esponenti della politica nazionale visitare la Sicilia, sia in occasione delle due campagne elettorali che hanno interessato la regione, sia per fare il punto sulle opere da portare avanti sul territorio. Storica, invece, la partecipazione di Musumeci al raduno leghista di Pontida, dove è stato il primo governatore siciliano a parlare sul palco della manifestazione.
La Sicilia anche quest’anno è stata teatro di un importante appuntamento per lo scacchiere polito internazionale: la conferenza sulla Libia che si è svolta il 12 e il 13 novembre a Palermo.
Mai come nei 365 giorni appena archiviati, però, il mondo politico si è ritrovato a dover fronteggiare gli eventi naturali che si sono abbattuti sull’isola e che hanno provocato numerosi danni: il maltempo e i terremoti hanno, infatti, portato morte e distruzione sul territorio siciliano. La Regione è stata costretta a richiedere fondi straordinari e a dichiarare lo stato di emergenza.
Capitolo a parte per il quadro politico di Catania. Il capoluogo etneo, infatti, ha vissuto 12 mesi tormentati. Le elezioni comunali del 10 giugno hanno visto fronteggiarsi il sindaco uscente Enzo Bianco e il candidato di centrodestra Salvo Pogliese, che ha conquistato con un risultato netto la poltrona di primo cittadino catanese. Il 2018, però, occuperà una pagina nera nella storia della città: l’anno appena concluso, infatti, verrà ricordato soprattutto per il dissesto finanziario, dichiarato a causa di un buco da oltre un miliardo e 600 milioni di euro nelle casse dell’ente pubblico.
Per il 2019 appena iniziato l’augurio per Catania e i suoi abitanti è di poter risorgere e prestare fede al motto cittadino che campeggia sulla Porta Ferdinandea: “Melior de cinere surgo”.